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Uno scorcio degli scavi a Girsu, antica città sumera

Foto tratta da Wikipedia; foto di David Stanley | CC BY 2.0

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Uno scorcio degli scavi a Girsu, antica città sumera

Foto tratta da Wikipedia; foto di David Stanley | CC BY 2.0

La formidabile burocrazia del primo impero del mondo

Un gruppo di tavolette cuneiformi e di sigilli prodotti sotto gli Accadici testimoniano la capillarità di interessi da parte dell’amministrazione dell’antico Stato mesopotamico

Hadani Ditmars

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Un’équipe di archeologi iracheni, guidata dal curatore del dipartimento della Mesopotamia del British Museum Sebastian Rey, ha scoperto testimonianze che documentano l’eccezionalità della burocrazia sumera. La scoperta è stata effettuata a Tello, nell’Iraq meridionale (l’attuale nome arabo dell’antica città sumera di Girsu) e comprende più di 200 tavolette cuneiformi di argilla e 60 sigilli.

Le tavolette contengono dettagli su una grande varietà di temi, da testi eruditi alla distribuzione di greggi e orzo. Risalgono al periodo di Akkad (2300-2150 a.C.) che, spiega Rey alla nostra testata sorella «The Art Newspaper», fu «un periodo estremamente importante della storia mesopotamica, caratterizzato da re carismatici come Naram-Sin, il primo a proclamarsi divino, e un momento cruciale della storia mondiale, poiché vide l’ascesa del primo impero documentato».

Tra le tavolette di argilla ci sono anche testi scolastici, dice Rey. «Sono testi per l’educazione alla scrittura per gli amministratori degli archivi dello Stato sotto il dominio imperiale di Akkad. È una scoperta fantastica!».

I sigilli, dice, sono dei frammenti di impronte su argilla del sigillo di Lugal-ushumgal, il governatore di Lugash (una città vicina a Girsu), che era nominato direttamente da Naram-Sin e riferiva a lui. Utilizzando i frammenti, Rey e la sua squadra sono riusciti a ricostruire l’intero sigillo, rivelando un testo che recita: «Naram-Sin, il potente, dio di Akkad, re dei quattro quarti (del mondo): Lugal-ushumgal, lo scriba, governatore, tuo servitore». «Il testo dice tutto», continua Rey. «Era un controllo totale».

Alcuni manufatti rinvenuti nel sito, su un tumulo noto come Collina delle Tavolette, rivelano anche, dice Rey, un sistema metrico standard usato in tutto l’impero (l’Akkad-gur) per misurare quantità di derrate come la farina, oltre a prove del «programma propagandistico e culto della personalità» intorno a Naram-Sin. Su una tavoletta di argilla, ad esempio, è raffigurato con una corona di corna, che ricorda, aggiunge Rey, «una figura divina».

Rey descrive la scoperta, nel suo complesso, come una «cassetta degli attrezzi dell’impero».

Tobin Hartnell, direttore del Centro per l’archeologia e il patrimonio culturale dell’American University of Iraq a Sulaymaniyya, ha commentato il ritrovamento in questi termini: «Queste tavolette forniscono un controcanto alla documentazione archeologica, poiché gli Accadici sono più noti per la loro propensione alla guerra, espressa attraverso l’arte e le iscrizioni reali. Questi reperti forniscono anche un contesto per la comprensione di come questa popolazione amministrava il proprio impero, poiché molte tavolette conosciute in precedenza provenivano da saccheggi, mentre questi reperti provengono dal sito stesso. Infine, questi oggetti illustrano come gli Accadici gestissero una città sumerica, soprattutto se situata alla frontiera dell’impero».

Taher Quinn, archeologo dello State Board of Antiquities and Heritage (Sbah), che ha lavorato sul sito insieme al British Museum, afferma: «Queste scoperte, con le loro informazioni, porteranno ancora una volta alla luce le conquiste dei popoli della Mesopotamia di migliaia di anni fa, conquiste che il tempo non ha potuto né travolgere né nascondere».

Un tesoro urbano

Girsu, dice Rey, è uno dei grandi tesori del patrimonio iracheno. Al suo apice nel terzo millennio a.C. (dal 2600 a.C. al 2200 a.C. ca) era una megalopoli che copriva centinaia di ettari, venerata come santuario del dio eroico sumero Ningirsu. La città ha anche «rivelato al mondo l'esistenza dei Sumeri, che inventarono la scrittura alla fine del IV millennio a.C.».

Venne scavata da un’équipe di archeologi francesi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo ma, dice Rey, «la maggior parte dei reperti sono stati portati alla luce a grande velocità e sono stati scarsamente registrati».

I nuovi scavi sono stati effettuati nell’ambito del Girsu Project, condotto dal British Museum in collaborazione con lo Sbah. Uno degli obiettivi del progetto, finanziato dal Meditor Trust, è «tornare a questi scavi della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo per recuperare ciò che è stato lasciato», dice Rey, e indagarlo nuovamente. A differenza dei manufatti portati alla luce in epoca coloniale, i nuovi reperti riemersi rimarranno in patria, al Museo iracheno di Baghdad.

Il progetto Girsu si basa sullo «schema Iraq» del British, sviluppato nel 2015 e finanziato per la prima volta dal governo britannico in risposta alla distruzione dei siti del patrimonio in Iraq e Siria da parte dell’Isis. Il progetto mira ad affrontare i danni causati dai primi scavi e dai moderni saccheggi attraverso le nuove tecnologie e l’«archeologia di salvataggio».

 

Hadani Ditmars, 20 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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