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Michela Moro
Leggi i suoi articoliA Londra, nel 1744, il libraio Baker diede il via all’attività della casa d’aste, che passò poi al nipote John Sotheby. La prima sede italiana di Sotheby’s fu aperta a Firenze nel 1968 e dal 1973 le aste si svolsero anche a Milano, oggi unica sede d’asta per il nostro Paese, sia pur con un ufficio di rappresentanza a Roma. Negli anni Novanta ha preso forma la squadra che ancora oggi è al timone, Claudia Dwek, co-presidente di Sotheby’s Italia che coordina dal 1990 anche il dipartimento d’Arte Moderna e Contemporanea; Mario Tavella, co-presidente di Sotheby’s Italia; e Filippo Lotti, arrivato nel 1986 e dal 2000 amministratore delegato di Sotheby’s Italia. Nel 2019 è acquisita da BidFair Usa, controllata dal magnate delle telecomunicazioni e collezionista d’arte franco-israeliano Patrick Drahi. La parola a Filippo Lotti.
Com’è trascorso l’anno, quale strada ha preso il mercato e quali cambiamenti avete registrato?
Sotheby’s si è adattata tempestivamente alla modalità di vendita puramente online, avendo già a disposizione una piattaforma in grado di fornire tutti gli strumenti utili a condurre tale servizio, così come una tecnologia che permettesse ai potenziali acquirenti di visionare le opere nei minimi particolari, seppur a distanza, e di leggere le schede e gli approfondimenti sulle pagine web dell’asta, ora arricchite da contenuti editoriali e video. Abbiamo fin da subito privilegiato questa funzione in modo da preservare e garantire la sicurezza e la salute dei nostri clienti e del nostro staff. Il mercato, superate rapidamente le inevitabili perplessità iniziali, ha dimostrato un certo entusiasmo e come sempre di fronte a opere di qualità con stime attraenti la risposta è stata estremamente positiva. Si è molto sviluppato anche il settore delle vendite private, apprezzato sia dai venditori sia dagli acquirenti, grazie al supporto di un team internazionale di esperti, esclusivamente dedicato a questa attività.
Quali cambiamenti avete registrato?
Data la difficoltà di intrattenere relazioni e contatti di persona coi nostri clienti ci siamo trovati di fronte al bisogno di rivedere il modo di scambiare informazioni, consigli e suggerimenti. Quello che si è perso in termini di interazione dal vivo lo si è guadagnato in un ancora più accentuato desiderio di parlare d’arte e di collezionarla, parzialmente saziato organizzando webinar con nostri esperti, storici dell’arte, ospiti eclettici e collezionisti ed ampliando il numero e le categorie di oggetti presentati nelle aste. È cresciuta la partecipazione alle nostre aste di un pubblico internazionale e abbiamo registrato un consistente numero di nuovi clienti. Un elemento importante è stato il sensibile abbassamento dell’età media dei partecipanti alle vendite, un dato che nella situazione difficile che stiamo vivendo è davvero promettente per il futuro.
Quali sono le problematiche del settore in Italia?
La normativa obsoleta che regola le modalità di movimentazione dei Beni Culturali e che limita enormemente il ruolo dell’Italia nel panorama del mercato internazionale.
A chi è in mano il mercato oggi?
A chi lavora con serietà e competenza.
Che cosa prevede per il mercato del 2021?
Difficile fare previsioni finché la situazione sanitaria mondiale non sarà risolta. Le limitazioni nei viaggi, nelle possibilità di incontrare le persone e nel vedere dal vivo le opere non agevola il nostro compito. Constatiamo però un sempre crescente bisogno, per quanto ci riguarda in senso commerciale, di dedicarsi ad attività legate al settore artistico che possano compensare la mancanza di ciò che ancora per un po’ non si potrà fare (viaggi, mostre, fiere ecc.).
In quale settore concentrerete le vostre energie e su che cosa suggerite di investire?
Più che di investimento bisognerebbe parlare di passione, guidata da gusto e competenza. La nostra strategia in Italia si baserà su quanto già collaudato e apprezzato dal nostro pubblico, cioè le due vendite dedicate all’Arte Moderna e Contemporanea che si svolgeranno come di consueto in primavera e in autunno, a completare e integrare il calendario internazionale di Sotheby’s. Con particolare attenzione per i collezionisti più giovani, continueremo a curare vendite più piccole, ma gustose, di Arte Contemporanea, in un nuovo format intitolato Contemporary Curated: inaugurato a Milano lo scorso dicembre, ma ben collaudato nelle altre sedi di vendita, prevede la collaborazione con un curatore di respiro internazionale. Il calendario delle aste milanesi sarà inoltre arricchito da due aste di Gioielli a febbraio e settembre, a supporto del crescente mercato internazionale del settore. Nelle categorie più tradizionali (Oggetti d’Arte, Dipinti Antichi, Libri ecc.) i nostri esperti continueranno il loro lavoro di assistenza ai clienti italiani sia per l’inserimento delle opere sul mercato globale sia per una più personalizzata partecipazione dei collezionisti alle aste internazionali. Grande impegno sarà sempre dedicato alle trattative private, che anche in Italia offrono la possibilità di una compravendita di opere di tutte le categorie del collezionismo in modo discreto e con tempi rapidi. Un’interessante novità introdotta da Sotheby’s nel 2020 è il servizio Buy Now, che in sintesi consiste nella possibilità di acquistare, direttamente e senza aspettare le date delle aste, oggetti da collezione che spaziano dai Gioielli ai Dipinti, alle Automobili, agli Oggetti d’Arte, il tutto facilmente accessibile dal sito.
Sono cambiate le figure, le motivazioni e le tendenze dei collezionisti e che impatto hanno avuto le tecnologie sul modo di collezionare?
Ci sembra di sì, come già ricordato la più giovane età dei partecipanti alle aste e la conseguente maggior familiarità nell’utilizzo dello strumento informatico ha accelerato un processo di cambiamento che era già in corso.
C’è stato maggior interesse dei compratori esteri ad acquistare in Italia? Le case d’asta italiane sono state svantaggiate rispetto alle straniere?
Lo strumento tecnologico ha contribuito a una maggior trasparenza e di conseguenza a una maggior fiducia dei compratori anche stranieri, rassicurati da un linguaggio e un utilizzo consoni alle loro abitudini. Come sempre sono la serietà e la competenza dell’intermediario a fare la differenza.
Le tecnologie applicate alle aste quest’anno hanno sicuramente incentivato la trasparenza dei risultati, molto importante per le nuove leve di collezionisti internazionali. Quanto conta la trasparenza dei risultati pubblicati in relazione alla fiducia degli acquirenti esteri? Il mercato italiano ha ancora zone di opacità?
La trasparenza è fondamentale e il mercato esercita una naturale selezione fra i protagonisti più qualificati e quelli che lo sono meno. Non vediamo particolari problematiche di opacità. Quello che rende il mercato italiano più debole rispetto ad altri (come già ricordato) è la normativa che regola la movimentazione dei Beni Artistici e che non permette di indicare con certezza e con tempi sicuri quello che sarà il destino delle opere acquistate da clienti stranieri.
Quali sono stati i vostri top lot in Italia nel 2020?
Tre nature morte di Giorgio Morandi: una del 1951, stimata 750mila-1 milione di euro e venduta a 1.452.500 euro nell’asta di giugno; una del 1948, stimata 650mila- 850mila euro e venduta a 1.068.500 sempre a giugno; e una del 1946, stimata 600mila-800mila euro e venduta a 823.200 euro nell’asta di novembre. Poi «Ossigeno ossigeno» (1965) di Mario Schifano, stimata 260mila-350mila euro, venduta per 678mila a novembre e «Concetto spaziale, Attesa» (1966) di Lucio Fontana, stimato 300mila-400mila euro, battuto a giugno a 552.500 euro.

Filippo Lotti
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