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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliRestauri, nuovi allestimenti, multimedialità e vetrine olografiche, apertura continuativa di Villa Poniatowski: il Museo di Villa Giulia annuncia grandi mutamenti, all’insegna dell’accessibilità e della necessità di raccontare, con rigore e rinnovata chiarezza, il proprio patrimonio e la storia della Villa. È la direttrice Luana Toniolo ad anticipare le tante novità, a partire dai primi risultati del restauro del Sarcofago degli Sposi, il cui intervento conservativo è giunto a una nuova fase: «Nel mese di agosto è tornata visibile al pubblico la prima parte dell’opera restaurata, la porzione del coperchio con i piedi degli Sposi. È interessante notare come, riposizionata accanto alle parti del sarcofago ancora non interessate dalla pulitura, la percezione cromatica sia radicalmente mutata. È ora visibile l’originale tonalità della terracotta, con i segni di lavorazione e i resti dell’ingobbio. Stiamo adesso operando sulla parte inferiore della cassa, e a breve riapriremo il cantiere di restauro al pubblico, ogni martedì e giovedì, così che i visitatori potranno vedere come prosegue l’intervento».
Che cosa è emerso dal restauro del Sarcofago?
Le principali novità riguardano la presenza di tracce di colore (mai prima documentate), che abbiamo riscontrato sulle scarpe della sposa, in origine di colore rosso, proprio come quelle del Sarcofago Campana da Cerveteri che si conserva al Louvre.
Quali lavori sono in corso a Villa Poniatowski, adiacente a Villa Giulia, e dal 2011 parte integrante del percorso espositivo del Museo Nazionale Etrusco?
Nella Villa (che ospita reperti provenienti dai centri del Latium vetus, come Gabii, Segni, Lanuvio, Satricum, Palestrina, e dell’Umbria, come Todi e Terni), i lavori in corso si concluderanno nel mese di novembre e cambieranno completamente il volto dell’edificio. Sono lavori effettuati grazie ai fondi Pnrr Investimento 1.2 («Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura»). Abbiamo recuperato le quote antiche della Villa: si ritornerà a passare attraverso gli archi cinquecenteschi e, soprattutto, finalmente ci sarà un unico percorso per tutti, normodotati e disabili, ai quali precedentemente era dedicato un accesso differente. Infine, in questo delicato momento di cambiamenti climatici, realizzeremo un vero e proprio giardino con alberi, siepi, panchine e una fontanella. In quello che prima era uno spazio privo di qualità architettonica, sorgerà un’area verde aperta al pubblico, senza necessità di acquistare il biglietto di accesso al museo. I lavori in corso riguardano anche le cantine cinquecentesche della Villa, prima non aperte al pubblico, che diverranno un inedito spazio museale. Infine, interverremo anche sull’allestimento della Villa che riaprirà, in maniera definitiva, fra dicembre e gennaio con una grande mostra sulla storia dell’edificio, intimamente legato ai principali artisti romani.
Che cosa sta accadendo, invece, a Villa Giulia e che cosa accadrà in futuro?
A breve apriremo al pubblico due importanti allestimenti, realizzati sempre grazie a fondi Pnrr. Il primo allestimento, che ha cambiato il volto delle sale non solo dal punto di vista della multimedialità, ma anche sotto il profilo architettonico, riguarda le tre sale del Museo dedicate alle tombe, dove raccontiamo le città dei morti, le necropoli. Si viene accolti da due sculture di sfingi, provenienti dai depositi, che danno accesso alla prima sala, dove c’è il Tumulo Maroi da Cerveteri. Abbiamo lavorato per migliorare l’accessibilità cognitiva con pannelli tattili, e una proiezione che racconta il significato di ogni oggetto presente nella tomba e come esso veniva utilizzato.
Il pubblico può ora comprendere la funzione di un’«hydria» o di un’anfora nicostenica, e come veniva utilizzato un braciere. Da lì si passa al corridoio, completamente modificato, che presenta una grande pianta dell’Etruria e un lungo Led Wall che racconta l’evoluzione dell’architettura funeraria etrusca di Tarquinia e Cerveteri, anche attraverso ricostruzioni 3D e modelli digitali. Inoltre, la presenza di modellini tattili offre la possibilità a persone non vedenti o ipovedenti di comprendere i diversi tipi di tomba.
Nell’ultima sala, dedicata alla Tomba del Letto funebre di Tarquinia, pannelli tattili e proiezioni rivelano il contenuto della tomba stessa. Si tratta di proiezioni semplificate, rese con colori maggiormente percepibili dalle persone ipovedenti, che rappresentano le scene dipinte nella Tomba (onde e delfini, banchetti, flautisti, guidatori di carri), accompagnate da passi di Omero, come il funerale di Patroclo dall’Iliade. Non sono semplici ricostruzioni virtuali immersive, ma strumenti didattici in grado di parlare, con linguaggio chiaro e perfettamente comprensibile, anche al pubblico che non conosce il mondo etrusco.
In autunno lavoreremo al riallestimento delle prime tredici sale del Museo che, come è noto, conserva capolavori straordinari ma, al momento, li racconta poco al suo pubblico. Stiamo progressivamente modificando il percorso, non solo intervenendo sull’allestimento ma sullo stesso racconto museale, scegliendo di esporre magari un minor numero di oggetti, ma illustrandoli al pubblico nel modo migliore.
Sempre in settembre inaugureremo un altro allestimento multimediale, stavolta dedicato alla Collezione Castellani. Parte delle sale cambieranno aspetto: attraversando un grande portale che introduce alla Collezione Castellani, si entrerà in una sala completamente immersiva con vetrine olografiche, per la prima volta sperimentate a Villa Giulia, mentre grandi schermi in Lis, la lingua dei segni italiana, racconteranno la storia della famiglia e della collezione Castellani.
Spesso difatti, il pubblico non conosce questa straordinaria storia, strettamente unita a quella dell’archeologia in Italia e della città di Roma nel corso dell’800, tanto che Augusto Castellani fu anche direttore dei Musei Capitolini. Non furono solo grandi orefici che diedero inizio all’oreficeria archeologica italiana, ma anche appassionati collezionisti, e ripercorrerne la storia vuol dire ripercorrere anche le vicende dell’archeologia italiana nei decenni centrali dell’Ottocento fino agli inizi del Novecento. Il nuovo percorso proseguirà anche lungo la scala che porta all’emiciclo; qui su quattro schermi multimediali si animeranno dei dipinti, conservati in musei internazionali come la Tate Gallery, che raffigurano nobildonne che indossano gioielli Castellani. Infine, il passo successivo sarà, fra l’autunno e l’inizio del prossimo anno, il riallestimento della stessa Collezione Castellani.
E per quanto concerne l’esterno di Villa Giulia?
A fine settembre, grazie a un mecenate Art Bonus, le fontane dell’Arno e del Tevere nel Ninfeo torneranno a riempirsi di acqua. Nel corso del Novecento, come sappiamo da fonti d’archivio, esse venivano periodicamente riempite; ora, anche in parte rifunzionalizzando le antiche tubature dell’acquedotto romano dell’Acqua Vergine su cui insiste Villa Giulia, l’Arno e il Tevere avranno l’acqua corrente, che uscirà dalle anfore che le due sculture sorreggono.
Interverremo poi anche sulla facciata della Villa, che non viene restaurata dagli anni Novanta. Grazie a fondi Pnrr per l’efficientamento energetico ne sostituiremo gli infissi, poi si passerà agli stucchi dell’emiciclo e della loggia. È un progetto di restauro che terminerà in primavera e che ha visto una lunga fase di ricerca d’archivio su tutti gli interventi passati. Abbiamo anche condotto indagini stratigrafiche sull’intonaco, riportando alla luce il colore prima degli ultimi interventi novecenteschi. Ad esempio, alcune parti delle logge laterali, ora di tonalità chiare, erano in origine di colore verde. Entro la primavera del prossimo anno la villa rinascimentale sarà completamente restaurata.
Da ultimo, sono previsti i lavori alle Concerie Riganti, mai aperte al pubblico. Si tratta di un grande progetto, da 7 milioni di euro che durerà quasi due anni e che creerà una nuova ampia area espositiva, un bar, un ristorante, un auditorium.

Una veduta del cantiere a Villa Poniatowski
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