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«Stipe votiva di Timmari, volto fittile femminile», IV-III secolo a.C.

© Fotografica Foglia, courtesy Musei Nazionali Matera-Museo archeologico nazionale «Domenico Ridola»

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«Stipe votiva di Timmari, volto fittile femminile», IV-III secolo a.C.

© Fotografica Foglia, courtesy Musei Nazionali Matera-Museo archeologico nazionale «Domenico Ridola»

Le dee del grano tra i Musei della Basilicata

Parte domani, 20 dicembre, il progetto diffuso sul culto di Demetra e Kore e il ciclo delle stagioni che intende valorizzare il territorio lucano con le sue eccellenze, non solo alimentari

Fiorella Fiore

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Verrà inaugurato sabato 20 dicembre il progetto espositivo «Le dee del grano» che interesserà, in contemporanea, le sedi dei Musei nazionali di Matera-Palazzo Lanfranchi, del Museo archeologico nazionale di Metaponto (Mt), del Museo archeologico nazionale della Siritide (Policoro, Mt) e del Museo archeologico nazionale della Basilicata «Dinu Adamesteanu»-Palazzo Loffredo di Potenza; a queste prime aperture ne seguiranno altre che interesseranno tutta la rete della Direzione regionale Musei della Basilicata fino all’estate del 2026, in una serie cadenzata di aperture e chiusure di varie mostre tematiche come parte di un più ampio racconto complessivo dedicato al racconto del culto, dei miti e dei riti del grano, seguendone i cicli vegetativi.

Il progetto, a cura di Filippo Demma (direttore ad interim dei Musei nazionali di Matera-Direzione Regionale dei Musei nazionali della Basilicata) ed Elisa Mancini, vede il supporto scientifico di tutti i direttori della rete della Direzione Regionale Musei Basilicata (Carmelo Colelli, Vincenzo Cracolici, Federica Fiorio, Erminia Rosaria Lapadula, Elisa Mancini, Sabrina Mutino, Marco Pelosi, Tommaso Serafini, Francesco Tarlano) che cureranno le singole mostre, ciascuna focalizzata su un periodo e un aspetto specifico.

Protagonisti saranno i reperti archeologici presenti nelle collezioni datati dall’Età del Ferro, alla prima età ellenistica, quando si definisce propriamente il culto delle dee Demetra e Kore/Persefone, portato dai Greci giunti sulle coste e che finisce per ibridarsi con i culti indigeni preesistenti, arrivando all’epoca romana, con incursioni nella tarda antichità e nell’alto Medioevo; a questi si andranno ad aggiungere anche gli importanti prestiti ottenuti in occasione della mostra, come, tra gli altri, il monumentale cratere del Pittore di Licurgo da Altamura (350 a.C.) dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed esposto a Potenza.

La giornata inaugurale vedrà l’apertura a Matera della sezione «Dee e donne. Sotto e sopra la terra, dalla discesa al ritorno» attraverso un percorso allestitivo che percorre il mito e che ha come protagonisti i ricchi corredi tombali principalmente di santuari indigeni e magnogreci situati nel materano dall’età arcaica alla prima età ellenistica. Le altre sedi museali, nello stesso giorno, aggiungeranno ulteriori aspetti del racconto: «Il grano senza le dee» a Metaponto, a Policoro «Culti e simboli di Demetra ad Herakleia in Magna Grecia», a Potenza «Terra, radici, memoria e rinascita». Le diverse mostre saranno integrate da lectio, performance, concerti ma anche esposizioni di fotografia, arte contemporanea e oggetti etnografici in dialogo con il tema del grano, come i famosi marchi da pane propri del contesto materano simbolo di fertilità e presenti nelle collezioni etnografiche. Ma il progetto «Le dee del grano» si sviluppa seguendo una valorizzazione integrata del territorio con l’intento di esaltarne le produzioni tipiche legate al grano, legando il contesto storico, esposto nei musei, alla realtà imprenditoriale del territorio. Anche per questo il progetto vede la collaborazione dell’Apt Basilicata e l’Università degli Studi della Basilicata, in una rete destinata ad ampliarsi con i vari stakeholder legati alla filiera dei prodotti tipici. Spiega Filippo Demma: «Il progetto non riguarda la “semplice” presentazione di reperti che raccontano le loro storie, ma si propone come azione culturale, in cui archeologia, fotografia, arte contemporanea, musica, danza, scienza, partecipano a illuminare il tema del rapporto tra l’uomo e la terra madre, attraverso l’elemento principale della nutrizione: il grano. E vuol essere anche l’occasione di agganciare il territorio, le sue produzioni tipiche, le sue eccellenze alimentari, in un incontro in cui le mostre ed il loro portato culturale danno profondità culturale alle eccellenze lucane, e queste attualizzano il senso dei dati archeologici, storici e artistici».

2. «Gruppo familiare in ambra», Tricarico, località Serra del Cedro, tomba 60, inizi IV sec. a.C. © Fotografica Foglia, courtesy Musei Nazionali Matera-Museo archeologico nazionale «Domenico Ridola»

1. Pittore del Sakkos bianco «Cratere a mascheroni a figure rosse con le nozze di Ade e Persefone», 320-300 a.C., Collezione Rizzon. © Fotografica Foglia, courtesy Musei Nazionali Matera-Museo archeologico nazionale «Domenico Ridola»

Fiorella Fiore, 19 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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