«Imprenditrici ad Arte» è una rubrica di approfondimento che celebra la figura dell’imprenditrice in ambito artistico e nasce in dialogo con il Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte che la Fondazione Bracco in collaborazione con la Fondazione Roberto de Silva e Diana Bracco di Milano promuovono in occasione della trentesima edizione di Artissima. Il Premio valorizza la figura della gallerista e le storie imprenditoriali che stanno dietro alla capacità di coniugare la crescita commerciale nel mercato dell’arte con una forte elaborazione culturale declinata nella promozione e nel sostegno ai giovani artisti. La rubrica, nata in collaborazione con «Il Giornale dell’Arte», racconterà, grazie all’alternarsi di 5 voci femminili, storie di vita e di carriera, di passione e di ricerca e sarà l’occasione per conoscere la giuria d’eccezione del Premio, composta da Isabella Bortolozzi, fondatrice della Galerie Isabella Bortolozzi di Berlino, Eva Elisa Fabbris, direttrice del Museo Madre di Napoli e due figure di spicco nel panorama del collezionismo internazionale quali Valeria Napoleone e Mia Rigo Saitta, la sua promotrice e sostenitrice Diana Bracco, oltre alla stessa gallerista che sarà selezionata.
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MIA RIGO SAITTA
collezionista
Mia Rigo Saitta, lei è una collezionista da diversi anni e ha anche dato vita a una realtà come Archivorum, dedicata alla tutela e promozione dell’arte contemporanea. Come ha visto evolvere il ruolo delle donne-artiste e professioniste dell’arte - rispetto a quando ha iniziato a collezionare?
Negli anni in cui ho iniziato a collezionare, la presenza femminile nell’ambito dell’arte, sia come artiste che come professioniste, era certamente percepita, ma non sempre posta al centro del panorama artistico. Figure come Peggy Guggenheim, Betty Parsons e Isabella Stewart Gardner, la cui passione per l’arte ha dato vita a uno dei musei più unici di Boston, sono state fonti d’ispirazione per me. Il loro impatto e la loro visione hanno fatto da pioniere in un settore dominato dagli uomini, superando sfide e creando nuove opportunità per le generazioni future di donne nell’arte. Archivorum, da me fondato, è un esempio di come la salvaguardia e promozione dell’arte possa avere una visione inclusiva e rinnovata.
Oggi molte galleriste sono protagoniste del settore e del mercato dell’arte, che appare lontano dall’essere il club maschile di alcuni anni fa. Tale mutazione ha contribuito a diversificare il mondo dell’arte nel suo complesso, cambiando norme e abitudini e contribuendo a dare più spazio anche al ruolo delle artiste. Come ha vissuto questi cambiamenti dalla sua prospettiva di collezionista?
La crescente presenza delle galleriste, da Rosamund Felsen a Paula Cooper, è stata una boccata d’aria fresca per un settore che per molto tempo è apparso dominato da una prospettiva maschile. Le figure come Marian Goodman e Isabella Stewart Gardner, che ho sempre ammirato e con la quale mi identifico profondamente, rappresentano come le donne possono lasciare un’impronta indelebile nell’arte e creare un ponte tra culture artistiche diverse, promuovendo l’arte a livelli sia locali che internazionali. Dalla mia prospettiva di collezionista, ho accolto questi cambiamenti con entusiasmo, scoprendo artisti e interpretazioni che prima erano marginalizzati o trascurati.
Che cosa l’ha indotta ad accettare l’invito della Fondazione Bracco di far parte della giuria del Premio Diana Bracco - Imprenditrici ad arte, dedicato solo a galleriste donne?
La mia passione per l’arte e il mio impegno nella promozione dell’inclusività e della diversità mi hanno spinto ad accettare l’invito della Fondazione Bracco. Credo fermamente nel valorizzare e sostenere le donne in ogni campo, e l’arte non fa eccezione. Questa è un’opportunità per mettere in luce il talento e la dedizione delle galleriste donne, e sono onorata di far parte di questo processo. Spero che le nuove generazioni di donne possano essere ispirate da queste iniziative e riconoscerne l’importanza.
Dal suo osservatorio privilegiato, lei pensa che ci sia una specificità femminile nella professione di gallerista? Quali saranno i criteri che la guideranno nello scegliere la gallerista da premiare?
Ogni individuo porta la propria unicità nel suo lavoro, indipendentemente dal genere. Tuttavia, nel contesto delle galleriste donne, ho osservato una certa sensibilità, un approccio diverso nelle relazioni con gli artisti e nel presentare le opere al pubblico. Queste qualità femminili hanno arricchito l’intero ecosistema artistico, portando una diversità di prospettive e un approccio olistico all’arte. I miei criteri nella selezione della gallerista da premiare saranno basati sulla visione, sull’impatto culturale, sulla capacità di innovare e, ovviamente, sull’abilità di promuovere e sostenere l’arte in modo significativo.
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