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Massimiliano Scuderi © A SUD

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NEW ENTRIES FOR FUTURE | Massimiliano Scuderi

In attesa della 32ma Artissima, tredici dialoghi ispirati al pensiero visionario di Richard Buckminster Fuller, per riflettere sul senso di abitare il nostro pianeta, sfidare le consuetudini e abbracciare un futuro di innovazione e responsabilità collettiva

Jenny Dogliani

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Artissima invita quest’anno a concepire un Manuale Operativo per Nave Spaziale Terra, ispirandosi all’omonimo libro di Richard Buckminster Fuller. La fiera chiama la comunità di giovani galleristi e operatori culturali a riflettere sul senso di abitare il nostro pianeta, adottando prospettive inedite, sfidando le consuetudini e abbracciando un futuro di responsabilità collettiva e innovazione. La parola ad Massimiliano Scuderi, fondatore e direttore della Galleria A SUD, Pescara.

In che modo un’opera o un artista hanno fortemente trasformato il suo modo di abitare il nostro «pianeta-mondo», influenzando il suo sguardo critico e la sua azione curatoriale?
Direi che la mia pratica curatoriale nasce essenzialmente dall’aver condiviso con gli artisti scelte e punti di vista. Ad esempio con Peter Fend condivido il concetto di sostenibilità, con Vito Acconci l’idea di come sarebbe evoluta la relazione tra dimensione pubblica e quella privata. Così come hanno inciso tantissimo Adriano Costa, Berenice Olmedo e Gaelle Choisne nel ripensare i modelli di convivenza nel mondo, tra gli uomini e tra l'uomo e la natura, spostando l’attenzione dal modello occidentale ad altri.

Nella sua pratica di gallerista, come concilia l’intuizione e la capacità di affrontare l’imprevisto con le esigenze di pianificazione e rigore necessarie per affrontare le sfide del nostro tempo?
Non mi ritengo un gallerista, ma un critico e curatore. Credo oggi sia molto importante il lavoro del gruppo, le relazioni e la capacità di inventare nuove forme anche di mercato, seguendo le regole della qualità, più che della quantità. È importante pianificare, ma anche il guizzo estemporaneo, le cose più interessanti sono venute fuori da occasioni non programmate.

Se potesse trasmettere un’istruzione alle prossime generazioni di artisti e operatori culturali, quale messaggio essenziale, idealmente ispirato al pensiero di Buckminster Fuller, vorrebbe lasciare per guidarli in questo viaggio collettivo?
Di credere fortemente in quello che fanno, anche se apparentemente ciò che fanno non interessa a nessuno (anche molte previsioni sulle applicazioni delle cupole geodetiche non si realizzarono). Consiglierei di provare a fare qualcosa che nessuno ha mai pensato e di sbagliare. E poi sicuramente di tener presente il vero lascito del pensiero di Buckminster Fuller legato all’invenzione di innovativi modelli di pensiero, che possano ispirare nuove forme di convivenza e socialità.
 

Jenny Dogliani, 24 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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