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Tra gli esempi di tipologie di opere a rischio elencate nella Lista rossa compilata dall'Icom figurano busti funerarui femminili velati, come questo, del IV secolo, proveniente dalla necropoli di Cirene, ora al Louvre. Foto: © Musée du Louvre, 2006, Paris / Daniel Lebée and Carine Deambrosis

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Tra gli esempi di tipologie di opere a rischio elencate nella Lista rossa compilata dall'Icom figurano busti funerarui femminili velati, come questo, del IV secolo, proveniente dalla necropoli di Cirene, ora al Louvre. Foto: © Musée du Louvre, 2006, Paris / Daniel Lebée and Carine Deambrosis

Libia, la lista rossa dell'archeologia in pericolo

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Redazione GDA

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Parigi. L'Icom, International Council of Museum, ha presentato ieri all'Institut du Monde Arabe di Parigi una «lista rossa» delle antichità libiche a rischio a causa della guerra civile in corso.
La settimana scorsa si era diffusa la notizia che milizie dell'Isis erano entrate a Sabratha, sito costiero a una settantina di km da Tripoli  in cui sorge un importante e ben conservato teatro romano;  al momento però non si registrano distruzioni deliberate di reperti e monumenti da parte degli estremisti quali purtroppo si sono viste nei mesi scorsi in Iraq e in Siria. Dalle valutazioni dell'Icom tuttavia a  correre rischi sarebbero anche Cirene, colonia greca fondata nel 631 a.C.,  Leptis Magna, roccaforte romana nell'Africa settentrionale, le pitture rupestri preistoriche di Tadrart Acacus, e l'antica città presahariana di Ghadames. La Libia, sottolinea l'Icom, è nel caos, con due governi rivali: uno a Tripoli, sostenuto dalle milizie isalamiche,  l'altro, riconosciuto internazionalmente, a Tobruk.

Scopo della Lista rossa di emergenza dei beni culturali libici a rischio, Emergency Red List of Libyan Cultural Objects at Risk, è mettere in guardia i funzionari doganali, le forze di polizia e il mercato dell'arte sulla possibilità che vengano messe in  circolazione e vendute opere frutto di saccheggi. Finanziata dal Dipartimento di Stato statunitense, la Lista è stata redatta da Vincent Michel, direttore della missione archeologica francese in Libia, con la collaborazione di altri esperti internazionali.  

La pubblicazione non è un elenco specifico di antichità rubate, ma illustra le categorie al momento più vulnerabili, a rischio di distruzione, saccheggio e vendita sul mercato nero: arte rupestre preistorica, lastre con iscrizioni in greco, punico, latino e arabo, sculture, busti funerari femminili velati, pitture murali e mosaici, sarcofagi, gioielli e monete.

Dal 2000 sono ormai 15 le «liste rosse» dell'Icom: le ultime due, pubblicate lo scorso giugno e nel 2014, riguardano rispettivamente l'Iraq e la Siria, mentre si lavora alle liste dei beni culturali a rischio nell'Africa Occidentale (con particolare attenzione all'emergenza in Mali),  nello Yemen e nel Sud-Est dell'Europa.

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Tra gli esempi di tipologie di opere a rischio elencate nella Lista rossa compilata dall'Icom figurano busti funerarui femminili velati, come questo, del IV secolo, proveniente dalla necropoli di Cirene, ora al Louvre. Foto: © Musée du Louvre, 2006, Paris / Daniel Lebée and Carine Deambrosis

Redazione GDA, 16 dicembre 2015 | © Riproduzione riservata

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