Andrea Appiani, «napoleone ritratto di tre quarti con gli abiti da Re d’Italia», 1805, Vienna, Kunsthistorisches museum (particolare)

© akg-images Erich Lessing

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Andrea Appiani, «napoleone ritratto di tre quarti con gli abiti da Re d’Italia», 1805, Vienna, Kunsthistorisches museum (particolare)

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La prima monografica in Francia di Andrea Appiani

Un centinaio di opere tra dipinti e numerosi studi preparatori e disegni ripercorrono la produzione artistica del «primo pittore» di Napoleone Bonaparte. A settembre sarà trasferita a Milano

È nel castello che Giuseppina Bonaparte, moglie di Napoleone I, acquistò nel 1799, e trasformato nel 1905 in Musée national des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau di Rueil-Malmaison, che si svolge la prima monografica in Francia dedicata ad Andrea Appiani, pittore milanese del Neoclassicismo italiano e prediletto da Napoleone. La mostra, «Appiani (1754-1917). Il pittore di Napoleone in Italia», dal 16 marzo al 28 luglio, è realizzata in collaborazione con il Palazzo Reale di Milano, che ne accoglierà una versione un po’ diversa con il titolo «Appiani. Lo splendore di Milano dall’età di Parini a Napoleone», da settembre a gennaio 2026. Il suo curatore è Francesco Leone, docente di Storia d’arte contemporanea all’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti-Pescara, al quale si deve una ricca monografia su Appiani nel 2016, affiancato da Fernando Mazzocca e il restauratore Simone Ferraro

L’opera di Andrea Appiani è stata oggetto di una rivalutazione critica tardiva, poiché molti suoi affreschi sono andati distrutti nei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, tra cui la serie dei «Fasti di Napoleone» del Palazzo Reale (1808-09). Andrea Appiani si formò all’Accademia di Belle Arti di Brera, seguendo i corsi di Giuliano Traballesi. Le prime sue opere documentate sono gli affreschi per la chiesa di Caglio del 1776-77. Realizzò decori per il teatro La Scala, affrescò le volte dei palazzi Greppi, Diotti, Serbelloni e Orsini e intervenne nella chiesa di Santa Maria presso San Celso e alla cattedrale di Monza. La sua carriera artistica conobbe una svolta decisiva con l’incontro di Napoleone Bonaparte, nel maggio 1796, quando il generale entrò a Milano dopo la vittoria al ponte di Lodi. Nel 1805 Appiani fu nominato primo pittore del sovrano: «Da quel momento, scrive Fernando Mazzocca, il suo destino artistico fu indissolubilmente legato a quello del nuovo regime […]. Si nota una reale differenza rispetto alla sua attività prenapoleonica. Sotto gli Asburgo, si dedicò essenzialmente a grandi cicli decorativi che illustravano soggetti mitologici, allegorici o sacri; sotto Napoleone, si assiste a un cambiamento radicale, come se avesse trovato la sua vera via». 

La mostra, in cinque sezioni crono-tematiche, dagli esordi di Appiani, nutritosi tanto di pittura rinascimentale e del XVII secolo quanto di antichità greco-romana, alle decorazioni monumentali, presenta un centinaio di opere tra dipinti, medaglie, e numerosi studi preparatori e disegni. A Parigi arriva il «Ritratto di Francesca Ghirardi Lecci» (1803) della Fondazione Trivulzio di Milano, il «Ritratto a tre quarti di Napoleone re d’Italia» (1805) del Kunsthistorisches museum di Vienna e «Giunone e le Grazie» (1810-12 ca) dei Musei Civici di Brescia.

Andrea Appiani, «Zefiro e Flora», 1792, Milano, Galleria d’Arte Moderna. © Città di Milano

Andrea Appiani, «La Toilette di Giunone o Giunone e le Grazie», Brescia, Fondazione Brescia Musei, Pinacoteca Tosio Martinengo. © Archivio Fotografico Musei Civici di Brescia-Fotostudio Rapuzzi

Luana De Micco, 03 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

La prima monografica in Francia di Andrea Appiani | Luana De Micco

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