Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Elena Correggia
Leggi i suoi articoliLe aste primaverili in presenza di Farsettiarte, che nel 1982 ha aperto la sua sede milanese, si aprono come da tradizione con gli antichi maestri, soprattutto del XVI e XVII secolo, protagonisti dell’incanto che verrà battuto a Prato il 10 aprile.
Fra i fondi oro si fa notare una «Madonna col Bambino, Santa Caterina d’Alessandria, una Santa e due Angeli» attribuita al Maestro del 1416 e valutata 25-35mila euro. Particolare importanza iconografica riveste poi la tela raffigurante «Le quattro Virtù che reggono il mondo» della bottega del bolognese Orazio Samacchini (1532-77), stimata 10-15mila euro, in cui si nota un sincretismo di simboli tra religione cattolica e cultura classica, testimonianza della complessità allegorica propria delle corti rinascimentali. Risale al XVI secolo anche una rara «Madonna col Bambino» attribuita al pittore di origini abruzzesi Polidoro da Lanciano, molto attivo a Venezia. La sua opera guarda a Tiziano e si connota per grazia e naturalezza (4-6mila). Il gusto pittorico del Seicento è pienamente interpretato dal fiorentino Orazio Fidani con il dipinto di grande formato «Silvio, Dorinda e Linco», ispirato al dramma pastorale «Il pastor fido» di Giovan Battista Guarini (28-38mila) e da un’interessante «Sacra famiglia» inserita in un paesaggio arcadico e con una natura morta di fiori in primo piano, attribuita alla religiosa e pittrice piemontese Orsola Maddalena Caccia (16-20mila). Da segnalare per vivacità narrativa «Tre bambini intenti a giocare (Allegoria dell’Olfatto)» del pittore danese detto Monsù Bernardo, esponente della scuola dei Bamboccianti, che rivela la sua capacità di trattare temi di genere e popolari con originalità (28-38mila).
L’11 aprile sarà invece la volta dei dipinti e delle sculture del XIX e XX secolo. Molto ben rappresentata la pittura toscana, a partire dai maestri Macchiaioli. La luce calda della campagna toscana viene catturata con maestria dai tocchi di colore di Giovanni Fattori nella tavoletta «Effetti di sole», proveniente dalla collezione di Mario Galli e dalla ricca storia bibliografica (7-10mila). Fra i Macchiaioli è presente anche Silvestro Lega con «Donna nella sughereta», dalla pennellata veloce e brillante (8-12mila). Di rilievo i lavori della scuola labronica postmacchiaiola come «Popolaresca», opera storica di Renato Natali dedicata a una festa danzante che anima le vie della vecchia Livorno (15-20mila). Non manca poi Oscar Ghiglia con «La signora Papini», datato 1908, ritratto della moglie del noto scrittore e saggista (18-25mila).
Il 30 e 31 maggio, sempre a Prato, saranno in programma le aste di arte moderna e contemporanea (con preview a Milano dal 15 al 21 maggio ed esposizione a Prato dal 24 maggio). Il Novecento vedrà brillare una raffinata natura morta di Felice Casorati del 1927 «Sedia azzurra e rape (Rape e brocca)», mentre fra i lavori della seconda metà del secolo spiccano l’informale di Tancredi con una tecnica mista su faesite del 1955 e il segno potente di Hans Hartung di cui sarà battuta una tela storica del 1969, «T1969-H23». La poesia della natura interpretata attraverso materiali industriali connota invece «Foglia», tecnica mista poverista di Luciano Fabro del 1986.
Infine, fino al 26 aprile alla galleria Frediano Farsetti di Milano (via della Spiga 52) sarà allestita una personale dell’artista livornese Vittorio Corsini. Si tratta di lavori recenti, sculture e opere da parete che in una pluralità di linguaggi affrontano il comune tema del paesaggio, quello dello spazio aperto e dello spazio abitato, della casa e delle relazioni umane.