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Leggi i suoi articoliAcquisita Villa Verdi, ora è patrimonio dello Stato
Il Direttore generale Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Dicastero, Luigi La Rocca, ha firmato il decreto di esproprio del compendio «Villa Verdi e pertinenze», a Villanova sull’Arda (PC), località Sant’Agata, completa del suo patrimonio immobiliare, del parco storico e della collezione di arredi, epistolari, opere d’arte e oggetti del maestro. «Villa Verdi è il simbolo della grandezza culturale dell’Italia e il luogo dove il maestro ha trovato ispirazione per molte delle sue immortali composizioni. Grazie a questo importante atto, lo Stato ne garantisce la salvaguardia e la restituisce alla comunità come patrimonio di tutti», ha dichiarato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. «L’acquisizione di Villa Verdi è un passo fondamentale per garantire la conservazione del complesso e la sua piena valorizzazione attraverso la creazione di un itinerario verdiano che comprenda i diversi “luoghi” del maestro, il Teatro Giuseppe Verdi e il Palazzo Orlandi a Busseto, la casa natale a Roncole», ha sottolineato Luigi La Rocca.
Un’app per tutelare Pompei
Scavata a partire dal 1748, l’antica città di Pompei comprende a oggi oltre mille abitazioni seppellite nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio, in totale13mila ambienti, di cui solo il 5% ha una copertura che li protegge dagli agenti atmosferici. Il Parco archeologico di Pompei, istituto periferico del Ministero della Cultura, ha sviluppato un’app nell’ambito dell’ecosistema digitale «Open Pompeii», che raccoglie tutti i dati relativi allo stato di conservazione del sito, necessari a programmare interventi di manutenzione e restauro. «La rivoluzione digitale significa soprattutto che tutti noi siamo connessi e che possiamo comunicare con una rapidità e complessità come mai prima nella storia dell’umanità, ha dichiarato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, questo comporta molti rischi, per esempio per i giovani, e non solo, ma anche enormi potenzialità. La nostra app è il tentativo di valorizzare la connettività per potenziare la conoscenza e dunque la tutela. Già stiamo sperimentando come l’intelligenza artificiale può supportarci in questo. In futuro prevediamo di coinvolgere anche i visitatori, che così diventeranno nostri partner nel salvaguardare il sito».
Restituiti al Messico 101 reperti archeologici
I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito all’Ambasciata del Messico 101 reperti archeologici del valore complessivo di alcune decine di migliaia di euro, provento di traffico illecito, appartenenti a diverse epoche e aree archeologiche, che spaziano dalla cultura Teotihuacana dell’Altipiano Centrale, a quella Zapoteca del periodo classico mesoamericano (150-650 d.C.) e preclassico medio mesoamericano (900-300 a.C.), e della Costa del Golfo e messicana-azteca del XIV-XVI secolo. «Tra i reperti miniature fittili, statuette antropomorfe e zoomorfe in pietra dura, piccoli vasi in ceramica nera con effigie, un vaso in miniatura in ceramica nera con effigie di Tlaloc (la divinità della pioggia) appartenente alla cultura Tolteca-Maya del periodo post-classico (900-1200 d.C.), una piccola figura maschile in ceramica con testa e arti dipinti di rosso risalenti alla cultura Olmeca, Costa del Golfo 1500 - 400 a.C., una statuetta antropomorfa in argilla con tecniche di calco raffigurante una figura con copricapo con fascia frontale e paraorecchie circolari, una “pintadera” fittile di forma triangolare con scena di sacrificio umano e impugnatura a forma di testa di serpente della cultura Azteca, e una coppa tripode emisferica in terracotta riconducibile alla cultura Mixteca-Puebla (XIII/XIV-XVI sec. d.C.)», spiegano dal MiC.
Presentate le «Minicifre della cultura» 2024
Presentata la pubblicazione dei principali dati statistici sulla cultura in Italia, disponibile in formato cartaceo e digitale, e nella piattaforma online minicifre.cultura.gov.it, costantemente aggiornata e disponibile da quest’anno anche in inglese. Otto gli ambiti tematici: patrimonio culturale; biblioteche e archivi; arti visive e plastiche, architettura contemporanea e design; editoria e stampa; spettacolo; formazione e occupazione in cultura; risorse economiche per la cultura; benessere; salute e cultura. Promosso dal Ministero della Cultura, il progetto è realizzato dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura e dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali e propone un aggiornamento del lavoro di studio e della collana editoriale Minicifre della cultura realizzati dal 2009 al 2014 dall’Ufficio studi del Segretariato generale del già Ministero dei beni e delle attività culturali. La pubblicazione è scaricabile a questo link.
Siglata l’intesa per le attività di scavo, conservazione e restauro dei contesti funerari ebraici
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio riserva al Ministero della Cultura la ricerca archeologica e la possibilità di richiedere saggi preventivi in vista della realizzazione di lavori pubblici. Tuttavia, per le catacombe ebraiche esiste una specifica disposizione normativa (art. 17 legge 101/1989) che prevede la partecipazione delle Comunità ebraiche alla loro gestione. «L’accordo prevede che, in caso di interventi di archeologia preventiva in siti con possibile presenza di cimiteri ebraici, siano preliminarmente effettuate tutte le possibili ricerche storiche, archivistiche e archeologiche non invasive. Nel caso di individuazione di sepolture ebraiche durante uno scavo, sarà tempestivamente costituito un tavolo tecnico multidisciplinare composto da rappresentanti del Ministero, dell’Unione e degli eventuali enti di ricerca coinvolti, per stabilire le modalità operative più opportune e gli interventi ammissibili e non ammissibili per il singolo contesto. Quando verranno ritrovati resti antropologici riferibili a sepolture ebraiche, la loro custodia sarà affidata in via definitiva all’UCEI per tutelarne l’integrità e garantirne il trattamento e la sepoltura in conformità alle prescrizioni rituali ebraiche. I dati scientifici derivanti dallo studio di quanto rinvenuto saranno considerati di proprietà congiunta dello Stato e delle Comunità ebraiche», spiegano dal MiC.
Aperti nel Parco del Colosseo i magazzini delle spezie
Per la prima volta il pubblico potrà visitare gli Horrea Piperataria, i magazzini delle spezie egizie e arabe citati da Plinio e Cassio Dione, costruiti dall’imperatore Domiziano sulle pendici sud ovest della Velia, nella collina tra Esquilino e Palatino. «In occasione dell’apertura sono stati illustrati i risultati delle recenti indagini condotte dal PArCo e da Sapienza Università di Roma in un racconto multimediale che restituisce le varie fasi costruttive degli edifici dell’area da prima di Nerone fino all’edificazione della soprastante Basilica di Massenzio e oltre. I magazzini saranno per la prima volta visitabili grazie a un nuovo ingresso posto sull’antico vicolo delle Carinae, anch’esso completamente risistemato e accessibile a tutti, dotato di una nuova pannellistica e percorribile dal Foro Romano fino al Tempio della Pace», hanno spiegato dal Parco Archeologico del Colosseo.
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