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La lezione di Donatello

Lidia Panzeri

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È Donatello il protagonista della primavera patavina, per una serie concomitante di eventi, volti ad approfondire la conoscenza delle sue opere e soprattutto a evidenziarne l’influenza, protrattasi per oltre un secolo, sugli artisti padovani. «Donatello e la sua lezione. Sculture e oreficerie tra Quattrocento e Cinquecento» è il titolo della mostra a cura di Davide Banzato ed Elisabetta Gastaldi in programma ai Musei Civici degli Eremitani e a Palazzo Zuckermann fino al 26 luglio. Donatello soggiornò a Padova per circa dieci anni, tra il 1443-44 e il 1453, in un’età già matura (era nato nel 1386), con una consolidata esperienza del nuovo canone rinascimentale, realizzato nei suoi tre capolavori: il monumento equestre al Gattamelata, il primo di epoca moderna; l’altare del santo e il Crocefisso della stessa Basilica. In mostra agli Eremitani uno dei rilievi alla base del monumento equestre e, soprattutto, i calchi relativi alle sculture dell’altare, eseguiti da Luigi Ceccon e punto di riferimento per la ricostruzione dello stesso altare, ad opera di Camillo Boito, nel 1895. Tra gli allievi, il più vicino al maestro, tanto da seguirlo a Firenze, fu Bartolomeo Bellano, che col maestro condivise l’esecuzione di alcune opere da lui progettate come la piccola lastra in marmo dalla chiesa di San Gaetano, una «Pietà con angeli e le Marie», ideata da Donatello ancora durante il soggiorno padovano. O come la replica del bassorilievo della Crocifissione del Bargello, eseguita da Donatello in tarda età e di recente restaurata, con il recupero degli splendidi riflessi d’oro e d’argento. A Bellano inoltre, secondo Vasari, andrebbe il merito di avere inventato il genere del piccolo bronzetto, ripreso da specialisti di grande valore come il Riccio (Andrea Briosco) o Severo da Ravenna. Non solo bronzo: a Palazzo Zuckermann sono esposti anche terrecotte e raffinate oreficerie. Dalla lezione al «Donatello svelato», titolo della mostra al Museo Diocesano (fino al 26 luglio) a cura di Andrea Nante ed Elisabetta Francescutti. Sono eccezionalmente esposti insieme gli unici tre Crocifissi scolpiti da Donatello: quello bronzeo dalla Basilica di Sant’Antonio di Padova (1443-49), e quelli lignei da Santa Croce di Firenze (1406-08) e dalla chiesa di Santa Maria dei Servi di Padova, a cui il recente restauro ha tolto la falsa patina bronzea, rafforzando in tal modo l’ipotesi della sua autenticità.

Lidia Panzeri, 01 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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