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Una veduta di Artissima 2025

© Perottino-Piva-Castellano-Peirano / Artissima

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Una veduta di Artissima 2025

© Perottino-Piva-Castellano-Peirano / Artissima

La nuova generazione dell’arte italiana parla globale

Lo studio dell’Osservatorio Arte Contemporanea su Artissima 2025 rivela una scena under 35 sempre più internazionale, paritaria e indipendente, capace di ridefinire il sistema dell’arte nazionale

Monica Trigona

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Giovani, internazionali, equamente rappresentati e sempre più consapevoli delle logiche globali dell’arte contemporanea: è questa la fotografia che emerge dallo studio dell’Osservatorio Arte Contemporanea, sostenuto da Intesa Sanpaolo e presentato in occasione di Artissima 2025. L’indagine ha analizzato la nuova generazione di artisti italiani nati dal 1990 in poi, rappresentati dalle 176 gallerie italiane e internazionali presenti alla fiera torinese. Dal campione complessivo di 408 artisti under 35, 83 risultano italiani o formatisi in Italia, e su questo gruppo il team di ricerca ha concentrato la propria analisi, valutandone visibilità, mobilità e posizionamento internazionale.

La fascia più rappresentata è quella dei trentenni, nati nella prima metà degli anni Novanta: una generazione che sta consolidando la propria presenza nel sistema dell’arte, sia in Italia che all’estero. Gli artisti più giovani, nati dopo il 2000, si distinguono invece per un’intensa attività sul territorio nazionale e per i primi passi sulla scena internazionale. Un dato significativo riguarda la parità di genere: tra gli artisti italiani considerati, si contano 44 uomini e 39 donne, un equilibrio che segna un cambio di paradigma rispetto alle generazioni precedenti e suggerisce un sistema più inclusivo ed equo.

L’internazionalizzazione appare come un tratto distintivo della nuova generazione. Il 35% degli artisti italiani under 35 ha scelto di formarsi all’estero, mentre il 22,9% ha partecipato a residenze internazionali e il 25% ha ottenuto premi a sostegno della propria carriera. Resta invece limitato, al 3,6%, l’accesso ai bandi dell’Italian Council, segno di una partecipazione ancora contenuta alle iniziative istituzionali. La mappatura delle gallerie italiane rivela un sistema diversificato: poche realtà investono sistematicamente sui giovani, creando vere e proprie «scuderie» di artisti under 35, mentre la maggioranza mantiene un approccio selettivo, rappresentando uno o due nomi emergenti.

L’analisi quantitativa mostra un crescente dinamismo. Il 48% degli artisti ha realizzato almeno una mostra personale all’estero, il 27% più di una, il 12% oltre tre e il 10% più di cinque. Sul fronte delle collettive, la partecipazione internazionale è ancora più ampia: il 70% ha esposto fuori dall’Italia almeno una volta, con un 5% che vanta più di venti mostre internazionali. Tuttavia, resta limitata la rappresentanza estera: l’83% degli artisti italiani under 35 non ha ancora una galleria fuori dal Paese. Ciononostante, si intravedono segnali di evoluzione: un 6% è rappresentato da più gallerie in diversi Paesi, a testimonianza di una rete in espansione e di una logica sempre più reticolare. Le fiere internazionali coinvolgono circa il 27,7% del campione, mentre la presenza in Biennali e collezioni museali riguarda rispettivamente il 10,8% e il 9,6%.

Le città di Londra, Berlino e Parigi emergono come poli di riferimento per le collaborazioni e le rappresentanze, seguite da Svizzera, Germania, Francia, Cina e Stati Uniti. Gli artisti italiani più giovani si muovono con crescente autonomia, costruendo reti e collaborazioni dirette, senza attendere la «scoperta» da parte delle istituzioni o delle grandi gallerie. È una mobilità indipendente, fluida e orizzontale, che dilata i confini tradizionali del sistema dell’arte. Esporre all’estero, oggi, è un indicatore di trasformazione sistemica. L’internazionalizzazione diventa parte integrante delle strategie di crescita, un elemento di legittimazione ma anche di libertà professionale. Le doppie o triple rappresentanze consentono infatti agli artisti di diversificare pubblici, mercati e identità.

La ricerca dell’Osservatorio Arte Contemporanea su Artissima 2025 mette in luce una generazione di artisti italiani che, pur radicata nel contesto nazionale, contribuisce attivamente a ridefinire i rapporti tra scena locale e reti globali. La mobilità, le strategie di internazionalizzazione e la crescente densità di relazioni professionali indicano un cambiamento strutturale: oggi l’arte contemporanea italiana non si misura più solo in termini di successo interno, ma come parte di un sistema interconnesso, flessibile e globalmente competitivo. L’osservatorio che si è occupato di questa interessante analisi è una piattaforma di ricerca ideata da Silvia Anna Barrilà, Franco Broccardi, Maria Adelaide Marchesoni e Marilena Pirrelli, sostenuta da un bando del Ministero della Cultura, da Fondazione Fiera Milano, Banca Intesa Sanpaolo e dal collezionista e architetto Luca Bombassei

Monica Trigona, 03 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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