Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Georgina Adam
Leggi i suoi articoliQuella appena terminata è stata un’annata incredibile per il mercato dell’arte e, sebbene i dati finali non siano ancora disponibili mentre stiamo andando in stampa, il 2014 è stato probabilmente un anno record, grazie al rafforzamento al vertice del mercato dell’arte contemporanea. Ma quest’anno è terminato con la partenza dei direttori generali di entrambe le maggiori case d’asta nonostante i risultati apparentemente fantastici. Che cosa avverrà nel 2015? Il mercato potrà continuare a crescere, o ci sarà un’inversione di tendenza? Questo è probabilmente l’anno più difficile che io mi sia mai trovata a dover prevedere.
La condizione del mercato
Il clima economico è depresso, tra il rublo in caduta libera (le vendite russe a Londra sono state un disastro), i prezzi del petrolio in caduta, il giro di vite sulle spese eccessive in Cina e inquietudine in ogni altra parte del mondo. Aggiungete a questo i cambiamenti da Christie’s e Sotheby’s: mi aspetto che i prezzi dell’arte non siano destinati a crescere in modo così drastico come negli ultimi due anni. Le società hanno sacrificato i profitti per assicurarsi le migliori consegne. Se queste spese vengono contenute, i record potrebbero non arrivare così velocemente e la vendita da un miliardo di dollari da molti prevista per il prossimo maggio difficilmente potrà realizzarsi. La progressiva diminuzione di liquidità potrebbe anche avere un impatto negativo, ma la frenesia nella costruzione di musei, specialmente in Cina, suggerisce che il probabile scenario di quest’anno sarà un raffreddamento, non il collasso.
Arte e beni di lusso
Non è un caso che il convegno di «The New York Times» sui beni di lusso abbia coinciso in dicembre con Art Basel a Miami Beach. L’arte viene sempre più utilizzata per vendere borsette e simili, rafforzando le credenziali di questi oggetti di essere qualcosa che va oltre la pura e semplice moda. E disegnare per le società di beni di lusso mette gli artisti su una ribalta globale più ampia. Non c’è ragione per credere, nel mondo dell’accesso immediato, «stile Instagram», che l’arte contemporanea debba perdere a breve termine il suo status modaiolo. Tra i due mondi ci saranno sempre più legami.
Via i mercanti primari
Sta emergendo un nuovo modello di mercato: svariate forme di «mostre curate» che tagliano fuori la figura del mercante primario. Ne sono un esempio «Venus over Manhattan» da Adam Lindemann o l’iniziativa di De Pury negli uffici della famiglia Kulczyk. Queste mostre presentano opere apparentemente non in vendita, materiale del mercato secondario selezionato da mercanti o opere primarie che arrivano direttamente dagli artisti. Si aggiungano gli spazi di vendita delle case d’asta, che stanno iniziando a trattare opere del mercato primario: in tutti questi casi, non c’è rappresentanza dell’artista da parte di un mercante. Inoltre, un numero crescente di artisti tiene i propri lavori per venderli attraverso i social media o tramite agenti. Con la diversificazione del mondo dell’arte, continueranno a nascere e a prosperare nuovi modi di presentare e vendere opere d’arte.
Quali poli d’espansione?
L’iniziale corsa a Hong Kong è terminata, dato che il territorio non ha potuto mantenere le promesse iniziali, ma due centri restano magnetici. Uno è Londra, che prevedo manterrà il suo potere attrattivo come sito in cui stabilirsi in Europa. Quest’anno, mi attendo di vedere più gallerie europee e americane aprire qui delle filiali. L’altro è Los Angeles, che sta emergendo come vibrante centro artistico con numerosi artisti in piena auge. In autunno aprirà The Broad (cfr. articolo a p. 21) e importanti gallerie come Sprüth Magers e Hauser Wirth & Schimmel vi inaugureranno spazi nel 2015. Nel corso dell’anno, mi aspetto di vedere parecchie gallerie spostarsi nella Città degli Angeli.
Le case d’asta Sotheby’s inizia l’anno senza un capo, mentre Christie’s ha un nuovo direttore generale che potrebbe essere temporaneo. La fidata donna «braccio destro» di Pinault, Patricia Barbizet, è stata incaricata di guidare la società dopo le improvvise dimissioni di Steven Murphy, ma potrebbe non essere interessata rimanere a lungo. Quindi la caccia riguarderà probabilmente entrambe le case, con appena una manciata di possibili candidati cui guardare. Sceglieranno un candidato interno, qualcuno con una conoscenza dell’arte e del suo mondo, o un manager di talento proveniente da un altro settore? Murphy ha radicalmente ristrutturato Christie’s, spostandosi su internet e sui nuovi mercati, ma era una personalità perturbatrice, non essendo un esponente del mondo dell’arte, e non era amato da tutti gli specialisti. Quindi la mia previsione è che la società possa voler tornare a una persona più interna al mondo dell’arte. Sotheby’s, d’altra parte, necessita di uno scrollone maggiore, e potrebbe ingaggiare un businessman di grande successo proveniente da altri campi (beni di lusso?) per riformare la società. Inoltre, bisogna vedere come Phillips intenda mantenere la sua promessa di espansione in terra asiatica.
Altri articoli dell'autore
C’è stato un aumento delle vendite di arte «tradizionale» alla fiera Tefaf di Maastricht del mese scorso, lo confermano anche i dealer
L’assemblea generale annuale di febbraio proporrà un nuovo consiglio di amministrazione e nuova linfa per il mercato dell’arte online
Il presidente eletto degli Stati Uniti ha già promesso una revisione, al rialzo, delle aliquote sulle importazioni delle opere d’arte. Per i beni provenienti dall’Europa potrebbero arrivare al 20%: a rimetterci saranno soprattutto i collezionisti
Dopo una primavera decisamente non positiva, c'è attesa per le vendite londinesi della settimana di Frieze. All'ottimismo degli specialisti delle case d’asta, forti anche del buon andamento delle vendite private, si contrappongono però i dati degli analisti di mercato. «Dal punto di vista finanziario la situazione è pessima», sentenzia il veterano Michael Moses