La National Gallery di Londra esporrà questa primavera nella mostra «The Carracci: Myths in the Making» (dal 10 aprile al 6 luglio) due cartoni dei fratelli Carracci, una rara occasione per poterli ammirare in tutta la loro grandezza (quattro metri di larghezza per due di altezza) e delicatezza (carboncino e gesso su carta). 

Eseguite principalmente da Agostino (Bologna, 1557-Parma, 1602) e da Annibale (Bologna, 1560-Roma, 1609), le opere sono entrate a far parte della collezione della National Gallery nel 1837, nell’ambito di una donazione di Lord Francis Egerton. Prima di allora appartenevano all’artista Sir Thomas Lawrence (1769-1830).

«I cartoni dei Carracci sono una grande dimostrazione di creatività e immaginazione, sottolinea Christine Siedel, curatrice del dipartimento di pittura rinascimentale del museo. Siamo lieti di presentare un affascinante sguardo sulla realizzazione di una delle più ambiziose decorazioni ad affresco prodotte a Roma all’alba del Barocco». I cartoni fungevano da strumento di lavoro a grandezza naturale per trasferire il disegno sull’intonaco fresco, come base per l’affresco. Oggi offrono, oltre che una testimonianza della potente inventiva dei due artisti, una visione delle pratiche di lavoro di un artista rinascimentale e della sua bottega: dai piccoli fori per realizzare i contorni, ai tagli per applicare porzioni di cartone sull’intonaco (l’impegno era misurato in giornate). 

I soggetti rappresentati prendono ispirazione da due scene delle Metamorfosi di Ovidio, scelte dai Carracci per la decorazione del soffitto e della Galleria di Palazzo Farnese, oggi sede dell’Ambasciata di Francia a Roma, su commissione del cardinale Odoardo Farnese (1573-1626), figlio minore del duca di Parma.