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L’area archeologica di Villa Sora. Foto: Graziella Melania Geraci

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L’area archeologica di Villa Sora. Foto: Graziella Melania Geraci

La villa d’ozio di Torre del Greco non sarà più abbandonata

Affidata a volontari, studenti e Rotary, Villa Sora, da poco passata sotto la giurisdizione del Parco archeologico di Ercolano, è visitabile ogni prima domenica del mese

Graziella Melania Geraci

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Bisogna percorrere una stradina di campagna costeggiata da capannoni e costruzioni agricole, tra abbandono e angoli di laboriosità locale, per raggiungere, nascosti allo sguardo e alla conoscenza di molti, i resti dello sfarzo di Villa Sora, a Torre del Greco, una delle ville d’ozio, ricordate anche dallo storico e geografo greco Strabone, che si dispiegavano lungo il golfo di Napoli e abitate dai più ricchi esponenti del ceto dirigente romano.

Eretta intorno alla metà del I secolo a.C., la villa mostra ancora oggi parte delle strutture e delle decorazioni parietali attribuibili a rifacimenti databili a partire dalla prima età imperiale. Al momento dell’eruzione del 79 d.C. la villa era in corso di restauro, come testimoniano un graffito che ricorda i costi dei lavori, i cumuli di calce ancora visibili e i pavimenti di preziose lastre marmoree di importazione non ancora completati.

Il sito si affaccia direttamente sul mare da cui viene separato solo dalla linea ferroviaria, in un angolo di natura dove un tempo campeggiava l’imponente struttura con un’area porticata posta sul lato a monte della costa con sviluppo laterale di 60 metri lineari e una serie di ambienti disposti su tre livelli, oggi non tutti indagati, un probabile approdo a mare e una grande sala absidata.

Le prime scoperte nell’area risalgono al XVII secolo, quando si rinvennero due lastre in bronzo con i decreti dei due consoli Cn. Hosidius Geta e L. Vagellius e un rilievo in marmo con Orfeo, Hermes ed Euridice oggi conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Altri importanti reperti ritrovati in loco furono portati a Palermo all’epoca della fuga della famiglia reale napoletana per l’avanzata francese e tra questi spicca una splendida copia romana in marmo dell’originale in bronzo del Satiro versante di Prassitele.

Dopo diverse indagini sistematiche, l’area subì un progressivo abbandono. Solo tra il 1989 e il 1992 ripresero le ricerche, dirette dall’allora Soprintendenza Archeologica di Pompei, e successivamente, dal 2016, sono state portate a termine svariate campagne di scavo nell’ambito del progetto «Vesuviana» dell’Università degli Studi di Bologna. La difficile ubicazione della villa, disagevole da raggiungere e celata a un pubblico di passaggio, negli anni ne ha influenzato la fruizione e la conservazione, e non sono mancate dimostrazioni di dissenso attraverso video messi online che presentavano il bene dimenticato.

Una serie di accorgimenti ne ha tuttavia migliorato le condizioni e dal 2004 Villa Sora è visitabile ogni prima domenica del mese grazie al volontariato dell’Associazione Gruppo Archeologico Vesuviano che ha stipulato una convenzione con la Soprintendenza Archeologia per il monitoraggio e le visite guidate.

Oggi il sito è anche oggetto di un progetto di rivalutazione, da un’idea del Rotary E-club Italy South 2100 con la presidente Stefania Galdiero, in sinergia con il Comune di Torre del Greco, il Parco Archeologico di Ercolano e il Gruppo Archeologico Vesuviano con l’architetto Francesca Guida.

Un primo step è stato affidare agli studenti del Liceo «Gaetano De Bottis» di Torre del Greco (la cui sede è proprio di fronte alla via di accesso alla villa) la cura dei contenuti della cartellonistica, con l’intenzione in futuro di intervenire sulla copertura e sull’abbellimento dell’area circostante la villa portando studenti universitari stranieri a lavorare sul sito.

Intanto il Parco archeologico di Ercolano, sotto la cui competenza la villa è tornata da poco, si prepara a nuove azioni di tutela, come conferma il direttore Francesco Sirano: «Il principale obiettivo del Parco Archeologico di Ercolano in questa prima fase è di mettere sotto controllo gli aspetti di conservazione e gestione del sito. A tale scopo, in collaborazione con il Parco di Pompei che aveva la responsabilità dell’area fino a ora, stiamo per realizzare urgenti lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dei resti archeologici e delle strutture moderne di protezione. Inoltre, Villa Sora è stata inserita in tutti i programmi di manutenzione ordinaria del Parco (verde, evidenze archeologiche, videosorveglianza). I passi successivi saranno la progettazione di un primo importante intervento di scavo e restauro archeologico che si inserirà armonicamente con i progetti finanziati nell’ambito dei Cis (Contratti Istituzionali di Sviluppo) per la buffer zone del sito Unesco che prevedono lavori a cura del Comune e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli».

L’area archeologica di Villa Sora. Foto: Graziella Melania Geraci

La strada che conduce all’area archeologica di Villa Sora. Foto: Graziella Melania Geraci

Graziella Melania Geraci, 18 settembre 2023 | © Riproduzione riservata

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