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Raffaella Roddolo
Leggi i suoi articoliVenaria Reale (Torino). La monumentale statua dell’Ercole, l’ultima imponente opera esistente originale della Venaria Reale che si conosca, «avanzo della famosa fontana che eravi nel [suo] Real giardino» (così Amedeo Grossi la descriveva a fine Settecento), torna nella sua collocazione originaria dopo circa 240 anni, concessa in comodato al Consorzio La Venaria dalla Fondazione Torino Musei-Palazzo Madama, dopo un complesso restauro, realizzato a partire dallo scorso settembre dal Laboratorio Persano Radelet di Torino e da Mario Catella con il contributo determinante della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino (oltre 80mila euro).
L’architetto Gianfranco Gritella ne ha curato l’allestimento, per ora presso il parterre dell’Allea di Terrazza del Parco alto, in attesa del nuovo generale recupero della vicina fontana dove la scultura sarà ricollocata definitivamente (si auspica nel 2017, per il decimo anniversario dell’apertura al pubblico della Venaria).
Erano stati gli studi di Paolo Cornaglia a metà anni Novanta a confermare che il colosso di marmo presente alla Villa del Capriglio almeno fino agli anni Cinquanta, e successivamente custodito nei magazzini di Palazzo Madama a Torino, fosse la stessa statua d’Ercole realizzata in marmo di Frabosa nel 1670 dallo scultore luganese Bernardo Falconi per ornare l’omonima fontana dei giardini castellamontiani della Venaria, ove sorgeva in un autentico scenario incantato, fatto di selve di marmo e giochi d’acqua. «Ancora una volta si è stabilito un circolo virtuoso tra pubblico e privato che ha consentito di riportare in tempi brevissimi l’opera nella sua sede originaria» ha dichiarato soddisfatto Mario Turetta, direttore del Consorzio La Venaria Reale.

L'Ercole colosso nei depositi di Palazzo Madama a Torino

Ercole nei giardini della Venaria

Fons Herculeus