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Cantaro bifronte con teste di un maschio africano e di una femmina greca (480-470 a.C. ca) conservato al Princeton University Art Museum

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Cantaro bifronte con teste di un maschio africano e di una femmina greca (480-470 a.C. ca) conservato al Princeton University Art Museum

L’arte come strumento di comprensione

Un libro di Adriano Amendola svela uno dei talenti dell’arte: insegnare il rispetto per la diversità

Maria Celeste Cola

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Più che mai attuale, il tema affrontato da Adriano Amendola apre la strada a una riflessione sulla diversità, aspetto chiave per la comprensione del mondo antico e contemporaneo. Quello che si apre al lettore attraverso le immagini e gli esempi scelti è un mondo senza confini, fluido e in movimento esattamente come nella nostra era.

Due emisferi in dialogo continuo, tra spinta alla conoscenza e fenomeni di più ampia e drammatica portata. In un’epoca di massima attenzione su chi arriva da mondi lontani, l’arte aiuta e soprattutto insegna il rispetto per la diversità. Nessuna è la disuguaglianza tra i volti del «kantaros bifronte» della Princeton University, dove anzi identica è la fierezza del giovane africano da un lato e quello della fanciulla greca dall’altro come nessuna è la distanza tra lo sguardo indulgente di Dürer e quello di Katharina, la servitrice mulatta dell’ambasciatore João Brandão che l’artista ritrae nel 1521.

Nessun biasimo da parte di Hoefnagel verso l’ipertricotico Pedro Gonzales, come da parte di Bronzino nei confronti del nano Morgante amato da Cosimo I. Dalle opere analizzate esce un monito chiaro; chi è guardato con rispetto, sorride all’altro, come fanno «Arrigo Peloso» sotto l’occhio di Agostino Carracci e il «Giovane affetto da piede equino» ritratto da Ribera nel 1642.

Dopo la caduta di Costantinopoli e le grandi esplorazioni, l’Europa non fu più come prima e nessuna divisione servì ad arginare scambi e vedute, nessuna mappa riuscì ad arrestare esodi e migrazioni. Da quel momento non furono più solo gli europei a guardare gli altri ma gli abitanti di paesi lontani ad osservare chi per loro erano gli altri.

Il viaggio all’inverso nella seconda parte del volume conduce il lettore sino in Giappone. Una geografia e uno sguardo nuovo sul mondo, viatico di una diversa visione degli altri che occorre acquisire e percorrere come quegli stormi di uccelli che sorvolano gli emisferi dei «Migration Globes» di Pietro Ruffo. 

L’Altro in prospettiva. Quando l’arte aiuta a conoscere il diverso,
di Adriano Amendola, 104 pp., ill. col e b/n, ETS, Pisa 2021, € 13
 

Cantaro bifronte con teste di un maschio africano e di una femmina greca (480-470 a.C. ca) conservato al Princeton University Art Museum

Maria Celeste Cola, 17 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

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