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Leila Alaoui © Augustin Le Gall/Haytham pictures

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Leila Alaoui © Augustin Le Gall/Haytham pictures

La fotografa Leila Alaoui morta nell'attentato in Burkina Faso

«Corrispondente di pace», era a Ouagadougou per un progetto di Amnesty International

Francesca Romana Morelli

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Ouagadougou. Ferita nell'attacco terroristico di Al Qaida a Ouagadougou del 15 gennaio, è morta il 18 gennaio la fotografa e videoartista franco-marocchina Leila Alaoui. Nata a Parigi nel 1982, la Alaoui si trovava nella capitale del Burkina Faso, per un progetto sui diritti delle donne per conto di Amnesty International. Aveva studiato fotografia a New York, viveva tra Marrakech e Beirut, e i suoi interessi si focalizzavano sull’identità e la diversità culturale, anche attraverso i flussi migratori dell’area mediterranea. Apprezzata da giornali come «Vogue» e il «New York Times», aveva esposto in mostre internazionali. Fino a pochi giorni fa la sua serie di ritratti «Les Marocains» è stata esposta alla Prima Biennale dei Fotografi Arabi, nella Maison Européenne de la Photographie a Parigi (Mep). «Era una corrispondente di pace»: così l'hanno ricordata Jean-Luc Monterosso, direttore della Mep e Jack Lang, presidente dell'Institut du monde arabe in un commosso post su Facebook.

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Leila Alaoui © Augustin Le Gall/Haytham pictures

«Les Marocains», un progetto fotografico di Leila Alaoui

Francesca Romana Morelli, 20 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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