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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliSempre più trasversale, la lettura delle opere d’arte rivela rebus e indizi che discipline un tempo non coinvolte, come la musica e le scienze, contribuiscono a risolvere. Succede ad esempio che l’immenso patrimonio del bacino degli Uffizi venga attentamente scandagliato dalle storiche della medicina Donatella Lippi e Raffaella Bianucci, che dagli dèi dell’età classica alle malattie della famiglia de’ Medici tracciano in 18 sezioni un singolare percorso in cui trovano spazio malattie endocrine e reumatologiche, parto e patologie oculari.
Ognuna delle opere analizzate (le più disparate: dalle sculture di «Apollo e Marsia» per la sezione di anatomia ai ritratti medicei) presenta una doppia scheda, la prima tradizionalmente storico artistica e la seconda di impostazione medico-diagnostica. «Così come molte scuole mediche negli Stati Uniti hanno introdotto l’arte tra le materie di studio, così dagli Stati Uniti ha preso avvio il movimento della medicina narrativa, che Rita Charon (Columbia University) ha trasposto in ambito clinico», scrivono le curatrici. «Oggi, di fronte al trionfo della più raffinata tecnologia, alla Letteratura e alle Arti figurative si riconosce un nuovo valore formativo per il futuro medico, con l’obiettivo di allenarlo in quella diagnosi gestaltica da cui la tecnologia lo sta progressivamente allontanando».
Si scopre così che nel suo infinito, appassionato desiderio di rappresentare la realtà, Caravaggio nel celebre «Bacco» non indugia nel ritrarre gli arrossamenti epidermici di un ragazzo del popolo con l’abbronzatura da muratore, come da taluni supposto, ma molto più plausibilmente il giovane e femmineo collega siciliano Mario Minniti, molto in voga nella cerchia del Cardinal Del Monte. Non ancora alcolizzato, ma sicuramente sbronzo.
Ars Medica nelle Gallerie degli Uffizi,
a cura di Donatella Lippi e Raffaella Bianucci, con presentazione di Eike D. Schmidt, 176 pp., ill. col., Pontecorboli, Firenze 2022, € 38,80

«Il Cavadenti» (1609) di Caravaggio, Firenze, Palazzo Pitti (particolare)
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