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La modella cura il pittore

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Redazione GDA

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Chissà se i visitatori che hanno raggiunto la fiera Frieze Masters dalla stazione della metropolitana di Camden Town hanno fatto mente locale ai luoghi che hanno visto, perché ne potrebbero ammirare molti di più visitando la principale mostra della stagione autunnale della Tate Britain. La retrospettiva dedicata sino al 13 marzo a Frank Auerbach propone 73 opere. In contemporanea, sino al 21 novembre, si svolge «Frank Auerbach: dipinti, disegni e incisioni, 1950-2015», alla galleria Marlborough Fine Art. La mostra alla Tate è stata curata dalla storica dell’arte Catherine Lampert, in collaborazione con Elena Crippa, Helen Little e Sarah Olivey della Tate Britain. La Lampert è stata direttrice della Whitechapel Gallery e a lungo modella di Auerbach. In questa mostra, l’artista (nato nel 1931 a Berlino ma naturalizzato inglese dal  1947)  ha voluto che i suoi quadri fossero considerati individualmente e non raggruppati per tematiche o stili. Ma la varietà dei suoi soggetti è ampia e il suo lavoro può essere suddiviso in due parti: i paesaggi urbani intorno al suo studio a Camden Town e i ritratti delle persone  importanti nella sua vita. Il lavoro di Auerbach è un continuo coinvolgimento con l’ambiente familiare e questo ambiente ha come centro geografico Camden. Oggi, a 84 anni, l’artista è produttivo come sempre e lavora ancora 365 giorni all’anno. Dipinge nello stesso studio dal 1954, dove prima lavorava l’amico e collega Leon Kossoff. Auerbach ama la continuità, spiega la Lampert: «Il suo studio è perfetto per lui, non ama cambiare le sue abitudini. Prima di riuscire a comprarlo era preoccupato di perdere quello spazio, perché  si sarebbe trovato come una chiocciola senza guscio». La zona intorno allo studio, compresi Primrose Hill e Mornington Crescent, è raffigurata in molti dei suoi dipinti. Nonostante i limiti geografici Auerbach evita la ripetitività. «Per i paesaggi parte da un impulso piuttosto che da un’immagine e disegna trovando continuamente elementi inattesi», afferma la curatrice. Sorprende che Auerbach possa trovare «elementi inattesi» dal momento che, spiega la Lampert, «nei 37 anni in cui sono andata a Camden tutte le settimane come modella, penso sia cambiato molto poco», afferma. L’occhio indagatore dell’artista tuttavia ha colto molti cambiamenti: la curatrice sottolinea che «i podisti con lo zainetto sembrano tipici degli ultimi anni», riferendosi a un dipinto come «Hampstead Road, High Summer» (2010). Parlando con il critico e scrittore Robert Hughes negli anni ’80, Auerbach affermò: «Ho la sensazione molto forte che Londra non sia stata raffigurata a dovere in pittura».

Redazione GDA, 29 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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