Il Salone dei marmi di Villa Carlotta a Tremezzina

© Ente Villa Carlotta / Studio Aleph

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Il Salone dei marmi di Villa Carlotta a Tremezzina

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L’Olimpo di Sommariva a Villa Carlotta

Riuniti nella residenza a Tremezzina i capolavori di Canova, Thorvaldsen e Hayez raccolti per rivalsa su Napoleone dal marchese lombardo

La collezione privata più importante nell’Italia del primo ’800 (e la seconda di Francia, dopo quella di Napoleone e dell’imperatrice Joséphine) nacque da uno smacco, da un’inaccettabile onta (così lui la visse) subita da Giovanni Battista Sommariva (1760-1826), avvocato di Lodi che, intrapresa la carriera politica durante la Repubblica Cisalpina e diventato braccio destro di Napoleone a Milano, accumulò ricchezze colossali e due titoli nobiliari: conte prima, marchese poi. 

Alla nascita della Repubblica Italiana, nel 1802, non ricevette però da Napoleone la carica attesa di vicepresidente e, ferito nell’orgoglio, si ritirò nella villa di Tremezzo, da lui acquistata dai marchesi Clerici che l’avevano fondata nel 1690. E, per rivalsa, prese a formare una raccolta d’arte antica e moderna ineguagliabile, meta di visitatori dall’intera Europa. Canova e Thorvaldsen (i prediletti), l’acclamata ritrattista Angelica Kaufmann e poi Jacques-Louis David, Pierre-Paul Prud’hon, Jean-Baptiste Wicar, Andrea Appiani, tutti pittori amati da Napoleone e dalla sua famiglia, fino al grande romantico Francesco Hayez e altri ancora, non c’era artista d’inconfutabile valore in quegli anni tra ’700 e ’800 che non fosse presente nella sua raccolta, da lui allestita con effetti scenografici di grande impatto. 

Alle sculture e ai dipinti si aggiungevano pregiatissime gemme incise, orologi preziosi, libri miniati, come «Storia di due nobili amanti-Giulietta e Romeo», miniato dal celebre Giambattista Gigola: sette soli esemplari al mondo. Divisa tra la residenza di Parigi e l’amatissima villa di Tremezzo, che comprende il Museo e il meraviglioso Giardino Botanico («un santuario dedicato alla scultura» e all’arte, e il suo «luogo prediletto per la mitezza del clima e l’incanto del lago di Como», nota Fernando Mazzocca), la collezione Sommariva e la villa di Tremezzo che ne ospitava una larga parte erano, insomma, leggendarie. Dei suoi capolavori alcuni sono tuttora conservati a Villa Carlotta (dal nome dell’ultima proprietaria, Carlotta di Prussia, sposa al duca Giorgio II di Sassonia-Meiningen), ma molti furono venduti quando gli eredi Sommariva subirono rovesci di fortuna. 

È perciò un’occasione da non perdere la mostra «L’Olimpo sul lago. Canova, Thorvaldsen, Hayez e i tesori della Collezione Sommariva» (catalogo Silvana), curata da Fernando Mazzocca, Maria Angela Privitera ed Elena Lissoni, che dal 22 giugno al 30 settembre per la prima volta riunisce a Villa Carlotta (diretta da Maria Angela Privitera) i tesori allora esposti in queste sale e oggi conservati in musei italiani e internazionali: dipinti, disegni, sculture, gemme e il «museo portatile» formato da 110 miniature su smalto e avorio che riproducono i suoi capolavori: il collezionista non se ne separava mai e lo esibiva nei suoi viaggi alle personalità più eminenti. Tesori che ora fanno corona ai capolavori ancora conservati qui di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen («il Fidia del Nord»): del primo, il colossale marmo del «Palamede», eroe civilizzatore che secondo il mito inventò l’alfabeto, ingiustamente condannato a morte (in cui Sommariva s’identificava) o il gesso originale della «Musa Tersicore», 1811 (per Sommariva, «la mia sposa»); del secondo, lo spettacolare fregio marmoreo dell’«Ingresso trionfale di Alessandro Magno in Babilonia» (1818-28). Fino al celeberrimo dipinto «L’ultimo bacio da Giulietta a Romeo» (1823), commissionato ad Hayez dal Sommariva, uno dei tesori più amati del Museo di Villa Carlotta.

«Palamede» (1796-04) di Antonio Canova, Tremezzina, Villa Carlotta. © Ente Villa Carlotta © Studio Aleph

Ada Masoero, 20 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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L’Olimpo di Sommariva a Villa Carlotta | Ada Masoero

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