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Redazione
Leggi i suoi articoliLa retrospettiva dedicata a Marisa Merz che avrebbe dovuto inaugurare al museo Fridericianum di Kassel nel corso dell’autunno è stata annullata su decisione della figlia dell’artista. La scelta nasce come risposta al nuovo codice di condotta adottato da Documenta, l'importantissima manifestazione internazionale d'arte contemporanea che si tiene ogni cinque anni nella città tedesca. Un testo al centro di accese discussioni in Europa per la sua definizione di antisemitismo, ritenuta da diversi osservatori potenzialmente lesiva della libertà artistica.
Marisa Merz, scomparsa nel 2019 e unica presenza femminile nel nucleo storico dell’Arte Povera, era nota per l’utilizzo di materiali quotidiani in luogo di quelli tradizionali delle arti visive. Al Fridericianum, sede con un forte legame con Documenta nei periodi in cui la rassegna non si svolge, aveva incluso l’esposizione nel calendario 2025 diffuso a dicembre, prima che la rinuncia diventasse di dominio pubblico. La programmazione è ora stata rimpiazzata da una retrospettiva dedicata a Robert Grosvenor.
Beatrice Merz, presidente della Fondazione Merz di Torino e figlia di Mario e Marisa Merz, ha spiegato alla rivista Monopol di aver fermato il progetto in segno di dissenso verso l’adozione della definizione di antisemitismo proposta dall’International Holocaust Remembrance Alliance. Secondo questo testo, anche alcune critiche rivolte a Israele o al sionismo potrebbero essere considerate espressioni discriminatorie. Documenta ha incorporato tale definizione dopo la discussa edizione del 2022, quando alcune opere erano state accusate da politici tedeschi di contenere elementi antisemiti. Non pochi esponenti del mondo culturale temono che la scelta possa influenzare le modalità di partecipazione all’edizione 2027.
Beatrice Merz ha chiarito che l’adesione al codice di condotta del museo, fondato sulla definizione dell’IHRA, non riflette la sua visione. Ha dichiarato che, a suo avviso, sarebbe stato più adatto adottare la Dichiarazione di Gerusalemme sull'antisemitismo. In qualità di presidente della Fondazione ha ritenuto necessario interrompere la collaborazione, sottolineando che l’arte dovrebbe rimanere libera da condizionamenti e pregiudizi. Andreas Hoffmann, amministratore delegato di Documenta e del Fridericianum, ha confermato a Monopol che i colloqui con la Fondazione Merz avevano mostrato l’esistenza di parametri non pienamente compatibili. Ha aggiunto che l’istituzione rispetta la decisione di rinunciare all’esposizione.
Inoltre, sottolinea che il codice di condotta è vincolante per i dipendenti dell'organizzazione, ma non per il team artistico di Documenta o per soggetti esterni. «La libertà artistica si applica senza restrizioni al lavoro curatoriale», scrive Hoffmann. «Documenta gGmbH garantisce la libertà artistica nel quadro delle leggi applicabili in Germania. Qualora Documenta ritenga che espressioni artistiche siano incompatibili con i principi stabiliti nel presente Codice di Condotta, si riserva il diritto di commentare la propria posizione e, se necessario, di spiegarla nel contesto visivo immediato delle opere esposte».
L’annullamento della mostra si inserisce nel solco delle tensioni rimaste aperte dopo Documenta 15. Nel 2022 era stato esposto un grande murale contenente caricature ritenute antisemite e in seguito rimosso, innescando uno scandalo che aveva portato a un’indagine governativa sul processo di selezione delle opere. In seguito a tali controversie, il futuro della manifestazione finanziata dallo Stato era apparso incerto.
La definizione dell’IHRA non è utilizzata solo da Documenta. Dal 2024 anche il Bundestag tedesco l’ha adottata ufficialmente, nonostante le critiche di una parte del mondo artistico e accademico.
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