Raffaella Giuliani
Leggi i suoi articoliHugo Brandenburg è oggi uno dei principali esponenti della grande tradizione tedesca di studi di archeologia cristiana. Ha festeggiato quest’anno il suo novantesimo genetliaco con la ristampa di una delle sue più importanti opere, certamente quella di maggior diffusione presso il grande pubblico: il volume sulle prime chiese di Roma, dal IV al VII secolo. Insieme ai sarcofagi, l’architettura cristiana ha sempre costituito il centro di interesse preponderante nella ricerca di Brandenburg.
Già negli anni ’70 erano apparse, in lingua originale, le prime sintesi sugli edifici paleocristiani di Roma, che lo studioso metteva a punto non solo contando sulla sua solidissima formazione accademica, ma grazie, soprattutto, ai suoi continui e prolungati soggiorni romani, che lo hanno visto nel tempo protagonista di complessi progetti di ricerca, prima sulla Chiesa di Santo Stefano Rotondo e poi sulla Basilica di San Paolo. L’esperienza condotta sul campo ha conferito a Brandenburg una padronanza estrema della materia, che gli ha consentito di realizzare un’opera fondamentale e che ha visto una prima edizione italiana nel 2004, e poi nel 2013 una seconda edizione, con la co-direzione editoriale di Jaca Book e Libreria Editrice Vaticana, insieme alla Direzione dei Musei Vaticani.
Rispetto a quella del 2004, la seconda edizione, al cui esaurimento si è provveduto con l’attuale ristampa, si caratterizza per l’aggiornamento e l’ampliamento del testo e dei suoi splendidi apparati iconografici: alle immagini di Arnaldo Vescovo, si sono aggiunte spettacolari riprese aeree, mentre la documentazione grafica si è arricchita di ulteriori planimetrie, sezioni, ricostruzioni assonometriche ecc. Completa l’opera un vasto corredo bibliografico, organizzato con chiarezza secondo i vari temi trattati. Tutto ciò, insieme a un linguaggio gradevole, non paludato, né appesantito da soverchi tecnicismi. Brandenburg ha preferito non mettersi a confronto diretto con l’ingombrante precedente del monumentale Corpus Basilicarum Christianarum Romae di Richard Krautheimer, scegliendo un approccio diverso, al contempo di sintesi e di analisi, nel quale il monumento non vive di sola luce propria, ma viene inserito in un tessuto connettivo culturale e artistico, che lo pone in dialogo continuo con le testimonianze coeve e precedenti.
La materia si dipana nella sua successione cronologica, partendo dai primordi dell’edificio cristiano fino ad arrivare ai cantieri papali di VII secolo, passando per le grandi basiliche imperiali di IV e V, esplorando il ruolo del clero e l’apporto energetico delle classi aristocratiche, muovendosi tra Urbs e suburbio. Grazie all’aiuto delle immagini, l’affresco si fa via via più ricco e perfettamente perspicuo, senza tralasciare temi più dibattuti, ma fondamentali, quali l’analisi delle fonti storiche, letterarie ed epigrafiche, delle decorazioni figurate e degli arredi liturgici, e la presentazione delle testimonianze oggi scomparse.
Un’opera dunque utile per il grande pubblico, di riferimento in ambito accademico, ma anche per coloro, ad esempio le guide turistiche, che vogliono ampliare, aggiornare e consolidare le proprie conoscenze su un fatto così epocale e carico di conseguenze per lo sviluppo dell’architettura e dell’arte occidentale quale quello della nascita della Roma cristiana.
Le prime chiese di Roma, IV-VII secolo, di Hugo Branderburg, traduzione di Alessandra Costa, fotografie di Arnaldo Vescovo, fotografie aeree di BAMS photo Rodella, 367 pagine, 193 illustrazioni a colori, 45 tavole in b/n, Jaca Book e Libreria Editrice Vaticana, 2019, € 130
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