Helen Stoilas
Leggi i suoi articoliIn previsione del 200mo anniversario della morte di Francisco Goya nel 2028, e per condividere e diffondere le conoscenze specialistiche sull’opera dell’artista spagnolo, soprattutto nelle collezioni dei musei di New York, l’Hispanic Society Museum & Library ha annunciato l’apertura, questo mese, di un Goya Research Center, con sede nel quartiere di Washington Heights a Manhattan. Il centro di ricerca sarà guidato dal direttore dell’istituzione, Guillaume Kientz, studioso dell’artista, per nove anni curatore della sezione di arte spagnola e latino-americana al Musée du Louvre di Parigi e organizzatore di un simposio internazionale sul pittore spagnolo nel 2013.
«Goya è un artista così importante. Il suo raggio d’azione va al di là della Spagna, o del XVIII e XIX secolo», afferma Kientz, che cita serie di stampe come «Los Caprichos» e «Disasters of War» come particolarmente salienti e che affrontano le stesse questioni sociali che possiamo riscontrare anche oggi nel mondo. «È davvero uno di quegli artisti umanisti, come Leonardo, Michelangelo o Rembrandt, che risuona attraverso il tempo e lo spazio».
Sebbene l’impatto di Goya sulla storia dell’arte sia evidente, con artisti che hanno riconosciuto la sua influenza, da Pablo Picasso ai fratelli Chapman, Kientz sostiene che lo studio sull’artista sia scarso. «Non ci sono molti studiosi che si occupano di Goya nel mondo, e soprattutto negli Stati Uniti», dice Kientz. «Ho quindi pensato fosse nostra responsabilità promuovere una nuova generazione che dedichi il proprio tempo e le proprie cellule grigie a Goya».
Il centro di ricerca si propone di raggiungere questo obiettivo concentrandosi innanzitutto sulle opere di Goya presenti nelle collezioni dei musei di New York, tra cui il patrimonio della Hispanic Society, composto da quattro dipinti, 13 disegni e circa 800 stampe, e le oltre 500 opere del Metropolitan Museum of Art, oltre a collezioni più piccole ma fondamentali di dipinti e ritratti presso la Frick Collection e il Brooklyn Museum. Il centro intende costruire un «museo virtuale» di queste opere, condurre ricerche sulla provenienza e analisi tecniche e produrre risorse per l’apprezzamento pubblico dell’artista.
Tra i primi progetti un simposio sulla storia del collezionismo americano delle opere di Goya in autunno o in inverno, e un anno di mostre dedicate nel 2028. «Forse le persone potranno scaricare una mappa e fare un “Goya tour”», suggerisce Kientz, «partendo da Brooklyn fino alla Fifth Avenue e la Hispanic Society, vedendo tutti quei Goya insieme».
Per raggiungere questi obiettivi, Kientz ha riunito un comitato di esperti composto da accademici e colleghi di altri musei, tra cui il curatore della Hispanic Society Patrick Lenaghan, la conservatrice Dorothy Mahon e il curatore David Pullins del Met, Xavier F. Salomon, vicedirettore e curatore capo del Frick, John Marciari, responsabile delle stampe e dei disegni della Morgan Library & Museum, la curatrice senior Lisa Small del Brooklyn Museum e le studiose indipendenti Janis Tomlinson e Susan Grace Galassi. La prima riunione del comitato è prevista per il 22 luglio, con il proposito di ritrovarsi tre o quattro volte all’anno.
Anche se all’inizio l’attenzione sarà concentrata su New York, Kientz vorrebbe espandere il pool di competenze del centro fino a comprendere le collezioni di tutti gli Stati Uniti. «L’idea è di crescere in modo graduale e speriamo che altri musei del Paese si uniscano a noi», spiega. «Molto spesso una fonte, un documento, un’idea non si applica solo a un dipinto, ma a molti altri. Quindi ha molto senso essere collaborativi e collegiali in questo tipo di sforzi».
Con un budget annuale di 200mila dollari (compresi i costi generali), il Goya Research Center è stato sponsorizzato dal Jasmine Charity Trust in memoria di Regina Jaglom Wachter, con il sostegno aggiuntivo di GRoW @ Annenberg e della Fundación María Cristina Peterson Masaveu.
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