Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliDopo sette anni, tanto è durato complessivamente l’intervento di restauro, ha riaperto al pubblico l’ala ottocentesca del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno (Tv), detta ala Lazzari in ricordo dell’architetto Francesco Lazzari che la realizzò tra il 1831 e il 1836. Si tratta dell’ala nella quale sono conservati alcuni dei più noti e amati capolavori dello scultore che a Possagno era nato nel 1757, in primis «Amore e Psiche» e «Le grazie», ma anche «Napoleone come Marte pacificatore» e «Ercole e Lica». Il paese nel Trevigiano gode ancora oggi dell’eredità di Canova: il tempio canoviano (Chiesa Madre della Santissima Trinità) domina il paesaggio, consentendo dalla cupola di ammirare il panorama fino al Sacrario del Monte Grappa con il drammatico impatto sul profilo della montagna.
Il complesso museale comprende la più grande gipsoteca d’Europa, con la sua raccolta di gessi, composta oltre che dall’ala Lazzari anche dall’ala Gemin e dall’ampliamento progettato da Carlo Scarpa alla fine degli anni ’50 del Novecento (che attende ora il suo turno per i restauri previsti il prossimo anno), dalla biblioteca, dal giardino e dal «brolo», lo storico orto e frutteto. E naturalmente comprende anche la casa natale cinquecentesca, dove sono conservate le opere pittoriche, i disegni, le incisioni e gli effetti personali di Canova.
L’intervento di consolidamento strutturale e miglioramento sismico, iniziato nel 2017 dall’atrio e dalla prima campata dell’ala Lazzari (bombardata durante la prima guerra mondiale e restaurata nel 1922), proseguito poi nella seconda e terza campata, ha imposto di togliere temporaneamente dalle pareti i rilievi in gesso, riposizionati dopo essere stati puliti e restaurati, così come alcune delle opere a tutto tondo. Per altre invece si è optato per la loro custodia attraverso appositi cassoni in legno.
Tutto il settore è stato inoltre dotato di un nuovo impianto illuminotecnico con la luce riflessa che valorizza il patrimonio conservato, completamente digitalizzato «al fine di realizzare a breve un “virtual tour” disponibile per chiunque sia impossibilitato, per qualsiasi ragione, di raggiungere fisicamente il luogo», come hanno spiegato il sindaco di Possagno Valerio Favero e il presidente della Fondazione Canova Massimo Zanetti. L’importo di quasi un milione di euro è stato coperto in massima parte dal Ministero della Cultura con il contributo di 200mila euro versato dal Comune di Possagno.
«Un intervento di cui, ha spiegato la direttrice Moira Mascotto, nel venticinquesimo anniversario del crollo della basilica di Assisi a causa del terribile terremoto del 1997, non finiremo mai di sottolineare l’importanza ai fini della sicurezza sia del patrimonio qui conservato che dei visitatori». Il progetto di digitalizzazione realizzato in questa occasione si estende anche alla parte strutturale e impiantistica, in modo da poter rilevare qualsiasi criticità che dovesse verificarsi. Resta visitabile ancora fino al 7 gennaio la mostra fotografica di Luigi Spina in dialogo con i gessi di Canova.
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Una veduta dell’ala ottocentesca del Museo Gypsotheca Canova di Possagno
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