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Fiorella Fiore
Leggi i suoi articoliAmpliare le prospettive di sviluppo per la regione Basilicata, rafforzando il ruolo dei processi culturali innovativi che insistono sul territorio, sulla scia di quanto già costruito con Matera 2019. È la mission di Rita Orlando, architetta con una lunga esperienza in progetti su larga scala con un forte impatto sociale, sia in Italia sia all’estero, e manager culturale della Fondazione Matera-Basilicata 2019, dove è stata responsabile del laboratorio di progettazione partecipata e innovativa Open Design School e del progetto I-Dea, dedicato alla reinterpretazione degli archivi attraverso l’arte contemporanea. Oltre a collaborare alla definizione del programma di capacity building e del palinsesto culturale, ha curato la riconversione della Cava del Sole in spazio per grandi eventi performativi. Attualmente si occupa dell’ideazione e gestione di progetti innovativi su scala nazionale ed europea, fra cui i progetti strategici «Fantastico Medioevo» e Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026.
Quali sfide comporta questa nomina e quanto è importante il bagaglio di esperienza di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura?
Sulla base dei risultati ottenuti con il titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2019, Matera ha voluto candidarsi al bando per la Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026, con l’obiettivo di condividere l’eredità lasciata da quella esperienza, ovvero partecipazione, inclusività, integrazione sociale e dialogo attivato attraverso i linguaggi della cultura, in una dimensione ancora più ampia, quella euro-mediterranea. Il percorso di Matera 2019 ha consentito di consolidare le competenze nel campo della produzione e promozione artistica, coinvolgendo il settore creativo locale e il sistema dell’industria culturale e creativa. Questa competenza diffusa è ora all’altezza e pronta ad affrontare questa nuova sfida della Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026, un’opportunità di lavorare sul tema della diplomazia culturale come leva di sviluppo e di cooperazione internazionale anche in virtù dell’attuale scenario geopolitico, dove Matera, in rappresentanza dell’Italia intera, può fungere da cerniera tra l’Europa e il bacino del Mediterraneo. Con il progetto «Terre Immerse» vogliamo dare voce alle aree interne di questa parte del globo, creare connessioni, produrre bellezza e confronto in territori spesso marginali, proporci come piattaforma di incontro e visione comune per immaginare nuove rotte culturali e turistiche a partire da Sud. Un viaggio in dialogo con artisti, studiosi, comunità ed esperienze provenienti da Europa, Africa e Medio Oriente, dove Matera diventa ponte tra le sponde del Mediterraneo. Tutto questo è anche in linea con gli obiettivi strategici del Piano Mattei e del Piano Olivetti del Governo italiano.
Attraverso il progetto AIRFARE la Fondazione ha iniziato un programma di ricerca in cui la tecnologia è mezzo di sviluppo culturale e sociale. Quali sono gli obiettivi nel 2026?
Il progetto TOCC AIRFARE, promosso dalla rete Basilicata Digital Academy, di cui Fondazione Matera-Basilicata 2019 è capofila, si propone di produrre innovazione a partire da un concetto dinamico di patrimonio culturale, inteso come strumento partecipativo e generativo di nuovi contenuti attraverso il digitale. Destinato all’intera filiera delle industrie culturali e creative, AIRFARE punta a creare un hub della produzione culturale lucana, rafforzando le competenze degli operatori, facilitando l’aggiornamento professionale e promuovendo la trasformazione digitale dell’ecosistema culturale. La curatela artistica digitale è una delle linee strategiche del progetto. Avviato a maggio 2025 con la direzione scientifica di Chiara Canali, il percorso formativo ha coinvolto 30 partecipanti da tutta Italia, selezionati tramite avviso pubblico, con l’obiettivo di formare figure in grado di confrontarsi con l’arte digitale, le produzioni culturali basate sull’intelligenza artificiale e la reinterpretazione in chiave creativa del patrimonio culturale. Dopo questa tappa e quella dedicata al Catalogo culturale digitale, nel prossimo anno lavoreremo sul focus della Fabbricazione digitale attraverso seminari divulgativi, residenze artigiane, fabbricazione digitale inclusiva, per portare il tema dell’innovazione di prodotto e di processo nel settore artigianale.
In che modo la Fondazione continua a lavorare per mantenere viva la rete di artisti, operatori culturali e istituzioni che si è creata nel 2019?
Dopo l’esperienza di Matera 2019, l’attività della Fondazione si muove su più fronti. Da un lato, continuiamo a rafforzare le competenze del settore culturale e creativo, mettendole a valore sia nel contesto locale che internazionale, forti del posizionamento che abbiamo costruito negli anni su questa scala e che cediamo ai nostri creativi. Oltre a mantenere relazione con la Ecoc Family, la famiglia delle Capitali Europee della Cultura, siamo membri di Culture Next, rete di 39 città di 21 Paesi europei che riunisce le Capitali Europee della Cultura e le città candidate. A novembre siamo stati invitati al primo Culture Next Policy Summit al Parlamento europeo, dove abbiamo avuto l’opportunità di discutere a livello continentale di politiche culturali e della proposta di far entrare la cultura tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ma anche di fare incontri strategici sul settore culturale e l’innovazione. In parallelo, in qualità di città che sarà Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo, abbiamo partecipato a giugno al Forum di Anna Lindh Foundation a Tirana, dove abbiamo lanciato la proposta di creare la Rete delle Città Mediterranee della Cultura, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il posizionamento di Matera nel bacino del Mediterraneo e, soprattutto, di facilitare nuove relazioni per il settore culturale e creativo. Vogliamo infatti fare in modo che il 2026 apra nuove prospettive per la città per consolidare il ruolo di Matera quale laboratorio di produzione e innovazione culturale. Dall’altro lato, la Fondazione, proprio per le competenze e la reputazione acquisite, diventa il soggetto strategico per attuare politiche culturali sia a livello comunale che regionale. La Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026 e il progetto «Fantastico Medioevo» sono due esempi di come sia possibile mettere a valore, da parte delle istituzioni sia locali che nazionali, quanto la Fondazione è in grado di attivare per la crescita del territorio attraverso la cultura.
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