450 opere hanno cambiato la storia di un museo, quello del Vetro di Murano. Si tratta della cospicua donazione giunta nel 2020 per volontà della ditta Carlo Moretti, fondata a Murano da Carlo e Giovanni Moretti il 30 ottobre 1958. Una mostra ora celebra questo evento presentando per la prima volta la maggior parte della raccolta, con calici, bicchieri e contenitori in cristallo di varia destinazione, dall’estetica basata su linee essenziali, frutto della ricerca di innovazione con cui i due fratelli si sono distanziati dalla produzione della famiglia d’origine, imprenditrice del vetro.
«Storie di fabbriche. Storie di famiglie. Donazione Carlo e Giovanni Moretti 1958-2013», a cura di Chiara Squarcina e Mauro Stocco, è aperta dal 6 dicembre al 30 giugno 2025 nel Museo del Vetro di Murano. Nel percorso, l’evoluzione di una produzione, dai primi vetri trasparenti incisi e i bicchieri colorati, decorati con motivi in oro, alla serie dei Satinati con cui la ditta sbarca sul mercato di New York, dall’innovazione degli anni ’70 sul tradizionale cristallo muranese, con il bicchiere «Ottagonale» e l’«Ovale», alla serie delle «Millemolature» del 1984, dai «Calici da collezione», ogni anno diversi per colori, forme e decorazioni, al progetto «Monolite», sculture in vetro pesante ispirate al paesaggio di Manhattan, fino ai vetri in pasta degli anni Duemila.
«È una mostra che nasce dall’incontro, quando ero stata da poco nominata responsabile del museo, racconta la curatrice Chiara Squarcina, con Giovanni Moretti, titolare dell’azienda di famiglia, rimasto solo dopo la morte del fratello Carlo (1934-2008). La mostra rappresenta il riconoscimento del nuovo capitolo che si è così aperto nella storia del Museo del Vetro di Murano: la donazione giungeva infatti in un momento di rinnovamento e ampliamento, in una felice coincidenza di tempi. Giovanni Moretti è stato un grande sostenitore del museo e un importante interlocutore per la vita dell’istituzione con cui abbiamo realizzato significative mostre. La sua prematura scomparsa nel 2014 è stata una grande perdita».
Studiata e organizzata la collezione, con la sua esposizione si vuole ora raccontare un capitolo della storia veneziana. «La donazione è stata un atto di grande generosità, continua Squarcina, generata anche dal riconoscimento nell’istituzione di un partner importante nel percorso che ha portato il vetro a essere parte della storia del design italiano. In questo omaggio a un grande uomo di cultura muranese, raccontiamo come il vetro di Murano sia diventato protagonista di un modo di vivere attraverso oggetti di grandissima modernità».