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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoli«In quasi mezzo secolo di carriera ho dipinto fumetti e puntini per soli due anni. Possibile che nessuno si sia mai accorto che ho fatto altro?». Roy Lichtenstein dipingeva l’America come la vedeva, insegne, eroi dei fumetti, divi del cinema. Newyorchese, classe 1923, il destino lo ha voluto far nascere lo stesso anno in cui nelle pendici del Monte Lee veniva inaugurata la prima monumentale scritta di Hollywood (per la precisione Hollywoodland, con bianche lettere larghe 9 metri e alte 15). La sua carriera di artista lo ha visto esplorare e confrontarsi con un’ampia varietà di medium, temi e linguaggi, portandolo a produrre oltre 5mila opere. Una vita scandita da vari capitoli, ha prestato servizio come tecnico nell’esercito degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, frequentato i corsi di pittura di Hoyt Sherman, tenuto nel 1951 la prima personale alla Carlebach Gallery di New York, lavorato come assistent professor alla New York State University, insegnato al Douglass College nel New Jersey. Nel 1961 introduce nel suo lavoro elementi tipici del mondo pubblicitario e dei fumetti, il Ben Day e diventa l’icona Pop che tutti conosciamo. Nel 1964 espone da Ileana Sonnabend a Parigi e Leo Castelli a New York, il gallerista italoamericano lo stipendia e lo assolda nella sua scuderia. Arrivano nell’ordine, la serie «Brushstroke» e le nature morte. È la nascita di un sodalizio artistico che lo accompagna fino alla morte, avvenuta nel 1997 a 73 anni per polmonite. Dopo la vendita di un gruppo di opere della Collezione di Dorothy e Roy Lichtenstein, proposta da Sotheby’s lo scorso novembre, la stessa casa d’aste disperde a maggio oltre 40 opere della collezione personale della famiglia Lichtenstein. Un interessantissimo nucleo che ripercorre quattro decenni della sua pratica, dall’Espressionismo astratto alla Pop Art degli anni ’60,ml’esplorazione dell’arte moderna degli anni ’70, le «Riflessioni» degli anni ’80, gli interni e i nudi degli anni ’90. Con un valore stimato di oltre 35 milioni di dollari, i pezzi forti della collezione saranno trasferiti a Hong Kong dal 18 al 23 aprile, per poi tornare a New York in una mostra pre-vendita e alle aste serali e diurne di Sotheby’s Contemporary a maggio.

Roy Lichtenstein, Cover Image (The Gun in America) for Time Magazine (Study). Art © Estate of Roy Lichtenstein
Tra gli artisti più influenti, iconici e brandizzati della Pop Art americana, ha raggiunto il suo record nel 2015, quando da Christi’s a New York la sua «Nurse» è stata venduta per oltre 95 milioni di dollari, raddoppiando il precedente record segnato da Sotheby’s nel 2013 con «Women with Flowered Hat» a 56 milioni. La trattativa più alta conclusa privatamente riguarda invece, come ha scritto il «New York Times», l’acquisto concluso dal collezionista statunitense Steven Cohen, che nel 2017, tramite Acquavella Gallery, è diventato proprietario di «Masterpiece» (1962) per 165 milioni di dollari. «Dai disegni ai dipinti fino alle sculture, questo fenomenale gruppo di opere all’asta da Sotheby’s offre un posto in prima fila per ammirare l’incomparabile genio di Lichtenstein. Nel suo insieme, il gruppo offre un’indagine sulle riflessioni dell’artista sulla storia dell’arte in quattro decenni di pratica. Le immagini di Lichtenstein continuano a suscitare dibattiti con la stessa vividezza di allora. Queste opere, provenienti dalla collezione privata di Dorothy e Roy, arrivano per la prima volta all’asta. L’intera offerta è una selezione ricca e variegata che troverà riscontro nei collezionisti di tutto il mondo», spiega David Galperin, Vicepresidente di Sotheby’s, Responsabile dell'Arte Contemporanea, Sotheby's New York. Tra i top lot in catalogo «Riflessioni: Arte» (1988), acrilico, olio e grafite su tela, stima $ 4-6 milioni. È una delle 36 tele della serie in cui l’artista riflette e si confronta con la sua produzione precedente, una sorta di autoritratto in cui la scritta Art è ready-made, parola, opera d’arte, canone e autoritratto. «Donna: Luce del sole, Luce della luna» (1996), acrilico su legno, stima $ 4-6 milioni, è una figura femminle che incarna il confronto tra la storia dell’arte, il pop e le avanguardie. «Telaio con traverse III» (1968), acrilico, olio, matita di grafite su tela, stima $ 2,5-3,5 milioni, proviene invece da un raro gruppo di undici dipinti su telaio realizzati tra il 1967 e il 1968, sintesi dell'indagine di Lichtenstein sull’arte stessa (già esposto al Guggenheim): «L’aspetto divertente del dipinto su telaio è che, dei due lati di una tela, raffigura il lato che meno vorremmo vedere», speiga Mitchell Lichtenstein. Tra le opere grafiche, invece, «Immagine di copertina (The Gun in America) per Time Magazine (Studio)» (1968 ca), stima $ 200-300mila. Nel 1968, l’assassinio di Martin Luther King Jr. e Robert F. Kennedy scatenò un acceso dibattito sul controllo delle armi. La rivista Time commissionò a Roy Lichtenstein un’immagine per la copertina del numero di giugno: la riproduzione frontale della canna di una pistola, scelta dall’artista in risposta agli eventi del momento. Il 6 luglio 1998 fu riprodotta per la copertina del Time, che titolava: «Still Under the Gun».
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