Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliViene presentato questa mattina il riallestimento di una sezione importante all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Paestum. Vi si ripercorre la storia della città dal 273 a.C., quando venne fondata la colonia latina, all’età moderna con un’attenzione significativa data alla riscoperta del sito, avvenuta alla metà del Settecento, nell’ambito del fenomeno del Grand Tour e all’attenzione accresciuta ulteriormente durante l’Ottocento. Risalto viene dato anche alla stagione di scavi e studi che ha caratterizzato il Novecento attraverso la presentazione di documenti e fotografie.
L’intervento, coordinato da Tiziana D’Angelo, direttrice dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia, in collaborazione con Teresa Marino, funzionario archeologo presso gli stessi parchi, s’inserisce appieno nel progetto complessivo del percorso museale che segue un’ideale sequenza stratigrafica e quindi presenta prima i reperti preistorici e protostorici (al piano seminterrato), poi quelli di età greca e lucana (al pianterreno e al primo piano) e quindi le testimonianze dalla città romana sino a oggi (al secondo piano).
La sezione riallestita è dedicata all’archeologo e storico del mondo antico Mario Torelli, scomparso nel 2020, che ne aveva curato il primo allestimento venticinque anni fa. Non solo, a Paestum e, in particolare, al santuario di Afrodite Urania-Venere Iovia, aveva dedicato uno dei suoi ultimi studi. Nel volume Ritorno a Santa Venera (Edizioni ETS) pubblicato postumo scriveva: «Credo che a tutti gli studiosi di una certa età capiti quello che è accaduto a me, e cioè che, giungendo alla vecchiaia, si ami particolarmente ritornare su argomenti che si sono affrontati negli anni verdi».
Leggendo la premessa di quel libro si comprende che costituisce quasi un bilancio della sua attività scientifica: vi ricorda con affetto gran parte dei suoi allievi, alcuni dei quali hanno avuto un ruolo significativo nelle vicende di Paestum negli ultimi anni e nella realizzazione di questo nuovo allestimento. Vediamolo più da vicino: attraverso la presentazione di opere ben note, come una statua in bronzo del sileno Marsia e di reperti inediti recuperati in scavi più o meno recenti, si illustrano le forme della religiosità, gli spazi pubblici e privati, i personaggi di rilievo della città e la sua vita quotidiana. Un’attenzione speciale è prestata alle monete provenienti da tesoretti rinvenuti in area urbana e nel territorio. L’apparato didascalico risulta particolarmente curato e si avvale di supporti multimediali posizionati lungo il percorso e nei suoi punti nodali.
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