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Leggi i suoi articoliRoma, scoperti resti identificabili con le mura medievali del Patriarchio
Durante gli scavi per la riqualificazione della piazza San Giovanni in Laterano, nell’ambito delle indagini archeologiche condotte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, è emersa una complessa stratigrafia che comprende, tra l’altro, strutture murarie databili tra il IX ed il XIII secolo dopo Cristo, probabilmente riconducibili al Patriarchio. Costruito per volere di Costantino nel IV secolo d.C. al posto della caserma degli Equites Singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore che si era schierata con Massenzio, il Patriarchio consisteva inizialmente in una basilica monumentale, ma durante il Medioevo venne più volte ingrandito e ristrutturato e divenne la sede papale fino al trasferimento della sede ufficiale del pontefice ad Avignone nel 1305. Si tratta, in questo caso, di un ritrovamento di straordinaria importanza per la città di Roma e la sua storia medievale, poiché in epoca moderna non sono mai stati effettuati scavi archeologici estensivi nella piazza. «Le nuove scoperte di piazza San Giovanni in Laterano sono l’ennesima dimostrazione della ricchezza del territorio di Roma, una miniera inesauribile di tesori archeologici. Ogni singola pietra ci parla e racconta la sua storia: grazie a questi importanti ritrovamenti gli archeologi potranno sapere di più del nostro passato. È fondamentale coniugare la salvaguardia della nostra storia alle esigenze di tutela e modernizzazione del tessuto urbano», ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
A Pompei il ritrovamento di una nuova tomba fa chiarezza sul passaggio alla Roma imperiale
Il ritiro nell’ambitissima Pompei dopo una brillante carriera militare, documentata nell’iscrizione di una tomba trovata durante i lavori nell’edificio di San Paolino, nuova sede della biblioteca del Parco archeologico di Pompei, getta luce sul ruolo degli Autrygoni o Autorigoni, popolo delle regioni settentrionali della penisola iberica, dove Augusto tra il 29 e il 19 a.C. fu impegnato nelle «guerre cantabriche» per completare l’occupazione della Spagna. «Vediamo emergere la rete del potere che collegava le élites dell’impero, ai cui membri chiedeva l’impegno nelle aree di conflitto, con la promessa di ricompense economiche, ma soprattutto di prestigio sociale nella comunità di residenza, spiega il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. Aver ricoperto ben due volte la magistratura più alta di Pompei, il duumvirato, ed essere stato onorato con un monumento funerario su suolo pubblico, sono espressioni di riconoscimento e lealtà verso qualcuno che si era letteralmente battuto in prima linea per la causa dell’impero». Si tratta di una carica finora non attestata che aiuta a fare chiarezza sull’organizzazione del potere romano in una fase di transizione verso il modello imperiale. «Con questo ritrovamento, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il sito di Pompei si conferma un luogo di primaria importanza per ampliare la nostra conoscenza e comprendere al meglio la società dell’epoca. Per questo motivo ho fortemente voluto che nell’ultima Legge di Bilancio ci fossero risorse per una campagna di scavo nazionale per ampliare gli scavi in diversi parchi archeologici. A Pompei, in particolare, in questo momento ci sono diversi cantieri come mai era accaduto nei decenni scorsi. Mi piace ricordare, a questo proposito, gli scavi di Civita Giuliana che ho visitato di recente, area strappata all’attività illegale dei tombaroli, recuperata grazie a un accordo tra il Parco archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Pompei sempre di più si può considerare come un modello di gestione e conservazione del patrimonio culturale italiano, certificato anche dalla Commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, che ha visitato con me il sito il 4 ottobre scorso e si è complimentata per l’utilizzo dei fondi del finanziamento “Grande Progetto Pompei”».
Il Palazzo Reale di Napoli inaugura nuovi spazi
Restauri e nuovi spazi del Palazzo Reale di Napoli sono stati inaugurati ieri alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e il direttore generale Musei, Massimo Osanna: il Belvedere, il Museo della Fabbrica, con la nuova biglietteria e spazio accoglienza nel cortile d’Onore, e la mostra temporanea che racconta i quattro secoli di storia della reggia nella Galleria del Genovese al piano nobile. Dopo un anno e mezzo si sono conclusi i restauri del «torrino», il Belvedere incastonato sui tetti del Palazzo Reale, che sarà riaperto al pubblico da settembre con visite guidate. Un percorso storico attraverso i sottotetti riqualificati per raggiungere il terrazzo più alto che guarda l’intero Golfo di Napoli, riservato per secoli soltanto alla famiglia reale (e ai gabbiani), sarà inserito nel percorso di visita dell’Appartamento storici. Al piano terra di Palazzo Reale sono state invece restaurate le sale che circondano il cortile negli spazi del nuovo Museo della Fabbrica dedicato alle esposizioni permanenti della storia della reggia. Il nuovo museo, in asse con l’ingresso principale di piazza del Plebiscito, crea un nuovo foyer con la biglietteria e il guardaroba, spazio di accoglienza, informazione e orientamento, aperto ai visitatori da oggi 16 luglio. I lavori hanno anche ripristinato le condizioni di sicurezza e funzionalità dei tetti del Palazzo e l’accessibilità ai sottotetti: un recupero di percorsi che consentono la fruizione inedita di un’area di oltre 12mila metri quadrati. «Il nostro obiettivo è quello di recuperare ogni traccia esistente della storia di Palazzo Reale e raccontarla al visitatore, per ricostruire l’identità di un luogo così stratificato, ha commentato il direttore di Palazzo Reale, Mario Epifani. Il palazzo è diventato (complice la vicinanza del Teatro di San Carlo e della Biblioteca Nazionale) una sorta di hub culturale, luogo inclusivo e sede di attività non esclusivamente legate alla visita del museo. Anche grazie a questo nuovo spazio espositivo e di accoglienza, Il Cortile d’Onore diventerà una vera e propria agorà, quasi un pendant più raccolto di piazza del Plebiscito: un luogo di incontro e di eventi, aperto alla città».
Salgono a 108 le tombe dell’Età del Bronzo scoperte a Torre Guaceto
Nella riserva di Torre Guaceto in provincia di Brindisi, sono riemerse nel mese di giugno 43 tombe iscritte in una necropoli risalente a un periodo compreso tra il XV e XI secolo a.C., che sommate alle 65 scoperte nei tre anni precedenti portano il totale a 108. Tra gli oggetti recuperati durante gli scavi decine di urne funerarie contenenti corredi in metallo, spillone e fibule e molti ornamenti perlopiù femminili. Alcune tombe sono state trovate prive di ossa, tanto che alcuni archeologi ne ipotizzano una funzione esclusivamente commemorativa, riservata a chi non faceva ritorno da eventuali viaggi o battaglie. Le ricerche finanziate dal Consorzio di Gestione della riserva e condotte in regime di concessione ministeriale dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, si sono svolte in accordo con la Soprintendenza ABAP per le Provincie di Brindisi e Lecce e in collaborazione con il Dipartimento Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, con il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari. Alla presentazione dei risultati degli scavi presente Maria Piccarreta, segretario regionale del Ministero della Cultura per la Puglia.
Potenza, nuove sale nel museo Dinu Adamesteanu per i reperti delle antiche necropoli
Preziosi reperti dalle numerose necropoli del IV-III secolo a.C. e dalle fortificazioni medievali continuano a emergere a Satrianum, in località Torre di Sariano a Tito (Pz), dagli scavi che si concluderanno l’8 agosto. Parte dei reperti, piatti, vasi e statue, sono in restauro, mentre vetri e numerose collezioni emerse nel 2021 sono esposte in nuove sale del Museo Nazionale Dinu Adamesteanu a Potenza. La Campagna di ricerche, in collaborazione tra studenti e studiosi della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici di Matera, su concessione Sabap Basilicata-MiC, sono dirette dall’archeologa Francesca Sogliani, affiancata dall’equipe francese dell’Università di Rennes 2 coordinata dalla docente di archeologia di quell’Ateneo, Dominique Allios. Punto centrale degli scavi in atto è la valorizzazione e l’uso di nuove tecniche archeologiche a partire dal progetto «Fondo Cultura» del MiC, di cui è stato vincitore il Comune di Tito nel 2021, grazie anche alla messe di reperti emersi all’inizio degli scavi nella zona poco nota della Basilicata. I ritrovamenti di questi anni verranno illustrati all’inizio di agosto dagli archeologi nell’ambito del progetto Prin My-Fortlands, che permetterà a studiosi e pubblico visite agli scavi con guide specializzate per ammirare anche gli ultimi ritrovamenti depositati nelle sale del piccolo museo della torre di Satrianum, importante roccaforte normanna abbandonata nel 1477.
Restaurate le vetrate neogotiche del reposoir della regina Maria Teresa e della cappella del Beato Alberto
Grazie a un complesso intervento di recupero finanziato dalla Fondazione CRC e dal Ministero della Cultura, sono tornate al loro originario splendore le vetrate dipinte del reposoir della regina Maria Teresa e della cappella del Beato Alberto, nel complesso delle Margarie al fondo del Parco del Castello di Racconigi. Il pubblico potrà ammirare i risultati con delle visite speciali in programma nei sabati 27 luglio, 31 agosto e 14 settembre. «Le visite restituiscono al pubblico una parte del complesso solitamente non accessibile. Il reposoir della regina Maria Teresa e la cappella del Beato Alberto, raffinato esempio di neogotico italiano, costruito su progetto di Ernesto Melano e Pelagio Palagi tra il 1834 e il 1843. Situato nella torre angolare di levante, il reposoir della regina fu concepito come un salottino di sosta, caratterizzato da un apparato decorativo ispirato al gotico fiorito, le pareti sono scandite da “finestroni con vetri dipinti a fuoco” eseguiti da Pietro Bagatti Valsecchi. La cappella del Beato Alberto è invece decorata con stucchi, stipiti ornati, cornici e costoloni che dividono la volta in otto campi, alle opere partecipò anche il pittore Francesco Gonin. La vetrata, tranne la cimasa con la Vergine, il Bambino e angeli affidata a Giovanni Bertini, fu realizzata nel 1844 da Pietro Bagatti Valsecchi, su modelli preparatori di Carlo Bellosio, raffiguranti le storie del Beato Alberto, e fu esposta all’Accademia di Brera prima di essere collocata dove tuttora si trova», spiegano dal Castello di Racconigi.
Foibe: importante passo verso il Museo del Ricordo
Compiuto in Senato un importante passo verso l’istituzione del Museo del Ricordo: «Il voto in sede deliberante della commissione Cultura del Senato è un primo, importante passo verso l’istituzione del Museo del Ricordo, che nascerà a Roma e che sarà dedicato alla memoria dei martiri italiani delle foibe massacrati dalla cieca violenza comunista titina. Una tragedia a cui è seguito l’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Ringrazio i senatori componenti la commissione per l’esame del testo, approvato il 31 gennaio in Consiglio dei Ministri su proposta del presidente Giorgia Meloni e del sottoscritto, auspicando che in commissione Cultura della Camera, chiamata ora a esaminarlo, i lavori siano altrettanto rapidi», ha dichiarato lo scorso 16 luglio il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
Ripartiti gli scavi del tempio tripartito a Sarsina
I lavori sono ripartiti a seguito della prima messa in sicurezza del sito nell’area interessata da rischio idrogeologico, un intervento realizzato grazie all’accordo tra l’Istituto Centrale per l’Archeologia del Ministero della Cultura, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso pubblico e della Difesa civile - Comando di Forlì-Cesena, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e il Comune di Sarsina. L’intervento, finanziato dall’Istituto Centrale per l’Archeologia del MiC, si è reso necessario per garantire il prosieguo delle attività di indagine archeologica, oltre che le future fasi di restauro e valorizzazione del sito. La prima fase delle operazioni ha seguito il principio del «minimo intervento». I Vigili del Fuoco del Comando di Forlì-Cesena, con la supervisione scientifica della Soprintendenza, hanno stabilizzato le scarpate che presentavano lesioni e cedimenti inoltre hanno protetto i resti strutturali antichi e reinterrato parzialmente il bene archeologico. Il personale incaricato ha predisposto un sistema di regimazione idraulica con canalette, pozzetti e pompe a immersione per il convogliamento delle acque piovane nel sistema di raccolta comunale.
Celebrato a Bologna il 150mo anniversario della nascita di Guglielmo Marconi
Si è svolto sabato 20 luglio in piazza Maggiore, nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del 150mo anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi, lo spettacolo multimediale immersivo «MARCONI.Alive. Rendere Visibile l’Invisibile». «Sono orgogliosa, ha affermato il sottosegretario Lucia Borgonzoni, di poter presentare questa iniziativa, fortemente voluta dal Ministero della Cultura e pensata per accompagnare un pubblico quanto più ampio possibile alla scoperta di Guglielmo Marconi. A condurre gli spettatori verso la conoscenza non solo delle sue invenzioni, ma anche del suo profilo di uomo e di imprenditore sarà l’arte nelle più diverse espressioni. Un racconto mai visto prima per uno dei progetti più spettacolari finora realizzati sulla figura del Premio Nobel per la Fisica. E tutto questo nella sua Bologna. Lo spettacolo è solo un tassello della serie di iniziative promosse per celebrare Marconi nel 150° anniversario dalla sua nascita. Tra le prossime tappe anche la mostra a lui dedicata che aprirà a Roma».
Aperte le prenotazioni il XV Aquileia Film Festival
Mediterraneo», in programma nella piazza del Capitolo ad Aquileia, sito Unesco, dal 30 luglio al 6 agosto, la prossima edizione dell’Aquileia Film Festival ha aperto le prenotazioni su eventbrite.it. Cinema, archeologia ed esperti del settore si alterneranno per sei serate in un programma all’insegna della divulgazione. Ospiti: gli archeologi Daniele Morandi Bonacossi (30 luglio) e Rita Auriemma (1 agosto), il giornalista e conduttore Emilio Casalini (31 luglio) e il giornalista, scrittore e conduttore Paolo Mieli (2 agosto). Evento speciale il 5 agosto per un omaggio al bicentenario del Museo Egizio, con la partecipazione del direttore Christian Greco e la proiezione di «Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio». Si chiude il 6 agosto con la prima visione del film «Riccardo Muti ad Aquileia dirige il Concerto per la Pace» La rassegna internazionale di cinema archeologico è organizzata dalla Fondazione Aquileia con Archeologia Viva e Firenze Archeofilm, con il sostegno di PromoTurismoFvg e di Cassa Rurale Fvg e il patrocinio di ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo. L’evento è realizzato in collaborazione con Ministero della Cultura, Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Aquileia e Basilica di Aquileia e si inserisce nel percorso verso GO! 2025.
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