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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliLa francese Nathalie Du Pasquier (Bordeaux, 1957), designer e artista visiva, debutta nella prima delle attività creative citate attraverso il celebre gruppo Memphis, collettivo cofondato con Ettore Sottsass (1917-2007) e altri, attivo tra il 1981 e il 1987, con il quale realizza disegni per tessuti, tappeti, mobili e laminati plastici. Il suo contributo venne subito riconosciuto, nonostante Du Pasquier avesse debuttato da autodidatta nel design, ma allo scioglimento del collettivo italiano l’artista passò poi a una produzione prettamente artistica, completamente distaccata dalla pratica del prodotto industriale, realizzando da allora perlopiù dipinti, sculture, disegni, modelli, costruzioni, tappeti, libri e ceramiche, forme bidimensionali e tridimensionali attraverso le quali ha ragionato sul confine esistente tra il rappresentativo e il non rappresentativo, con una figurazione formale e astratta.
Oggi, dopo numerose mostre in musei e gallerie, Nathalie Du Pasquier è in parte tornata al «primo amore», lavorando comunque ancora una volta al confine tra l’arte visiva e il design vero e proprio (in questo caso le ceramiche): è il caso dell’ormai definita collaborazione con l’azienda ceramica modenese Mutina di Fiorano che ha portato la protagonista a spiegare che «l’incontro con Mutina mi ha permesso, dopo tanti anni, di pensare di nuovo a un progetto di design. Avevo dimenticato come può essere divertente. Mutina ha la dimensione che mi piace, parliamo tra di noi e decidiamo al momento, poi andiamo in trattoria».
Dal 17 maggio al 14 settembre, il Museo Nivola di Orani (Nu) ne analizza l’intera produzione, con particolare attenzione all’attività pittorica, attraverso la mostra «Volare Guardare Costruire» (catalogo Allemandi) a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri: qui l’artista francese propone un progetto site specific, un’installazione ambientale complessa che unisce pittura, architettura e design realizzata in rapporto alla struttura fisica dell’edificio, l’ex storico lavatoio del piccolo comune oggi punto focale del Museo Nivola. I curatori e l’artista hanno infatti concepito una serie di «stanze» nelle quali hanno allestito le opere realizzate dagli anni Ottanta ad oggi, raccontando in questo modo il quarantennale svolgersi del linguaggio visivo di Nathalie Du Pasquier, produzione da cui emerge forte la figura umana e la dimensione narrativa che nel passare degli anni volge in direzione della natura morta e della figurazione astratta che si svolgono con forme geometriche e semplici oggetti. Il titolo stesso della mostra, «Volare Guardare Costruire», si riferisce a tre momenti individuati nella sua carriera, riferiti rispettivamente al distacco della progettazione di prodotti degli anni di Memphis, alla contemplazione sulle forme semplici non per questo lontane dalla complessità dell’esistenza e alla realizzazione di piccole strutture tridimensionali successivamente dipinte su tela.

Nathalie Du Pasquier, «Untitled», 2001