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Redazione
Leggi i suoi articoliPunta a velocizzare e rendere ancora più efficace l’azione di contrasto alle frodi e truffe negli ambiti culturali l’intesa sottoscritta il 7 luglio dal ministro Alessandro Giuli, e dal Comandante Generale della Guardia di Finanza, gen. Andrea De Gennaro. Grazie al lavoro svolto in questi anni per la vigilanza e il controllo del tax credit la Direzione cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura ha segnalato alla Guardia di Finanza frodi fiscali legati alla produzione audiovisiva che hanno portato a scoprire oltre 6,2 milioni di euro di crediti d’imposta non spettanti. Negli anni la Guardia di Finanza ha inoltre accertato truffe legate alla 18App, con contributi indebitamente percepiti per oltre 21 milioni di euro e la denuncia di 335 persone.
Il rinnovato accordo tra MiC e GdF prevede poi momenti di confronti tra le due istituzioni per lo scambio di informazioni, corsi di formazione e aggiornamento. «Cultura significa infatti lavorare in un orizzonte comune non soltanto di linguaggi ma anche di comportamenti. Cultura è etica: un ethos intonato all’inflessibile adesione al senso del dovere, così bene esemplificato dal carattere e dalla dirittura di chi ci sta accanto e di fronte in questo preciso momento, ha dichiarato Giuli. L’auspicio è che la divisa indossata dal Corpo della Guardia di Finanza con onore, dedizione, disciplina e rispetto per la maestà delle istituzioni sia idealmente la stessa uniforme, il medesimo abito del quale il Ministero della Cultura possa rivestirsi nella sua funzione morale e civile di ogni giorno».
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