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Elena Correggia
Leggi i suoi articoliSi ripercorre gran parte della storia della produzione artistica delle manifatture ceramiche italiane, dal Cinquecento fino al Novecento, nell’asta «L’arte della ceramica» che Wannenes allestisce il 16 marzo a Milano. Da Firenze a Bassano, da Napoli a Palermo, la gamma di oggetti proposti esprime la ricchezza e la varietà delle manifatture attive nella penisola, oltre a presentare importanti testimonianze europee, in primis provenienti dalla manifattura di Meissen.
Fra i lotti di punta si fa notare un grande tondo araldico in maiolica della famiglia Martini di Firenze (stima 8-12mila euro), che fra 1510 e 1520 commissionò probabilmente a Benedetto e Santi Buglioni la realizzazione del proprio stemma nel materiale più alla moda del tempo. Appartiene invece alla collezione raccolta nella seconda metà del Novecento da un appassionato genovese una crespina in maiolica istoriata, attribuibile ad Andrea da Negroponte a Casteldurante nel 1560 circa (2.800-3.200), così come una raffinata écuelle neoclassica in porcellana con decoro a cammei e tondi prodotta dalla manifattura Antonibon di Nove di Bassano nel 1780 circa e dipinta da Giovanni Marcon, abile pittore su ceramica (800-1.200).
Di particolare pregio artistico e importanza storica è una selezione di porcellane napoletane facenti parte del Servizio Farnesiano, che deriva il suo nome dal bordo decorato con cammei recanti l’iscrizione Museo Farnesiano. Fra questi, un piatto in porcellana policroma, decorato elegantemente con una veduta del Vesuvio e accompagnato da una coppia di piatti ovali di servizio, fu in origine di proprietà del marchese della Sambuca (4-5mila).
Cattura poi l’attenzione una collezione privata di maioliche siciliane, dal XVI al XIX secolo, espressione variegata della produzione dei centri dell’isola, da Trapani a Palermo, da Caltagirone a Collesano. Di quest’ultima manifattura spicca un albarello in maiolica (1-2mila) che, grazie alla firma e alla data, 1666, offre un nuovo contributo fondamentale per la conoscenza di una delle produzioni meno note del panorama siciliano secentesco.
Un altro nucleo significativo è composto da una collezione di figure di Meissen e di altre manifatture tedesche, di impatto decorativo ed accentuata espressività. Sono particolarmente degni di menzione il gruppo raffigurante il cosiddetto «Amante impetuoso» (2.600-2.800) modellato con sapienza teatrale da J.J. Kaendler, databile al 1745 e una scena di genere in una quinta architettonica, della manifattura di Frankenthal, del 1785 circa (8-12mila).
«L'amante impetuoso» (1745) di J.J. Kaendler, Porcellana di Meissen, stima 2,6-2,8mila euro. Cortesia di Wannenes
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