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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliL’Académie des Beaux-Arts di Parigi, comproprietaria della Galerie Vivienne dal 1870 (anno in cui ricevette in eredità questo «passage» parigino dalla contessa di Caen), ha annunciato che trasformerà uno dei negozi di quella infilata in un nuovo spazio espositivo associato a una «Libreria-boutique».
Le sale, con una superficie di circa 200 metri quadrati, ospiteranno mostre legate ai premi assegnati ogni anno dall’Accademia e mostre temporanee a tema. Questo luogo, sito al numero 4 di rue des Petits Champs, nel II Arrondissement, sulla riva destra della Senna, arricchirà la programmazione culturale dell’istituzione nella capitale francese, completando quella proposta al Pavillon Comtesse de Caen (Palais de l’Institut de France), al Musée Marmottan Monet e alla Maison-Atelier Lurçat.
La mostra inaugurale, intitolata «Un soleil à peine voilé» («Un sole appena velato»), celebrerà dal 17 ottobre al 30 novembre la giovane creazione presentando i lavori della terza edizione del programma di residenza alla Villa Dufraine, proprietà dell'Accademia delle Belle Arti situata a Chars, nel dipartimento della Val-d’Oise, e ristrutturata nel 2022.
Lo scorso aprile, Villa Dufraine ha ospitato otto artisti riuniti attorno al curatore Andy Rankin: Louise Belin, Megan Bruinen, Liên Hoàng-Xuân, Elouan Le Bars, Puqi Liu, Mathieu Sauvat, Anne Swaenepoël e Maxime Vignaud. Questi giovani creativi sono diplomati alle Belle Arti di Parigi, all'École nationale supérieure d’arts di Parigi-Cergy (Ensapc), alla Villa Arson (Nizza) e alla Luca School of Arts (Bruxelles). Per otto mesi hanno lavorato alla realizzazione di questa mostra, il cui tema doveva essere legato al bicentenario dell’invenzione della fotografia. Questa residenza è stata creata nel 2023 dall’artista Jean-Michel Othoniel, membro dell'Accademia delle Belle Arti e direttore del luogo dal 2021.
«In questi tempi incerti, in cui gli oracoli dell’Ipcc e le continue minacce di guerra non smettono di tracciare per noi l’orizzonte della fine, rimane solo una domanda ossessiva: come reagire? Che cosa fare in un mondo che sa di essere condannato?, si chiede Andy Rankin, curatore della mostra. Durante otto mesi di ricerca e sperimentazione, gli otto artisti e il curatore hanno esplorato il concetto di catastrofe. […] Se questo mondo crolla, rifiutiamo la rassegnazione e ne inventeremo altri, come ci esorta così bene l’ambiguo Philip K. Dick: “Se trovate questo mondo cattivo, dovreste vederne altri”».
Questa mostra avrà un’«estensione» al Musée des Arts et Métiers-Cnam: «L’atelier del disastro, strumenti, attrezzi e altri spettri». Essa proporrà di scoprire l’allestimento specifico di alcune opere realizzate durante la residenza alla Villa Dufraine.
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