Un’opera in mostra

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Un’opera in mostra

Joanna Piotrowska e le illusioni di verità

In mostra anche una piccola anteprima della personale all'ICA di Filadelfia che aprirà il 13 luglio

A Lisbona, la galleria Madragoa, fondata nel 2016 da Matteo Consonni, ex direttore della Galleria Franco Noero, e Gonçalo Jesus, biologo portoghese con una grande passione per l'arte contemporanea, ospita fino al 6 luglio 2024 «Implicit Lives», mostra personale dell’artista fotografa polacca Joanna Piotrowska (Varsavia, 1985), che vive e lavora a Londra. onsiderata una delle voci più interessanti dell’arte contemporanea, dopo la sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 2022 e la presenza in numerose collezioni pubbliche, dalla Tate di Londra al MoMA di New York, Piotrowska si presenta oggi con un progetto che non solo ridefinisce la sua pratica artistica, ma offre anche una piccola anteprima della sua personale all'ICA di Philadelphia, in apertura il 13 luglio prossimo.

In «Frantic», la serie con cui debuttò proprio alla galleria Madragoa nel 2016, Piotrowska chiese ai protagonisti dei suoi scatti di costruire piccoli rifugi di fortuna all’interno delle proprie mura domestiche, accatastando oggetti della vita quotidiana, come mobili o libri, che ricordano i fortini costruiti per gioco dai bambini. In realtà, leggendo il bel testo che accompagna la mostra scritto da Sara de Chiara, si scopre molto di più sul lavoro di Piotrowska, ad iniziare dal riferimento al celebre film «Wild Strawberries» di Ingmar Bergman del 1957, il cui titolo originale, «Smultronstället» (il campo delle fragole selvatiche), allude metaforicamente a un luogo speciale vicino al cuore, dove ci si sente a proprio agio, come una casa d’infanzia, una madeleine proustiana che evoca profumi del passato.

Un’analoga dimensione intima e viscerale pervade l’ambiente della galleria oggi. In un mondo sospeso nel tempo, Piotrowska elimina i confini tra spazi fisici e mentali, sorprendendo e sperimentando. Le sue fotografie, stampate in bianco e nero su tessuto, vengono installate come tende, o incorniciate in pannelli impiallacciati, creando paraventi che invitano l’osservatore a immergersi in ricordi e nostalgie personali, e nei disegni striati dell’impiallacciatura si intravedono stimoli visivi che fanno errare l’immaginazione, creando forme dove, in realtà, non ce ne sono, come accade quando, alzando il naso all’insù, si scorgono animali o altri oggetti nelle sagome delle nuvole, fenomeno istintivo, noto come pareidolia, descritto già da Leonardo nel suo Trattato della pittura.

Una veduta della mostra

Anche le fotografie in bianco e nero appartenenti alla serie «Frowst» diventano parte di questo scenario domestico ed elegiaco. Tra queste, vi è la sagoma di una figura femminile sostituita dal contorno della sua impiallacciatura, come se si fosse idealizzata. Questa smaterializzazione dell’immagine rievoca alcune antiche credenze all'origine della fotografia, secondo cui «ogni volta che qualcuno si faceva fotografare, uno degli strati spettrali veniva staccato dal corpo e trasferito nel corpo della fotografia. Le esposizioni ripetute comportavano l’inevitabile perdita dei successivi strati spettrali, cioè dell’essenza stessa della vita», come teorizzava lo scrittore francese Honoré de Balzac, che credeva che la fotografia potesse catturare e trattenere una parte dell'anima o dell'essenza vitale della persona fotografata: pensiero che rifletteva preoccupazioni più ampie sull'impatto della tecnologia sulla natura umana e sulla realtà.

Piotrowska plasma un ambiente apparentemente confidenziale, dove ricordi e cimeli del passato riaffiorano alla memoria. Le sue opere mostrano che, pur tentando di far rivivere il passato nel presente, ciò che si ottiene sono solo illusioni di verità. Quello che resta da fare è cercare il proprio angolo per raccogliere le fragole selvatiche, che sia dietro una tenda, un paravento, sotto un letto o tra i reconditi spazi del pensiero.

Una delle opere in mostra

Rischa Paterlini, 24 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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Joanna Piotrowska e le illusioni di verità | Rischa Paterlini

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