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Un interno della nuova Bibliotheca Hertziana (2013) a Roma, progettata da Juan Navarro Baldeweg

Foto © Andreas Muhs

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Un interno della nuova Bibliotheca Hertziana (2013) a Roma, progettata da Juan Navarro Baldeweg

Foto © Andreas Muhs

Juan Navarro Baldeweg, campi di energia risonanti nello spazio 

Per l’architetto e artista spagnolo scultura e pittura costituiscono un terreno di sperimentazione utile a verificare, esplicitandole, le dinamiche tra le forze che l’architettura attiva, controlla e sottende

Giorgio Azzoni

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L’equilibrio gravitazionale di due pesi collegati da un’asta, immagine di copertina del volume che Antonello Marotta ha dedicato a Juan Navarro Baldeweg, ben anticipa e introduce il tema che percorre la ricerca dell’architetto e artista spagnolo: quello dell’equilibrio dei corpi nello spazio, ottenuto con tensioni bilanciate ma invisibili. Tale immagine esprime anche una sottile ambiguità: il controllo dei pesi è campo della scultura o dell’architettura?

Navarro Baldeweg (Santander, 1939) attraversa infatti i confini tra le discipline, mettendo in atto un’originale indagine sperimentale ricca di sottili connessioni e di indubbio fascino. Pittore, scultore e docente al Politecnico di Madrid, sin da giovane ricercatore al Center for Advanced Visual Studies del Mit di Boston indagò con modalità scientifiche e sperimentali le connessioni tra materia, energie e corpi, in una esplorazione poi orientata a stabilire correlazioni fra il mondo fisico, l’arte e il costruire. 

Per il maestro cantabrico scultura e pittura costituiscono infatti un vero e proprio terreno di sperimentazione utile a verificare, esplicitandole, le dinamiche tra le forze che l’architettura attiva, controlla e sottende. Le sue sculture mettono in scena sottili giochi d’illusione creati dalle energie gravitazionali; i dipinti affrontano situazioni topografiche evolutive; l’architettura costruisce spazi che coinvolgono il corpo umano come centro delle relazioni. Il sottile equilibrio statico di molte sculture, come «Dados de oro» o «Aro dorado», è traslato in forma architettonica, ad esempio, nella cupola sospesa del Palazzo dei Congressi e delle Esposizioni di Salamanca (1985-92) smaterializzata da un sapiente uso della luce che ne trasforma la percezione.

La stratificazione temporale intesa come compresenza evolutiva è evidente in molti progetti, tra cui la sede del Consiglio della Giunta di Estremadura a Mérida (1989-95) e la Biblioteca Hertziana a Roma (1995-2012) o, quale mediazione tra tempi storici, nella ristrutturazione dei Mulini vecchi di Murcia (1984-87). 

Guardando all’arte concettuale di Duchamp e a quella materiale di Brancusi, a Mérida Navarro Baldeweg intrattiene un dialogo di fine equilibrio con le rovine romane e arabe, traducendo il carattere fondativo di una città in volumi architettonici astrattamente moderni. 

Cuore degli otto livelli della Biblioteca Hertziana, ardita struttura che si sovrappone a un’area archeologica, è la cavità trapezoidale che taglia l’edificio e cattura la luce, rendendola protagonista. Gravità e luce divengono fattori di connessione spaziale e, spostando l’attenzione verso il campo di relazioni tra le forme fisiche, verso «ciò che circoscrive le cose, le circonda, le sostiene e le fonda» dice Navarro, contribuiscono a rendere l’archi­tettura necessaria per il suo carattere universale.

Per restituire una ricerca tanto precisa quanto poetica e originale, Marotta propone un’esplorazione ricca di approfondimenti argomentati, toccando luoghi reali e simbolici, forme e forze, strati e soglie, strutture e sezioni, paesaggi visibili e interiori, trattati entro un «laboratorio vivente di idee» dove architetture e installazioni artistiche funzionano come dispositivi complementari di verifica dei sistemi di energie in atto. 

Ogni capitolo affronta un nodo tematico che dalle opere si allarga al campo della critica e della ricerca artistica, della letteratura e dei sistemi visivi, con riferimenti (tra gli altri) ad architetti come Karl Friedrich Schinkel, John Soane e Louis Kahn, a critici come Aby Warburg e Georges Didi-Huberman, a scrittori come Honoré de Balzac e Hugo von Hofmannsthal, ad artisti come Paul Cezanne e i maestri dell’Espressionismo astratto e del Bauhaus

Sostenuto dalla partecipata sensibilità dell’autore e da immagini e documenti, il volume offre spunti di riflessione e occasioni per intuire le connessioni che, nutrendosi di saperi diversi, l’architettura contribuisce a svelare. Intersezioni e confluenze, dunque, ma anche sconfinamenti che catturano e conducono lontano.

Juan Navarro Baldeweg. Intersezioni e confluenze di Antonello Marotta, 320 pp., ill. col. e b/n, LetteraVentidue, Siracusa 2024, € 39.

Giorgio Azzoni, 14 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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