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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliJoseph H. Hazen è stato uno dei produttori più importanti della storia di Hollywood. Ha contribuito a film caposaldo dell'industira come «Il grinta», «A piedi nudi nel parco» e «Il tatuaggio rosa»; ha collaborato con star leggendarie come Elvis Presley, Kirk Douglas e Jane Fonda; ha lavorato per Warner Brothers, per cui chiuse l'accordo con Vitaphone che portò l'audio sincronizzato nel mondo del cinema, chiudendo l'era del muto; infine, ha co-fondato la Wallis-Hazen Productions, con cui ha segnato il cinema americano del dopoguerra.
Vita e carriera ispirate, almeno in parte, dalla collezione di opere d'arte di cui si circondò. 15 di queste furono già vendute nel 1995, da Sotheby's, fruttando 51,8 milioni di dollari. Stella dell'incanto fu «Sous Bois» di Vincent van Gogh, aggiudicato per 27 milioni di dollari, all'epoca il quarto prezzo più alto mai raggiunto dall'artista all'asta. Ora, a distanza di circa 30 anni, Sotheby's presenta un'ulteriore selezione di opere, di proprietà della famiglia Hazen da oltre settant'anni e proposte all'asta per la prima volta a maggio, a New York.
Pezzo forte della collezione è «La Jeune fille au bouquet» (stima 5-7 milioni di dollari) di Fernand Léger, dipinta nel 1921, all'apice della riscoperta di temi neoclassici intrapresa dall'artista. L'opera raffigura una giovane donna con dei fiori in mano, ritagliata all'altezza della testa e delle ginocchia, con solo un leggerissimo accenno di spazio intorno a lei. Una modalità di rappresentazione usata solo in due casi da Léger. Si può dunque definire un esperimento, attraverso cui l'artista cercò di applicare il suo stile, fatto di rimandi al mondo industriale e delle macchine, a un soggetto delicato e romantico. Inoltre, la cornice geometrica che circonda la figura è chiaramente influenzata dal gruppo olandese De Stijl, al quale Léger guardava con interesse.

Fernand Léger La Jeune fille au bouquet, 1921

Alberto Giacometti, Femme debout (Poseuse I)
L'attributo della rarità appartiene anche a «Femme debout (Poseuse I)» di Alberto Giacometti. Concepita nel 1954 e realizzata poco dopo, l'opera è unica sotto due aspetti: è il solo esemplare di questo tipo dipinto a mano dall'artista e il solo con il braccio destro che scende lungo il corpo. Due elementi che, seppure possano sembrare dettagli, rappresentano uno scarto importante dall'ampia produzione che Giacometti dedicò alla figura femminile, iniziata con «Femme au Chariot» nel 1943 e culminata con le «Grande Femmes I-IV» nel 1960. Acquistata da Joseph H. Hazen nel 1961 dalla World House Galleries e poi in mostra al Fogg Art Museum di Cambridge nel 1966, l'opera in questione non è stata più esposta al pubblico da allora.
Prima illustratore, poi pittore simbolista e figurativo, infine pioniere dell'astrattismo. La parabola artistica di František Kupka lo posiziona di diritto tra gli autori più visionari della sua epoca, lasciando la sua impronta a Praga, dove si era formato, come anche a Vienna e Parigi. Fu qui che, insieme a Robert e Sonia Delaunay, influenzati da musica, scienza e filosofia, Kupka sviluppò un linguaggio visivo intellettuale e intuitivo al tempo stesso, cercando nell'astrattismo una più pure espressione spirituale, abbracciando composizioni vibranti e musicali che cercavano di catturare il dinamismo della vita moderna. Sotheby's presenta due opere figlie di questo approccio: «Flux et reflux» (1923, stima 5-7 milioni di dollari) e «Formes flasques» (1919-25, stima 3-5 milioni di dollari). Due lavori seminali per il genere astratto, che colloca l'artista al fianco di colleghi quali Wassily Kandinsky e Piet Mondrian. Alimentato da mostre internazionali come «Kupka: Pioneer of Abstraction», al Grand Palais di Parigi (2018), la prima retrospettiva in oltre trent'anni, e «Harmony and Dissonance: Orphism in Paris, 1910–1930», al Guggenheim Museum di New York (2025), il mercato dell'artista boemo sta vivendo un momento particolarmente brillante, con i suoi sei prezzi d'asta più alti raggiunti tutti negli ultimi cinque anni. Il primo posto, occupato da «Le Jaillissement II», venduto nel 2021 da Sotheby's per 10,3 milioni di dollari, non è poi così irraggiungibile.
Segnaliamo infine un'opera che in qualche modo si lega alle due precedenti. Si tratta di «Nature morte» (1936) di Robert Delaunay, già citato proprio tra i colleghi più vicini a Kupka e allo sviluppo dell'astrattismo. Realizzato nel 1936, dunque dieci anni dopo le due opere di Kupka, nel dipinto vediamo un più marcato interesse per le forme geometriche, dove cerchi intrecciati e piani di colore segmentati incarnano l'idea di movimento sincronizzato, evocando lo slancio inarrestabile dell'innovazione e del progresso. Questo dipinto, di cui non si conoscevano fino ad ora versioni a colori, viene messo all'asta dopo essere rimasto nella collezione Hazen dal 1955 con la stima di 1-1,5 milioni di dollari.
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