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Robert Kusmirowski al pianoforte

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Robert Kusmirowski al pianoforte

La vita degli oggetti, tra Ustica e i lager, in un film su Robert Kusmirowski

Il documentario, presentato in anteprima all’Istituto Polacco di Roma, racconta genesi, percorso e fonti di ispirazione della mostra dell’artista al MAMbo lo scorso anno

Letizia Riccio

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La mostra «Robert Kusmirowski PERSO[A]NOMALIA», rimasta aperta al MAMbo di Bologna fino al 29 settembre del 2024, è ora diventata un documentario. Presentato in anteprima all’Istituto Polacco di Roma, il film di Stefano Scialotti racconta il concept, la genesi e la conclusione dell’esposizione dell’artista contemporaneo nel museo bolognese, e il sottile legame con la memoria rappresentata dal relitto aereo del controverso evento di Ustica, a quarantacinque anni dalla tragedia (il 27 giugno 1980, con ottantuno vittime). Il DC9 dell’Itavia, o ciò che ne rimane, è infatti il fulcro del Museo per la Memoria di Ustica, una delle istituzioni museali della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, così come il MAMbo. Nei prossimi mesi (le date sono in via di definizione), il documentario verrà presentato in alcune sale e sedi istituzionali a Bologna; e poi a Torino, al Museo Nazionale dell’Automobile, dove le auto-giocattolo di Kusmirowski sono entrate in collezione permanente nell’ambito del progetto pluriennale «Convergenze». Seguiranno, via via, altre proiezioni in Italia.

«In un film i sentimenti e le esperienze probabilmente possono sopravvivere», dice Robert Kusmirowski nel corso della presentazione del documentario, spiegando il suo approccio alla memoria e agli oggetti: «Vecchi vestiti, mobili, suppellettili, sono come libri dove leggere il mondo delle persone che li hanno lasciati». Kusmirowski ha reperito questi reperti del tempo in buona parte da Maurizio Merzadori, titolare del Freak Andò Antiquariato Modernariato Design, un’istituzione nel capoluogo emiliano. Racconta il curatore della mostra «PERSO[A]NOMALIA» (insieme a Marinella Paderni), Lorenzo Balbi: «Robert aveva bisogno di trovare a Bologna moltissimi oggetti per allestire la mostra e temeva che gli proponessimo il classico negozio di modernariato. Quando l’ho portato da Maurizio, ha capito di che cosa stessi parlando; e tra loro è nata un’intesa immediata e un’amicizia». La testimonianza di Maurizio Merzadori è ampiamente presente all’interno del film, restituendo, oltre all’incontro con l’artista polacco, uno spaccato recente della storia bolognese.

Il documentario (accompagnato da un sottofondo suonato dallo stesso Kusmirowski su un pianoforte viennese del 1906 volutamente non accordato) inizia con la suggestiva installazione audio-luminosa realizzata da Christian Boltanski (Parigi, 1944-2021) per il relitto di Ustica nel Museo per la Memoria. La triste vicenda rappresentata nel museo è stata per Kusmirowski una delle fonti di ispirazione della sua mostra; un’altra è stata il lager nazista di Majdanek (Polonia), vicino all’attuale residenza dell’artista, a Lublin. Le immagini di una visita di Robert nel luogo di sterminio, con le ottocentomila scarpe ritrovate sul posto, sono parte dei momenti finali del film. Al centro della narrazione, l’allestimento, il corso e il disallestimento dell’esposizione, composta da oggetti risalenti per lo più ai primi decenni del Novecento (alcuni al ventennio fascista), quasi tutti in legno, in una serie di installazioni che danno vita alle storie e al passato. Spiega l’artista: «Il legno viene dai boschi e dalla natura, è utile e comodo; e molti di questi oggetti antichi sono utilizzabili ancora oggi». Il curatore Balbi, a proposito della realizzazione del documentario, ha sottolineato: «Non capita spesso che qualcuno si interessi a una mostra fino a decidere di farne un film, come ha fatto Stefano Scialotti». E il regista ha aggiunto: «Mi sono innamorato quasi per caso del lavoro di Kusmirowski dopo aver visitato la sua mostra al MAMbo: ha un approccio razionale, ma, al tempo stesso, poetico, al punto che, per paradosso mi ha trasmesso un senso di tranquillità».

«Robert Kusmirowski PERSO[A]NOMALIA» è un film della durata di 58 minuti, prodotto da Dinamolab in collaborazione con il MAMbo, l’Istituto Polacco di Roma e Freak Andò Antiquariato Modernariato Design, da un’idea e per la regia di Stefano Scialotti.

Letizia Riccio, 04 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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