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Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliAnticoli Corrado (Roma). È indubbiamente singolare il rapporto di Anticoli Corrado, piccolo borgo non lontano da Roma, con la storia del Novecento italiano: ha dato i natali a modelli e, soprattutto, modelle di straordinaria bellezza che hanno intrecciato le loro esistenze con pittori e scultori, italiani e stranieri, attirati dagli scorci pittoreschi, nonché dalle bellezze locali, fin dalla metà dell’Ottocento.
A questo tema è dedicata la piccola e ben orchestrata mostra «Le muse di Anticoli Corrado» ospitata, fino all’8 gennaio, dal Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea del paese. Curata dal direttore, Manuel Carrera, porta alla luce storie incredibili, molto suggestive e sicuramente importanti per la riscoperta del nostro Novecento, dalla più nota vicenda di Pasquarosa Marcelli, musa e poi moglie di Nino Bertoletti, nonché successivamente pittrice di successo, a quella più sommessa di Margherita Toppi Osswald, anch’essa modella, poi scultrice e pittrice di riconosciuta capacità. Infatti, le modelle di Anticoli Corrado, famose per la loro bellezza naturale e classica, comparabile alle matronali bellezze michelangiolesche e botticelliane tanto amate dai preraffaelliti inglesi, in molti casi, per la maggior parte a dire il vero, hanno finito per convolare a nozze con gli artisti per cui posavano, sorte comune alle numerose mitiche sorelle Toppi, mogli e muse ispiratrici di Pietro Gaudenzi, Domenico Ponzi, Attilio Selva, Paul Osswald e Amedeo Bocchi, alle sorelle Ciucci, delle quali Lina fu compagna, onnipresente nelle opere, di Adolfo De Carolis, ad Angela Colasanti, ispiratrice «dormiente» di molte sculture del marito Attilio Torresini, per non parlare di Letizia Placidi, consorte di Andrea Spadini, e di Pompilia D’Aprile, modella anticolana di chiara fama andata in sposa a Fausto Pirandello.
La mostra espone i ritratti convincenti di queste «top model» del Novecento, e ne narra le vicende personali, attraverso un’installazione dedicata alla comunità femminile di Anticoli realizzata da Fabrizio Pompili, tra i più originali esponenti della Fiber Art italiana. Si presenta come una variopinta rete-sipario, che bisogna aggirare per avere una visione diretta dei ritratti, ed è costituita da un intreccio di ventotto corde, rivestite di tessuti ricavati da capi di abbigliamento donati da altrettante donne del paese. Accompagna, e completa, l’esposizione un piccolo ma esauriente catalogo edito da De Luca.
www.museoanticoli.it

Edward Okun, «Vittoria», 1905-1907

Oskar Bràzda, «Angelina Toppi», 1921

Una veduta della mostra

Pietro Gaudenzi, «Il quadro interrotto», 1920 ca

L'installazione tessile di Fabrizio Pompili
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