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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliViene chiamata «l’insegna della fullonica» ed è uno dei reperti più curiosi conservati al Museo Archeologico Antonio Santarelli di Forlì: si tratta di una lastra in pietra calcarea che indicava una bottega artigiana o un piccolo impianto che lavorava lana e tessuti ed è stata scoperta nel 1878 alla periferia di Forlimpopoli.
Ora il reperto viene esposto, sino al fino al 30 maggio 2016, al Maf - Museo Archeologico Tobia Aldini, in uno spazio appositamente allestito, che in questo modo si «riappropria» di un bene del proprio territorio. L’insegna in pietra, di piccole dimensioni (cm 45x34x0,8) è databile al III secolo d.C. e la sua decorazione rappresenta una importante finestra sul passato produttivo della Romagna in epoca antica. L’interpretazione delle figure, però, non è mai stata semplice.
Il rilievo è composto infatti da varie immagini: c’è un uomo a torso nudo immerso per metà in una tinozza, un rudimentale telaio su cui è teso un tessuto, una piccola altura su cui svetta un tronco con due rami e una foglia stilizzata, una specie di canale o conduttura idrica che rifornisce una grande vasca e infine un oggetto a forma di capanna. Gli studiosi hanno individuato nell’immagine una «fullonica» romana, una officina destinata alla follatura dei tessuti eseguita dai fullones, operai addetti a questa specifica funzione. A Pompei, per fare un esempio, le fullonicae attive all’epoca della distruzione della città erano 13.

L'insegna della fullonica di Forlimpopoli
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