Louis Jebb
Leggi i suoi articoliSainsbury e sua moglie, Anya Linden, attraverso le sovvenzioni concesse dal loro Linbury Trust, e fornendo consiglio e sostegno personale che si estendeva ben oltre il finanziario, hanno svolto un ruolo importante nella ristrutturazione o nell'espansione di tante istituzioni: National Gallery di Londra, Tate Britain, British Museum, Dulwich Picture Gallery, Museum of London e Royal Opera House, e Ashmolean Museum di Oxford. Hanno anche aiutato a finanziare il salvataggio del cottage del regista Derek Jarman a Dungeness. Il trust ha elargito centinaia di milioni di sterline alle arti sin dalla sua prima donazione nel 1973, e ancora di più all’educazione, all’ambiente, alla sanità e a molti progetti nei Paesi in via di sviluppo.
Sainsbury, allora presidente e amministratore delegato della più grande catena di supermercati della Gran Bretagna, Sainsbury’s, fece notizia per la prima volta nel mondo dell’arte quando lui e i suoi fratelli, Simon e Timothy, annunciarono nell’aprile 1985 che avrebbero personalmente finanziato, per un costo stimato di 33 milioni di sterline, il tanto atteso ampliamento della National Gallery di Londra. La loro offerta arrivò come un formidabile «grand geste» dopo anni di controversie su come la National Gallery, cronicamente a corto di spazio espositivo, dovesse essere estesa in un’area a ovest dell'edificio principale, l’Hampton Site, che da 40 anni era utilizzata come parcheggio.
Il Governo aveva acquistato il terreno nel 1958, ma la questione era rimasta in sospeso fino al 1981 quando Michael Heseltine, segretario di Stato per l’Ambiente, annunciò un concorso per progettare l'ampliamento del sito, vinto l’anno seguente dallo studio britannico Ahrends, Burton e Koralek (Abk). Nel maggio 1984 fece scalpore la dichiarazione di Carlo, il principe di Galles che definì il progetto di Abk come una «mostruosa escrescenza sul viso di un amico molto amato ed elegante», cosicché, dopo mesi di dibattito pubblico, venne rifiutato il permesso di pianificazione.
John Sainsbury e i suoi fratelli intervennero per rilanciare il progetto offrendosi di finanziare l’ampliamento e di trovare un nuovo architetto con i trustee del museo. La loro donazione rese non più necessaria la realizzazione dei previsti spazi per uffici commerciali destinati a sostenere i costi dei nuovi spazi museali. Così, nel luglio 1991 venne inaugurato l’edificio progettato da Robert Venturi e Denise Scott Brown che ospita tuttora le collezioni d’arte europea antecedente al 1500.
Fu il momento più alto del mecenatismo di Sainsbury. Lui, i suoi fratelli e Jacob Rothschild, presidente dei trustee del museo, scortarono la regina Elisabetta II durante la cerimonia di apertura. Nel 1992, prima di dimettersi all’età di 65 anni, Sainsbury è stato presidente della società di famiglia per 23 anni, un periodo in cui il marchio Sainsbury è diventato sinonimo di qualità, grandezza e redditività. Lui e i suoi fratelli avevano quotato la società in borsa nel 1973, a una valutazione record, ma da allora ne avevano mantenuto il controllo.
Nel 2000, «The Art Newspaper» chiese a Sainsbury perché la sua famiglia fosse intervenuta nelle questioni della National Gallery: «Siamo stati presi dal sentimento di frustrazione e di vergogna, disse, che la nostra nazione non potesse fare per la National Gallery ciò che risultava così ovvio che avrebbe dovuto fare. Ma non avremmo dovuto intervenire. Lo stato d'animo in quei giorni era che se il Governo non stava facendo niente, nessun altro poteva farlo».
Alla richiesta di indicare il suo miglior risultato, Sainsbury ha risposto: «Ho portato l’azienda di famiglia ad avere il successo che ha avuto. Se avessi fallito in questo, il Linbury Trust non avrebbe avuto i soldi da donare, la Sainsbury Wing non esisterebbe e la Royal Opera House e altri progetti che ho sostenuto non avrebbero potuto ricevere il mio aiuto».
Quattro generazioni di negozianti
John Sainsbury era membro della quarta generazione che gestiva l’azienda alimentare di famiglia, fondata nel 1869 dal bisnonno John James Sainsbury al 173 di Drury Lane, a Covent Garden. «JD» Sainsbury, come era conosciuto nell’ambiente degli affari, era il figlio di Alan Sainsbury, presidente della società dal 1956 al 1967, e si è formato alla Stowe School di Buckinghamshire, e al Worcester College di Oxford, dove ha studiato Storia moderna.
Entrò nell'azienda di famiglia nel 1950, diventando direttore nel 1958 e poi vicepresidente nel 1967, prima di assumere la presidenza nel 1969 succedendo allo zio Robert Sainsbury (fondatore del Sainsbury Centre for Visual Arts all’University of East Anglia e celebre collezionista di opere di Alberto Giacometti, Henry Moore e Francis Bacon).
Nel 1963 John Sainsbury sposò Anya Linden, prima ballerina del Royal Ballet. Ebbero una figlia e due figli, dividendosi tra la casa di South Kensington e Ashden House nel Kent, progettata da Hugh Casson con vista su Romney Marsh, e trascorrendo negli ultimi anni le vacanze invernali ai Caraibi. Nel 1979 si trasferirono da Ashden alla Preston House di Preston Candover, nell”Hampshire, dove fecero un gran lavoro rimboscando il parco e il giardino, aggiungendo e ottimizzando la tenuta agricola e portando nuova vita nella casa del tardo XVII secolo. Sainsbury accumulò nel tempo una notevole collezione di dipinti contemporanei e moderni, con alcune importanti opere del XVIII e XIX secolo.
Sainsbury era una figura autorevole, con un gusto sofisticato di ciò che era utile per essere presi sul serio nella vita pubblica. Con le sue molte responsabilità imprenditoriali e benefiche era conosciuto affettuosamente da alcuni dei suoi amici semplicemente come «The Chairman». Lui e l’elegante, spiritosa e affettuosa Anya formavano una coppia frizzante ed energica, capace di vedere il bicchiere mezzo pieno e sempre in attesa di una nuova avventura. L’abitudine naturale di Sainsbury a comandare era temperata dal suo grande entusiasmo per il lavoro, l’arte e la storia, e dal suo sorriso enorme solitamente accompagnato da occhi spalancati da una gioia civettuola.
Ho avuto la fortuna di essere incaricato da lui di scrivere la storia architettonica e sociale di Preston House, e le riunioni di aggiornamento, per condividere le ultime scoperte negli archivi, erano sempre qualcosa che attendevo con ansia. Capitava che condividesse le nostre conclusioni con Harry Pitt, il suo vecchio tutor di storia a Oxford. Uno dei lati più impressionanti di Sainsbury era la sua grande attenzione per le occasioni e le questioni familiari e per il mantenimento di amicizie legate agli anni della scuola o dell’università.
Un occhio per i dettagli
Parte della sua efficacia come capo di Sainsbury's era il suo occhio per i dettagli. Non solo approvava personalmente ogni nuova variazione dei prodotti alimentari a marchio proprio, ma prestava la massima attenzione all'esposizione delle merci nei negozi della società, a volte apparendo senza preavviso in una filiale Sainsbury’s per controllare al millimetro come i prodotti erano posizionati sullo scaffale. È stato un saggio consigliere e manager di strada con un genuino senso della meraviglia, in grado di aggiungere molto valore personale alle istituzioni che ha sostenuto finanziariamente, come ad Oxford, la sua «alma mater».
Quando l’Ashmolean Museum di Oxford è stato riaperto nel novembre 2009 dopo un enorme programma di lavori costato 60 milioni di sterline, il presidente del museo, Nicholas Barber, ha ringraziato Sainsbury per la generosità del Linbury Trust nell’effettuare la più grande donazione privata della storia del museo, culminata nella denominazione delle John Sainsbury Galleries, ma anche per essere stato «il padrino del progetto... [garantendo], nelle parole di una targa speciale vicino all’ingresso, anche “incessante impegno”». Lo stesso impegno incessante che negli anni ’70 e ’80 mise tanto nella promozione dei fagioli stufati a marchio Sainsbury, quanto a ogni istituzione artistica bisognosa del suo aiuto.
Il fratello di Sainsbury, Simon, il connoisseur della famiglia, morì nel 2006 lasciando i suoi migliori dipinti, valutati oltre 100 milioni di sterline, alla National Gallery e alla Tate. È stato il più grande lascito alla Tate dopo quello di Hugh Lane. Nel 2010, John Sainsbury ha donato 12,5 milioni di sterline al British Museum rispondendo all’appello per l’ampliamento di Richard Rogers da 135 milioni di sterline, eguagliando la somma concessa dal Monument Trust, che Simon aveva fondato nel 1965.
Quando la Dulwich Picture Gallery negli anni ’90 ebbe bisogno di una spinta per andare avanti, con un Consiglio di amministrazione che avrebbe gestito il museo separatamente dal Dulwich College, e con 21 milioni di sterline da raccogliere, fu a Sainsbury che si rivolse. Quando la Tate Britain fu ampliata e ristrutturata, con i lavori completati nel 2001 al costo di 32 milioni di sterline, Sainsbury finanziò la costruzione delle Linbury Galleries, sei nuovi spazi per mostre temporanee. Nel 1993, con Jacob Rothschild, ha creato la Butrint Foundation, dedicata a tutelare l’importante sito archeologico di Butrinto, in Albania sullo stretto di Corfù, ricco di resti dell’età del bronzo e dei periodi romano e bizantino.
Quando l’azienda Sainsbury's, ora non più sotto il controllo della famiglia, ha celebrato il suo 150mo anniversario nel 2019, John e Anya Sainsbury erano presenti per accogliere la regina all’evento. L’attività era stata avviata, con il suo primo negozio in Drury Lane a Londra, a poche centinaia di metri dalla Royal Opera House, l’istituzione che ha forse beneficiato di più del sostegno di Sainsbury. È stata la sede di gran parte della carriera di balletto della moglie Anya e quando, negli anni ’80 e ’90, ha avuto bisogno di una massiccia somma di denaro per ampliare e modernizzare il fatiscente edificio storico, Sainsbury e Vivien Duffield, erede della Clore property business, hanno aperto la strada per i finanziamenti della National Lottery. Il progetto per il teatro dell’Opera ha incluso il nuovo Linbury Theatre, un piccolo auditorium per concerti e opere da camera. Tutto questo rappresenta solo una parte di ciò che John e Anya Sainsbury hanno fatto per Covent Garden, di cui il Linbury Trust ha finanziato l'ammodernamento nel 2016-18.
È uno spazio intimo ma accogliente, dove gli artisti possono comunicare, un simbolo appropriato della vita imprenditoriale e filantropica di John Sainsbury, una vita che è stata alimentata dall’amore di famiglia per le arti e la cultura, e vissuta a beneficio del pubblico.
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