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Un multiplo di Aldo Mondino nella sede milanese di Jacobacci & Partners

Foto Elena Re

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Un multiplo di Aldo Mondino nella sede milanese di Jacobacci & Partners

Foto Elena Re

La piccola utopia del multiplo

Nella sede milanese di Jacobacci & Partner, studio specializzato in proprietà intellettuale, la collezione di arte moltiplicata di artisti italiani di spicco cresce con l'azienda dando vita a numerosi progetti

Francesca Interlenghi

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Si intitola «MULTIPLI. Un viaggio nell’arte italiana» l’esposizione permanente a cura di Elena Re allestita nella sede milanese di Jacobacci & Partners, una delle principali realtà europee nella tutela e nella valorizzazione della proprietà intellettuale. Convinta che innovazione e creatività siano un patrimonio da salvaguardare in ogni forma, Enrica Acuto Jacobacci, presidente e amministratore delegato dell’azienda, ha scelto vent’anni fa di dare avvio a una corporate collection, innescando un dialogo tra l’arte contemporanea e il lavoro svolto nella tutela delle idee. Così è nata la collezione «Arte e Progetto» di cui Re è curatrice: una raccolta che non s’incentra su singole opere, ma propone una visione d’insieme e cresce con le sedi dell’azienda, diventando lo spunto per numerosi progetti culturali.

Il progetto pensato per gli uffici di Milano, che si dipana da un piano all’altro del prestigioso palazzo di Via Senato 8, mette insieme multipli realizzati da diversi autori italiani di rilievo. Arte moltiplicata, una «piccola utopia» l’aveva definita Germano Celant nel 2012 in occasione della mostra a sua cura alla Fondazione Prada di Venezia. Facendo così riferimento al sogno, trasmesso dalle avanguardie storiche agli artisti di oggi, di arrivare alla diffusione democratica dell’arte praticando una ripetizione dell’oggetto, in modo da favorirne una diversa fruizione estetica e sociale. Luogo e orizzonte, forma e astrazione, figure e mondi, pensiero e progetto, materia e spazio sono gli ambiti tematici dentro i quali si iscrivono i tanti lavori che compongono le tappe di questa articolata narrazione. Da Carla Accardi a Vincenzo Agnetti, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Bruno Munari (di cui sul terrazzo è esposta una scultura che ruotando su sé stessa pare danzare al cospetto della città), a Michelangelo Pistoletto, Salvo, Franco Vaccari (ma l’elenco non ha pretesa di esaustività), le opere invitano lo spettatore ad addentrarsi nell’arte italiana superando il concetto di unico e accettando la sfida del molteplice.

Un posto speciale è riservato a Carol Rama (1918-2015) alla quale il MAMbo, nella sede di Villa delle Rose, dedicherà dal 25 gennaio al 30 marzo 2025 la mostra «CAROL RAMA. Unique Multiples». A cura di Elena Re e sostenuta da Jacobacci & Partners, la proposta vuole mettere in luce l’importante corpus di multipli prodotto dall’artista torinese con la stessa intensità dei pezzi unici, tra il 1993 e il 2005 con Franco Masoero Edizioni d’Arte – Torino. «In questa esperienza intensissima durata molti anni, esplorando il multiplo l’autrice ha ripercorso tutti i grandi temi che compongono il suo mondo – chiosa la curatrice. E l’esposizione intende attraversare questi stessi territori». L’evento si inquadra nell’ambito dell’iniziativa «FUORISEDE»: un incubatore di progetti a cura di Re, che l’azienda sostiene attraverso operazioni di mecenatismo culturale ispirate dalla sua corporate collection, creando un dialogo con istituzioni pubbliche e private.

Francesca Interlenghi, 03 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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