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Il maestro Martin Scorsese e il suo cane Oscar contemplano il patrimonio artistico del Museo del Cinema

© Riccardo Ghilardi

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Il maestro Martin Scorsese e il suo cane Oscar contemplano il patrimonio artistico del Museo del Cinema

© Riccardo Ghilardi

La Mole dietro l’obiettivo di Riccardo Ghilardi

L’artista romano trasforma l’edificio simbolo di Torino in un gigantesco set fotografico, dove il cinema non è solo oggetto di esposizione ma esperienza viva, collettiva e in continua metamorfosi

Jenny Dogliani

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Ci sono mostre che raccontano un luogo e altre che lo reinventano. «Pianosequenza» di Riccardo Ghilardi, a cura di Domenico De Gaetano, appartiene a questa seconda categoria. Non si limita a celebrare il Museo Nazionale del Cinema nella Mole Antonelliana, ma trasforma l’edificio simbolo di Torino in un gigantesco set fotografico, dove il cinema non è solo oggetto di esposizione ma esperienza viva, collettiva e in continua metamorfosi.

Il progetto è nato nel 2021 come diario per immagini della Mole ed è diventato, nel tempo, un affresco corale che unisce architettura e memoria, collezioni museali e volti del cinema. Quaranta scatti compongono una narrazione visiva in cui registi e attori (da Monica Bellucci a Martin Scorsese, da Sharon Stone a Peter Greenaway) abitano e vivono gli spazi del museo. Ognuno interpreta la Mole secondo la propria sensibilità: chi la trasforma in un salotto domestico, chi vi danza sulla cupola, chi si lascia avvolgere dalle lanterne magiche, dalle bobine di celluloide o dalle sceneggiature custodite negli archivi. L’idea del piano sequenza è più di una metafora: ogni fotografia è un fotogramma autonomo, ma anche parte di un’unica, fluida narrazione. Nei labirinti sotterranei, tra le scale nascoste e nei saloni monumentali della Mole, Riccardo Ghilardi costruisce una grammatica visiva che fonde realtà e finzione, documento e sogno. Il museo diventa una macchina del tempo dove le storie del cinema si riscrivono e si contaminano. 

«Era il 2021 quando ho cominciato a immaginare un diario per immagini della Mole Antonelliana che fosse al tempo stesso testimonianza e progetto artistico, e che coinvolgesse i protagonisti del cinema. Costruire un affresco fotografico originale che unisse cinema e architettura, collezioni museali e volti, storia e immaginazione: questo l’obiettivo. Così è nata la mostra “Pianosequenza”, che ha coinvolto alcuni tra i più importanti registi e attori del panorama cinematografico internazionale, attorno a due ossessioni creative che ho inseguito in questi anni: portare il Museo fuori dal Museo ed esorcizzare l’adagio che da anni si sente ripetere, cioè il cinema è morto. In questa visione, un museo non è solo una collezione, ma un motore di memoria attiva, un laboratorio in cui le identità culturali si mescolano per rigenerarsi», afferma Domenico De Gaetano, già direttore del Museo Nazionale del Cinema. 

La mostra è visitabile dall’11 novembre al 2 marzo 2026 alle Gallerie d’Italia-Torino, luogo eletto della fotografia d’autore, dove immagine e archivio trovano un terreno comune. È qui che il progetto rivela la sua ambizione più profonda: fare del cinema una pratica della memoria attiva, una forma d’arte che non si esaurisce sullo schermo ma che si rinnova nello sguardo di chi lo abita e lo interpreta.

Gallerie d’Italia-Torino, piazza San Carlo 156, To, mar/gio-dom 9,30-19,30, mer 9,30-20,30, tel. 800167619, gallerieditalia.com, «Pianosequenza. Riccardo Ghilardi» dall’11 novembre al 2 marzo 2026

Peter Greenaway nel Terrazzo della Rai. © Riccardo Ghilardi

Jenny Dogliani, 28 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

La Mole dietro l’obiettivo di Riccardo Ghilardi | Jenny Dogliani

La Mole dietro l’obiettivo di Riccardo Ghilardi | Jenny Dogliani