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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliVenezia. «Da una sola volta a non più di due volte». È questa formula magica, ovvero la modifica al decreto 19 del 20 gennaio 1988 relativo alle modalità di riconferma negli incarichi pubblici, a spianare la strada per un nuovo mandato, il terzo consecutivo dal 2008, a Paolo Baratta attuale presidente della Biennale di Venezia, che peraltro aveva già svolto una prima volta questo ruolo, dal 1998 al 2001. Riconferma da più parti auspicata, del resto, visto il consenso e il prestigio conseguiti dall’ente veneziano un po’ in tutti i settori, ma in particolare nelle arti visive e in architettura, sotto la sua presidenza. Merito probabile del format, più volte ribadito, da Baratta: un direttore di settore che agisce in piena autonomia, assumendosi la piena responsabilità del suo operato, non condizionato da comitati scientifici.
Da ribadire anche l'impegno di Baratta nel dotare le manifestazioni di spazi adeguati, come dimostrano le acquisizioni e i continui interventi all’Arsenale.

Paolo Baratta (a destra) con Okwui Enwezor, direttore della 56ma Biennale Arte, in corso fino al 22 novembre
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