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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliÈ stata presentata stamattina nella Sala delle Colonne di Palazzo di Città, a Torino, la 28ma edizione di Luci d’artista, che si accenderà dal 24 ottobre all’11 gennaio. Innestate sulle linee barocche e sulle architetture liberty e moderniste che caratterizzano l’urbanistica locale, le Luci d’artista oltre a una importante collezione di opere di affermati artisti internazionali sono diventate «un potentissimo strumento di comunicazione che ha contribuito a fare di Torino una città dell’arte contemporanea», ha spiegato il sindaco Stefano Lo Russo. Tra le novità di quest’anno quattro nuove luci: una dell'artista britannica pluripremiata, con una prossima personale alla Tate Modern di Londra, Tracey Emin, regalo alla città della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT prossima a festeggiare i 25 anni dalla sua istituzione; una video proiezione di Soundwalk Collective (con la partecipazione di Patti Smith e Philip Glass) creata con OGR, che la ospiterà nel suo cortile; un neon di Riccardo Previdi legato allo sport e all’arte concettuale, voluto, donato e realizzato da Nitto ATP Finals (che verrà però accesa in novembre) e un’installazione luminosa di Gintaras Didžiapetris prodotta in collaborazione con l’Istituto di Cultura lituano, gemellato quest’anno con l’Italia.

Tracey Emin Image courtesy di Harry Welle
Patrimonio della città di Torino, quanto la Mole e il gianduiotto, Luci d’Artista è un progetto curato dalla Fondazione Torino Musei con il sostegno, tra gli altri, di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT (con la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e OGR Torino, entrambe sostenitrici di due diverse luci in questo 2025) e Nitto ATP Finals e con Gruppo Iren, main partner da oltre 20 anni, che contribuisce supportando e alimentando le installazioni con tecnologie sempre più sostenibili e a basso consumo. Una visione manageriale cui si lega l’evoluzione del progetto profondamente identitario con un format che prevede oltre alla collezione principale, la nuova sezione «Duet», dedicato alle collaborazioni internazionali per ampliare la rete di partenariati con istituzioni culturali estere. Tra i primi frutti, oltre all’opera di Gintaras Didžiapetris (in collaborazione con il Lithuanian Culture Institute), il dialogo con il MAC Musée d’Art Contemporain di Lione. E poi la sezione «Costellazione», che valorizza le produzioni luminose promosse dalle istituzioni torinesi e non solo, che si andranno ad affiancare al nucleo di luci principali. E il Public Program rinominato «Accademia della Luce», sezione educativa e partecipativa della rassegna, sviluppata con modalità più approfondite ed estese nel tempo. Parallelamente, si intensifica il lavoro di restauro e recupero delle opere storiche della collezione, sostenuto anche quest’anno dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e dall’Unione Industriali Torino. Tra gli interventi più significativi di questa edizione, quello su Doppio Passaggio (Torino) di Joseph Kosuth (2001), grazie anche al supporto di NeonLauro.

CANEMORTO Photo: Ivan Cazzola
Il tutto supportato da un nuovo piano di comunicazione. «Insomma un vero museo della luce che, pur senza statuto giuridico, ha ormai organizzazione, identità e relazioni autonome. Un soggetto attivo della scena locale e nazionale, uno spazio di aggregazione. Un’iniziativa cresciuta senza un aggravio sui conti della Città, ma grazie a un approccio manageriale. E che è già anche al lavoro per l’edizione 2026-27, quando debutterà la nuova luce di Canemorto, con cui Luci d’artista ha vinto il bando dell’Italian Council», conclude il curatore Antonio Grulli.
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