Chiara Pasetti
Leggi i suoi articoliSi percepisce fin dalle prime pagine che gli autori del volume sono una coppia consolidata sia artisticamente sia sentimentalmente. Lucetta Frisa, poetessa e scrittrice, e Marco Ercolani, psichiatra e scrittore, si alternano con abilità in un duetto che sonda le profondità di alcuni rapporti uomo-donna.
Si tratta di quaranta lettere, «reali e immaginarie», di coppie (non solo in senso sentimentale, ma anche madri o padri e figli o figlie, maestri e allievi) di artisti e scrittori. In alcuni casi le lettere sono autentiche, in altre gli autori immaginano e ricreano ciò che gli artisti scelti avrebbero potuto, dovuto o voluto dirsi e scriversi.
Tra le coppie che hanno segnato la storia dell’arte presenti nel testo troviamo Camille Claudel e Auguste Rodin, Jan Vermeer e Catharina Bolnes, Johann Heinrich Füssli e Mary Shelley, ma anche Artemisia Gentileschi e suo padre, Denis Diderot e la pittrice Anna Dorothea Lisiewska Therbush, John Constable e la moglie Mary Bicknell, Alberto Giacometti e Marlène Dietrich.
Gli autori conoscono molto bene le biografie dei personaggi che decidono di risvegliare, quindi anche ciò che pare frutto di pura fantasia (e spesso lo è) è basato su un’accurata ricerca e documentazione. Tutto il libro, come esplicitato dalla premessa, è «la possibilità, fantastica, di tornare a dire ancora oltre la morte». Su questo mistero prende vita il testo, perturbante e in alcuni casi estremamente poetico.
Tra i tanti segnaliamo lo scambio epistolare tra Füssli e l’autrice di Frankenstein, non a caso intitolato «Mostri» per rendere omaggio sia al romanzo di Mary Shelley sia a uno dei dipinti più celebri di Füssli.
Furto d’anima. 40 lettere reali e immaginarie tra uomini e donne nella storia e nell’arte, di Lucetta Frisa e Marco Ercolani, 298 pp., Greco&Greco, Milano 2018, € 13,00
Altri articoli dell'autore
Un catalogo di mostra su Suzanne Valadon testimonia il talento di un gruppo di donne protagoniste dell'arte tra Otto e Novecento
Si appassionava agli autori del suo secolo, ma amava anche i classici
Per la prima volta al Louvre dopo il restauro 130 pastelli del Sei e Settecento
Le opere animaliste di Rembrandt Bugatti