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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliMilano. La Pietà Rondanini di Michelangelo «saluta» la sede storica, la Sala degli Scarlioni del Castello Sforzesco dov’è stata collocata per sessant’anni: riapparirà al pubblico il 2 maggio, in occasione dell’apertura di Expo. In questi giorni la scultura, eseguita da Buonarroti tra il 1552 e il 1564, verrà sottoposta a indagini diagnostiche e a una pulitura antipolvere eseguita con microaspiratori. A metà aprile poi la Pietà verrà imbragata e preparata per il trasferimento, sempre dentro il Castello Sforzesco, nella nuova sede dell’ex Ospedale Spagnolo. Qui sarà collocata su una nuova pedana ipertecnologica che la difenderà da vibrazioni e da altri rischi.
La Pietà (detta Rondanini da quando nel 1744 la acquistarono i marchesi Rondanini di Roma) secondo Vasari e Condivi, doveva servire a Michelangelo per ornare la propria tomba. Almeno nella sua prima versione, poi modificata negli ultimi anni della vita di Buonarroti: fu la sua ultima opera scolpita, e rimasta incompiuta, presente nello studio al momento della morte. Lo testimoniano due lettere del pittore Daniele da Volterra indirizzate a Giorgio Vasari e a Leonardo Buonarroti nelle quali si spiega che la «Statua principiata per un Cristo et un'altra figura di sopra, attaccate insieme, sbozzate e non finite».
L’opera fu di vari proprietari romani fino a quando, nel 1952, venne acquistata dal Comune di Milano e collocata nel Castello.
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La Pietà Rondanini pronta per essere imballata e trasferita. Foto Ansa
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