«Wish This Was Real» (2016) di Tyler Mitchell

© Tyler Mitchell. Cortesia dell’artista

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«Wish This Was Real» (2016) di Tyler Mitchell

© Tyler Mitchell. Cortesia dell’artista

La New Black Vanguard è il background di Tyler Mitchell

La prima personale in Germania del fotografo afroamericano tra fotografia e videoarte all’Amerika Haus di Berlino

Dal primo giugno al 5 settembre C/O Berlin ospita all’Amerika Haus la mostra del giovane e già affermato fotografo afroamericano Tyler Mitchell (Atlanta, 1995), «Wish This Was Real», che vede la curatela di Brendan Embser, senior editor di «Aperture», e Sophia Greiff, curatrice e condirettrice dei programmi della Fondazione C/O Berlin, in collaborazione con i Tyler Mitchell Studios

Al centro della grande rassegna, che abbraccia quasi dieci anni di attività di Mitchell, sempre in bilico tra fotografia e videoarte, è posta l’installazione «Altars/Acres», composta da foto e sculture a tecnica mista di altre artiste e artisti neri, punto di riferimento creativo del fotografo trentunenne della Georgia, da tempo stabilitosi a New York; tra i loro nomi spiccano quelli di Garrett Bradley, Rashid Johnson, Baldwin Lee, Gordon Parks, Grace Wales Bonner e Carrie Mae Weems, per un dialogo unico tra generazioni al centro del quale la fotografia di Mitchell si inserisce dentro un campo ampio di sperimentazione, eredità intellettuale ed espressione culturale. La necessità di identificarsi precisamente in questo background di artisti afroamericani è il punto centrale della produzione di Mitchell fortemente influenzata, a detta dello scrittore, editore e curatore americano Antwaun Sargent, dalla «New Black Vanguard», descritta come la «proliferazione di immagini di fotografi neri che lavorano tra i generi dell’arte e della moda». Infatti, Tyler Mitchell ha iniziato la sua carriera nel settore del fashion, estendendo poi il suo campo d’azione soprattutto alla ritrattistica, concentrandosi su una narrazione visiva della bellezza, dello stile, dell’utopia e poi anche del paesaggio che espande le visioni della vita dei neri americani, mostrando come il ritratto possa essere radicato nel passato e al tempo stesso evocare futuri immaginari. 

Articolata in tre sezioni tematiche che presentano le sue opere più recenti stampate su tessuto e specchi, questa sua prima personale in Germania ne racchiude le diverse esplorazioni sul ritratto, sulla natura e sulla memoria sociale. Nella prima serie «Lives/Liberties» si riconoscono le prime suggestioni ed influenze sull’opera di Mitchell nel racconto della subcultura degli skater neri americani in immagini che perseguono sogni di svago, comunità ed espressione di sé in mezzo ai disordini della depressa società dell’America contemporanea. In «Postcolonial/Pastoral» le fantasticherie sul paradiso sono sottolineate dalle complessità della storia e dell’identità sociale: Mitchell mette in scena soggetti della Georgia e della New York rurali invitando alla contemplazione attraverso paesaggi vibranti e molti suggestivi riferimenti simbolici. Infine in «Family/Fraternity» viene celebrata la resilienza delle comunità nere attraverso ritratti familiari intimi (e nature morte) le cui case vengono ritratte come santuari.

«Motherlan Skating» (2019) di Tyler Mitchell. © Tyler Mitchell. Cortesia dell’artista

Francesca Petretto, 31 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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La New Black Vanguard è il background di Tyler Mitchell | Francesca Petretto

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