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Vaso in ceramica con collo flangiato

© Rmn-Grand Palais, Musée du Louvre, Stéphane Marechalle

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Vaso in ceramica con collo flangiato

© Rmn-Grand Palais, Musée du Louvre, Stéphane Marechalle

La passione cinese di Monsieur Thiers

Esposte al Louvre oltre 170 opere della collezione personale del primo presidente della Terza Repubblica francese 

Il Dipartimento di Oggetti d’arte del Louvre conserva più di 600 opere cinesi e asiatiche. Una raccolta perlopiù poco nota e che rappresenta solo una parte della collezione originaria del museo che, dal 1793, anno della sua apertura, si arricchì fino alla metà del ’900, anche attraverso la donazione di collezioni private. Nel 1945 il Dipartimento di arti asiatiche del Louvre venne chiuso e la maggior parte della opere fu trasferita al Musée Guimet, il museo nazionale d’arte asiatiche di Parigi. Una parte degli oggetti rimasti al Louvre proviene dalla collezione personale di Adolphe Thiers (1797-1877), giornalista, storico e controverso uomo politico, poiché fu l’impopolare capo dell’esecutivo che represse la Comune di Parigi del 1871, prima di diventare il primo presidente della Terza Repubblica francese. 

La collezione d’arte cinese del museo è stata al centro di recenti studi, dai quali è scaturita la mostra «Una passione cinese. La collezione di Monsieur Thiers», curata dal conservatore del Louvre e specialista Jean-Baptiste Clais e allestita dal 14 maggio al 25 agosto. Una breve introduzione ricorda chi era Adolphe Thiers e ne approfondisce la passione per l’arte (in particolare per il Rinascimento italiano, che lo portò a visitare più volte a Firenze) e per la Cina. Thiers si interessò a tutti gli aspetti della cultura cinese, dalla letteratura alla lingua, dalla scrittura alle religioni, e acquistò dipinti, opere grafiche e oggetti d’arte decorativa, ma anche una biblioteca di decine di libri e di documenti sull’arte e la storia cinese, comprese carte geografiche. All’epoca, fa notare il Louvre, Thiers era anche uno dei maggiori specialisti di porcellana cinese. 

La mostra racconta anche un episodio dell’insurrezione del 1871, in cui la Comune fece demolire la dimora parigina di Thiers in place Saint-Georges, causando la distruzione anche delle sue porcellane più antiche e degli oggetti in lacca rossa. Nel 1881, secondo le volontà di Thiers, la collezione venne ceduta al museo ed è ora tutta esposta: più di 170 opere tra oggetti in bronzo, giada e avorio, in legno incastonato di madreperla e gemme, e poi disegni, stampe, dipinti, grandi vasi di porcellana e calici, per lo più datati tra il Settecento e l’Ottocento, quindi dell’epoca della dinastia dei Qing, che governò la Cina dal 1636 al 1912. Tra questi, è considerato particolarmente importante il rotolo dipinto a mano di «Qing Ming Shang He Tu» («Lungo il fiume durante il Festival di Qingming»), un esemplare imperiale, largo 16,2 cm e lungo 4,18 metri, realizzato durante il regno dell’imperatore Qianlong (1711-99), in cui si narra, lungo tutta la sua lunghezza, la giornata di una delle festività cinesi più importanti dell’anno, il Qingming, che celebra la primavera e rende omaggio agli antenati. Dello stesso periodo sono una bottiglia in vetro decorata a motivi di fiori e uccelli e che presenta il testo di un antico poema, e un album di disegni su fogli di bodhi in cui sono rappresentate venti scene di Luohan, i monaci buddhisti.

Luana De Micco, 27 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

La passione cinese di Monsieur Thiers | Luana De Micco

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