Nicola Zanella
Leggi i suoi articoliDietro a ogni grande collezione corporate c’è (spesso) una grande donna. In questo caso dietro a ben tre di esse c’è Rischa Paterlini, che qui ci racconta del suo lavoro, fondamentale per dare spessore e visione alle raccolte aziendali. Oltre a condividere con noi la sua filosofia e i suoi progetti, ci fa anche un regalo di Natale, indicandoci giovani artisti da tenere d’occhio nel prossimo futuro.
Ci racconti del suo lavoro
Sono una curatrice indipendente, il mio lavoro spazia tra diverse attività, ma una parte importante del mio impegno riguarda la gestione e valorizzazione di collezioni d’arte, sia personali che aziendali. Dalla selezione e acquisizione delle opere, alla curatela di mostre e progetti speciali, fino a far sì che queste collezioni vivano in armonia con il contesto che le ospita. Lavoro in questo mondo da più di vent’anni e ho imparato a capire che cosa vuol dire entrare in uno spazio dove l’arte ti parla e ti spinge a riflettere. Una mia amica collezionista durante un viaggio mi ha detto una frase che mi è rimasta impressa: «Non è importante possedere l’opera; ciò che conta è l’esperienza che ti regala». Ecco, il mio lavoro è questo: far sì che l’arte non sia solo qualcosa da guardare, ma un’esperienza da vivere e, soprattutto, da ricordare.
Quali realtà corporate segue e che cosa fa per loro?
Collaboro con diverse realtà corporate come Ecoedile Srl, Spada Partners e miramART. Il mio ruolo è cercare di integrare l’arte nei loro spazi, nella loro cultura aziendale e farli convivere armonicamente in un unico mondo. Ogni progetto è pensato su misura, con attenzione al contesto e alle esigenze specifiche. Per Ecoedile Srl, seguo la collezione d’arte, occupandomi di acquisizioni, mostre e progetti site-specific. L’obiettivo? Trasformare gli spazi aziendali in luoghi che ispirano creatività e dialogo, dove l’arte diventa parte integrante della vita lavorativa. Con Spada Partners, oltre alla gestione della collezione, lavoro su progetti che portano l’arte nella quotidianità aziendale, un esempio l’ultima mostra di Antonio Fiorentino. Per miramART, che ha sede nello storico Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure, seguo la collezione d’arte dell’hotel curandone il catalogo e valorizzandone le opere attraverso un racconto che spero possa essere coinvolgente. Vorrei che l’arte diventasse un’esperienza immersiva per gli ospiti, capace di amplificare il senso di ospitalità e di rendere ogni soggiorno davvero speciale.
C’è differenza tra la gestione di una collezione personale e quella di una collezione aziendale?
La gestione di una collezione personale è un lavoro intimo, guidato dalla passione e dal gusto del collezionista. Ogni opera racconta qualcosa di chi la sceglie, riflettendo la sua sensibilità e creando una narrazione personale: la collezione diventa, in un certo senso, un’estensione della sua identità. Una collezione aziendale, invece, richiede un approccio più strutturato e attento. Non tutto può essere allestito o esposto: le aziende con cui lavoro hanno grande rispetto sia per chi vive quegli spazi ogni giorno sia per il pubblico esterno. Qui la sfida è lavorare con qualità, sviluppando progetti che siano accessibili e condivisibili da tutti. Il mio lavoro consiste nel trovare il giusto equilibrio tra la forza espressiva delle opere e l’armonia degli spazi. L’obiettivo? Far sì che l’arte non sia solo qualcosa da ammirare, ma diventi un valore condiviso che arricchisce la vita delle persone, rendendo ogni luogo più stimolante e significativo.
Che cosa ha in serbo per noi nel 2025?
A marzo sarò impegnata con MIA Photo Fair a Superstudio Più, come membro del comitato scientifico e curatrice. Con tutto il gruppo stiamo lavorando a progetti che mettano al centro la fotografia contemporanea, con tante novità che spero sapranno sorprendere chi visiterà la fiera. Con miramART stiamo preparando una nuova pubblicazione dedicata alla collezione: un lavoro di cura e di racconto che vuole dare voce alle opere e far vivere l’arte anche fuori dagli spazi dell’hotel. Per Ecoedile, invece, c’è in programma un progetto in cui un artista ripenserà e ridisegnerà gli spazi aziendali. Non si tratta solo di decorare, ma di trasformare gli ambienti in luoghi dove l’arte dialoga con chi ci lavora. Inoltre, sto collaborando in diversi spazi all’organizzazione di una serie di Talk dedicati alla fotografia al mercato dell’arte e al collezionismo, momenti di confronto e di scambio che spero saranno utili e interessanti. E sì, ci saranno anche delle mostre in arrivo, ma per ora non posso dire nulla.
Ci faccia un regalo per Natale: un artista seguire e conoscere meglio?
Questa domanda è complicata, scegliere è sempre difficile, ma provo a restringere il campo all’Italia e under 30. Vi consiglio due artiste che meritano attenzione: Camilla Gurgone e Martina Ferrari. Entrambe hanno un linguaggio fresco e originale, capace di sorprendere. Regalatevi il tempo di scoprire il loro lavoro: sarà un regalo che potrebbe durare ben oltre il Natale.
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